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Il Ppe vota ancora con le destre sui paesi sicuri, è sempre piu maggioranza “Giorgia”

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Il Parlamento europeo ha approvato l’adozione dei mandati negoziali sulla riforma del sistema di asilo, rigettando le richieste delle forze di sinistra. Il primo testo, firmato dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia (Ecr) Alessandro Ciriani, è passato con 396 sì, 202 no e 56 astensioni, il secondo con 384 favorevoli, 237 contrari e 31 astenuti. I negoziati con il Consiglio europeo hanno l’obiettivo di chiudere un accordo a stretto giro. Anche in questa occasione il Ppe ha votato insieme al Partito dei conservatori europei mettendo a repentaglio la ‘maggioranza Ursula’.

Ovviamente sono insorti i gruppi socialisti e verdi per contestare questa decisione da parte dei popolari di votare un nuovo provvedimento con le destre, sconfessando l’attuale maggioranza.Cecili Strada, indipendente nelle fila del Pd, prima del dibattito, ha obiettato come sia sul tema dell’immigrazione che si vede come e quanto “l’agenda dell’estrema destra è entrata nei lavori del Parlamento. La maggior parte dei Paesi considerati sicuri non sono tali“, ha accusato. Per poi ribadirlo in Aula: “I testi di compromesso sui Paesi di origine sicuri e Paesi terzi sicuri sono vergognosi e ipocriti. Votare risoluzioni di condanna per violazioni dei diritti umani e stato di diritto in Turchia, Serbia e Tunisia e poi sostenere che quei Paesi sono sicuri è ipocrita”.

Quindi l’attacco frontale ai popolari: “Ho una domanda per il PPE: se due anni fa avete giurato di non lavorare con l’estrema destra, perché fate le leggi insieme?“. Gia dopo il voto in commissione Libe due settimane fa la Strada era stata durissima sul voto all riforma dei paesi terzi considerati sicuri affermando che “Grazie al sì di popolari ed estrema destra son passati dei testi che fanno a pezzi il sistema d’asilo in Europa. Stiamo validando la possibilità di spedire le persone in Paesi Terzi con cui non hanno alcun legame

“Evitate di dare la colpa a noi, ci è stato chiesto di modificare le regole”, replica stizzita Lena Dupont (PPE), con cui si schierano conservatori, sovranisti ed euro-scettici. “L’idea di Paesi terzi sicuri significa che le persone possono essere rispedite da dove arrivano, e vuol dire trattamento accelerato delle richieste”, scandisce Fabrice Leggeri (PfE). “Lo strumento protegge l’Europa”, taglia corto Alessandro Ciriani (ECR). “Servono confini veri”, e la proposta aiuta in tal senso, fa eco Ewa Zajaczkwska-Hernik (ESN), a completare la saldatura tra PPE e spettro dell’estrema destra.

Grande soddisfazione da parte dell’eurodeputato di FdI e copresidente dell’Ecr, Nicola Procaccini. “Se dovessero passare i testi approvati dal Parlamento europeo, i giudici nazionali non potranno mettere in discussione la definizione di Stato terzo sicuro fatta a livello europeo”. Così durante un punto stampa a margine della plenaria. “Sinceramente non avrei mai immaginato di essere contento che questa materia oggi viene trattata ed è competenza dell’Ue”, sottolinea Procaccini. “Fino a che rimarrà una sacca di furore ideologico in una parte della magistratura italiana che persegue obiettivi politici più che giuridici, questa novità è assolutamente ben accetta”. Ma c’è anche una considerazione politica sui nuovi assetti dell’Europarlamento.

Procaccini fa notare che il mandato negoziale redatto da Ciriani ha raccolto due terzi dei voti nell’Eurocamera. “Spiace che resti fuori la sinistra italiana, che invece continua a perseguire una politica di porte aperte all’immigrazione illegale che ha causato morti in mare e insicurezza nelle città europee”.

Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI, sottolinea che l’eventuale approvazione definitiva, porterà “alla possibilità di ripartire da subito con i trasferimenti dei migranti irregolari nei centri in Albania”. Si tratterebbe di una “conferma del pieno funzionamento di questa iniziativa del governo italiano. Perché – ha detto – ricordo che Paesi come l’Egitto e Bangladesh, che sono stati contestati dalla magistratura italiana per non essere considerati appunto dei Paesi terzi sicuri, sono invece pienamente inseriti nella lista europea che stiamo approvando in questa fase. Quindi potranno ripartire i trasferimenti verso questi e altri Paesi sotto un’egida anche giuridica diversa e più forte.

Il relatore Alessandro Ciriani  posta su Facebook una foto con il segno di vittoria. “Oltre ai candidati Ue, includiamo Bangladesh, Egitto, Tunisia, Marocco, India, Colombia e Kosovo. In pratica? Più protezione per chi fugge da pericoli reali, e procedure d’asilo accelerate per chi arriva da paesi sicuri, facilitando decisioni rapide e rimpatri efficaci. Come relatore, ho lottato con passione per un testo serio, fattibile e vicino alle esigenze dell’Italia e dei nostri cittadini”. Il testo – sottolinea Ciriani – è anche “frutto della pressione” e della “capacità di persuasione del governo. Perché di fatto molte delle politiche italiane vengono richiamate in questi provvedimenti”. Tra gli aspetti più significativi spicca la possibilità di poter “distinguere nettamente la migrazione legale dalla migrazione illegale. E distinguere altrettanto nettamente chi ha diritto alla protezione internazionale da chi non ha diritto e sta abusando di questo sistema”. L’accordo Roma-Tirana dimostra che l’Italia aveva ragione sull’utilizzo degli hub esterni.

Le sinistre masticano amaro e urlano all’accordo scellerato tra Ppe e quella che chiamano “estrema destra xenofoba”. “Come Socialisti abbiamo contestato il mandato negoziale sui Paesi sicuri votando contro due proposte legislative che smantellano l’attuale sistema d’asilo”, così in una nota Cecilia Strada, europarlamentare del Pd. “I testi di compromesso sui Paesi di origine sicuri e Paesi terzi sicuri sono vergognosi e ipocriti. Votare risoluzioni di condanna per violazioni dei diritti umani e stato di diritto in Turchia, Serbia e Tunisia e poi sostenere che quei Paesi sono sicuri è ipocrita”.

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