IL POPULISMO E’ DI SINISTRA… NON DI TRUMP.

Tra le varie accezioni di “populismo”, al di là delle sue radici storiche legate ad un movimento politico-culturale russo tra la fine del sec.XIX e l’inizio del XX, quella che ormai comunemente viene utilizzata in politica, nel suo significato spregiativo, e’ “atteggiamento politico demagogico che ha come unico scopo quello di accattivarsi il favore della gente (dizionario Garzanti).

Insomma, potremmo dire, semplificando al massimo, che il populismo si racchiude nell’equazione Populismo=Consenso.
E’ innegabile che la politica, soprattutto in un sistema democratico, necessiti di una sua legittimazione attraverso il voto popolare ma, ciò che poi concretamente la diversifica nelle sue diverse componenti ideologiche, e’ il modo attraverso cui, raggiunto il potere, questa legittimazione viene esercitata attraverso l’azione di governo.
E qui le differenze, anche storicamente, a mio modo di vedere, sono evidenti tra partiti di sinistra e quelli di destra o, forse più esattamente, rapportandoci ai giorni nostri, rappresentano uno dei pochi elementi di distinzione in un sistema partitico ormai spesso omogeneo nei valori e negli obiettivi.
Le formazioni di sinistra, alla luce anche della mia esperienza quale consigliere di opposizione presso il Municipio I Centro Storico di Roma, tendono alla costante ricerca della “concertazione”, della “condivisione”, del “confronto” con le più svariate associazioni, comitati e rappresentanze dei più diversificati ambiti socio-economico-culturali.

Non sono certo contrario al dialogo, credo però che quando il popolo si e’ espresso nella sua determinazione di voto, chi governa deve farlo attuando il programma per il quale è stato eletto, assumendosi anche la responsabilità di scelte impopolari.
E’esattamente quello che sta facendo Donald Trump, che potrà essere tacciato di altro ma certo non di essere un populista.

Maurizio Esposito