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Difesa

Il piano della Russia per il dominio del Pacifico: Uno sguardo dettagliato ai piani militari trapelati

Fonti dei Servizi Occidentali sono venuti a conoscenza dei piani con cui si addestrano gli ufficiali russi per un attacco contro Corea del Sud e Giappone, basato soprattutto sulla distruzione delle infrastrutture militari e civili con missili da crociera

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Documenti trapelati dal comando russo hanno fornito all’intelligence occidentale uno sguardo crudo e dettagliato sulle potenziali strategie militari della Russia nel Pacifico, rivelando un piano estremo per un conflitto che potrebbe paralizzare sia il Giappone che la Corea del Sud. Si tratta di un piano che p stato alla base di un addestramnto degli ufficiali russi dell’area orientale.

Le informazioni, secondo quanto riferito da fonti occidentali, delineano un piano sfaccettato che si concentra sulla rapida neutralizzazione delle infrastrutture militari e civili, garantendo il dominio russo nella regione.

Puntare al nucleo centrale: Infrastrutture militari e civili

I documenti descrivono in dettaglio oltre 160 obiettivi critici, con un focus iniziale su 82 installazioni militari. Queste includono basi aeree, strutture radar, porti navali e centri di comando in Giappone e Corea del Sud. Tra gli obiettivi ad alta priorità menzionati specificamente ci sono gli aeroporti settentrionali del Giappone e le basi navali costiere della Corea del Sud, evidenziando l’importanza strategica che la Russia attribuisce all’invalidazione della capacità dei suoi avversari di coordinare una difesa.

 

Tuttavia, il piano va oltre gli obiettivi militari. Le informazioni trapelate rivelano anche l’intenzione di smantellare infrastrutture civili cruciali. Tunnel, ponti, impianti energetici e siti industriali chiave sono tutti destinati alla distruzione. Il tunnel di Kanmon, un collegamento vitale tra le isole giapponesi di Honshu e Kyushu, e la Pohang Iron and Steel Works della Corea del Sud, un importante sito industriale, sono esempi notevoli.

Questo duplice approccio, che prende di mira sia le infrastrutture militari che quelle civili, dipinge l’immagine di una strategia spietata che mira a infliggere danni economici di lunga durata, disabilitando al contempo qualsiasi risposta militare efficace.

L’energia come arma: colpire le strutture nucleari e chimiche

Un aspetto particolarmente allarmante del piano è l’aver preso di mira 13 impianti nucleari e chimici. Il complesso nucleare giapponese di Tokai e gli impianti chimici sudcoreani di Busan sono specificamente menzionati.

Sebbene il piano non indichi l’uso di armi nucleari, gli attacchi a queste strutture potrebbero causare gravi danni ambientali e un caos diffuso, ottenendo un vantaggio strategico con mezzi non nucleari.

KH-101 pronto per l’installazione

Il Kh-101: la punta di diamante dell’assalto

I documenti evidenziano l’uso di armi non nucleari avanzate, con il missile da crociera Kh-101 che svolge un ruolo centrale. Noto per la sua precisione, il basso profilo radar e la navigazione avanzata, il Kh-101 è l’arma scelta per questa ipotetica operazione.

Tupolev Tu-160

Un file trapelato descrive un attacco pianificato alla base radar giapponese di Okushirito, con 12 missili Kh-101 lanciati da un bombardiere pesante Tu-160. Questo attacco coordinato mira a neutralizzare le capacità radar giapponesi, accecando di fatto le loro difese aeree nelle prime fasi di un conflitto.

Un approccio multi-fase: Dalla cecità alla paralisi

Un tattico militare ed esperto di pianificazione aerea, consultato da BulgarianMilitary.com, ha descritto nel dettaglio le probabili fasi di un attacco russo con missili Kh-101.

La fase iniziale si concentrerebbe sul danneggiamento dei sistemi di difesa aerea e delle stazioni radar. I sistemi radar di preallarme e le installazioni di difesa aerea a terra, come i sistemi Patriot in Giappone e Corea del Sud, verrebbero presi di mira per impedire il rilevamento dei missili in arrivo. La capacità del Kh-101 di volare a basse altitudini, assecondando il terreno, gli consentirebbe di eludere il rilevamento radar fino a quando non fosse molto vicino al bersaglio, massimizzando l’elemento sorpresa e riducendo al minimo la possibilità di intercettazione.

Dopo il degrado delle difese aeree, la seconda fase prevedeva di colpire le principali infrastrutture militari e nucleari. Verrebbero prese di mira centrali nucleari, come il reattore giapponese di Tokai, e basi militari critiche in Corea del Sud. La precisione del Kh-101 consente di attaccare i punti vulnerabili di queste strutture, come le reti elettriche e i sistemi di raffreddamento, potenzialmente paralizzandole o costringendole a spegnersi. Contemporaneamente verrebbero colpite basi militari, campi d’aviazione e posti di comando per interrompere le comunicazioni e il comando operativo delle forze armate nemiche.

I bombardieri Tu-160, che operano dalle basi nell’Estremo Oriente russo, giocherebbero un ruolo cruciale in questa fase, lanciando i missili Kh-101 al di fuori della portata degli intercettori nemici. La loro capacità di trasportare un gran numero di missili consente un attacco concentrato su più obiettivi contemporaneamente.

Le fasi successive comporterebbero ulteriori attacchi mirati agli hub logistici, alle infrastrutture di trasporto e alle linee di comunicazione per paralizzare completamente la capacità di risposta del nemico. Questo creerebbe un incubo logistico, ostacolando il movimento di rinforzi e rifornimenti.

Testare le acque: Una missione di ricognizione del 2014

I documenti rivelano anche una missione del 2014 progettata per testare le risposte della difesa aerea di Giappone e Corea del Sud. Due bombardieri strategici Tu-95, in volo dalla base ucraina della Russia in Estremo Oriente, hanno condotto una missione di ricognizione di 17 ore su entrambi i Paesi.

Tu-95 lancia un Kh-101

Questa missione è servita a valutare la prontezza dei sistemi di difesa aerea giapponesi e sudcoreani e a misurare la loro reazione a una potenziale incursione. I risultati di questa missione sarebbero stati preziosi per affinare le future strategie militari russe nel Pacifico.

Una strategia di spietata efficienza

I documenti trapelati dipingono il quadro di un’operazione meticolosamente pianificata e progettata per ottenere una vittoria rapida e decisiva. Prendendo di mira sia le infrastrutture militari che quelle civili con attacchi di precisione con armi avanzate come il Kh-101, la Russia mira a paralizzare la capacità del Giappone e della Corea del Sud di organizzare una difesa senza ricorrere alle armi nucleari.

Questa strategia enfatizza un assalto rapido e travolgente, progettato per costringere il nemico a una posizione difensiva, riducendo al minimo il confronto diretto con gli armamenti più devastanti della Russia. I dettagli agghiaccianti di questi piani sottolineano il potenziale di un conflitto devastante nel Pacifico ed evidenziano l’importanza di comprendere le ambizioni strategiche della Russia nella regione.

Ovviamente si tratta di un piano perfetto, sino a quando non viene a contatto con il nemico. Appare difficile che paesi tecnologicamente avanzati come il Giappone e la Corea del Sud non abbiano pronte contromisure strategiche per un assalto del genere. Pensare che un assalto missilistico, anche massivo, non resti senza risposta, Un attacco simile non piegherebbe Corea e Giappone, ma sarebbe solo la base per una massiccia reazione di questi paesi che colpirebbe le infrastrutture energetiche russe.

 


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