Attualità
Il porto russo nel Baltico colpito dai droni ucraini continua a esportare petrolio, ma i ricavi sono calanti
Il porto russo di Ust-Luga sul Mar Baltico continua a trasportare greggio e carburanti per l’esportazione, anche se il terminale di Novatek per l’esportazione di carburante rimane chiuso dopo essere stato colpito da un attacco di droni nel fine settimana. Ust-Luga è uno dei principali porti per l’export di petrolio e GNL russo.
Il terminale gestito da Novatek rimane chiuso, ma gli altri terminali, tra cui uno per l’esportazione di greggio e altri due terminali per l’esportazione di carburante, erano operativi da martedì, ha riferito Reuters, citando fonti del settore e dati LSEG.
Nel fine settimana, la russa Novatek ha dichiarato di aver sospeso le operazioni presso un terminale di esportazione di carburante nel Mar Baltico a seguito di un attacco di droni da parte delle forze ucraine. Secondo quanto riportato da Reuters, l’attacco ha causato un incendio al terminal di Ust-Luga.
Il quotidiano russo Vedomosti ha citato un funzionario delle autorità regionali secondo cui ci sarebbero state due esplosioni nel sito del terminal di esportazione che avrebbero causato un incendio in un serbatoio di stoccaggio del carburante.
La TASS ha citato Novatek per confermare che l’incendio è stato il risultato di azioni esterne.
“Il processo tecnologico di Novatek-Ust-Luga è stato interrotto ed è stato istituito un quartier generale operativo per eliminare le conseguenze. La valutazione dei danni sarà effettuata in seguito”, ha dichiarato Novatek, citata da Reuters.
La Reuters ha citato anche la nuova agenzia ucraina Interfax-Ukraine, che ha confermato l’attacco ucraino: fonti non citate hanno dichiarato che il terminal di Ust-Luga è fondamentale per il rifornimento di carburante delle truppe russe.
A partire da martedì, due petroliere – la Adebomi e la Bay Global – sono state caricate con petrolio greggio e il terminale di esportazione del greggio di Ust-Luga, secondo i dati di tracciamento delle petroliere LSEG citati da Reuters. Altre petroliere stanno caricando benzina, gas di petrolio liquefatto (GPL), nafta e olio combustibile presso altri terminali di Ust-Luga, mentre la petroliera Minerva Julie, che ha dovuto caricare carburante presso il terminale Novatek nel fine settimana, è attualmente ferma al largo, secondo i dati LSEG.
Il fatto di poter esportare però non significa che la Russia stia esportando a tutta forza: infatti i ricavi delle esportazioni di combustibili fossili della Russia hanno continuato a diminuire nel mese di dicembre rispetto a novembre, dato che le entrate derivanti dalle esportazioni di petrolio e gas sono in calo da settembre, come ha mostrato martedì una nuova analisi del Centro di Ricerca sull’Energia e l’Aria Pulita (CREA).
I ricavi da combustibili fossili per la Russia sono diminuiti dell’8% il mese scorso rispetto a novembre, per un calo di 63 milioni di dollari (58 milioni di euro) al giorno, secondo le stime del CREA. Quindi il problema, in questo momento, è più che altro che si esporta poco e soprattutto a prezzo non ottimale.
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