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Il piano Danese per l’immigrazione clandestina: deportarli e trattare le domande FUORI dall’Europa

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I danesi, con una buona dose di coraggio, hanno trovato la soluzione per gestire i flussi di migranti irregolari: portarli fuori dal proprio paese e gestire all’estero le loro domande di asilo.

I parlamentari danesi hanno sfidato la condanna internazionale ed approvato una norma che prevede il trasferimento dei richiedenti asilo in centri di detenzione al di fuori dell’Europa per la gestione delle domande. Fra i paesi di destinazione temporanea si è parlato del Ruanda.

Il disegno di legge, approvato ieri con un voto di 70-24, modificherà la legge sugli stranieri per consentire alla Danimarca di trasferire i rifugiati in centri di asilo in “paesi partner” per l’elaborazione, il che potrebbe anche portare loro a ricevere asilo in quel paese.

Il governo danese ha precedentemente firmato un memorandum d’intesa con il Ruanda in cui ha affermato che “la sua visione [è] che il trattamento delle domande di asilo dovrebbe avvenire al di fuori dell’UE al fine di rompere la struttura di incentivi negativi dell’attuale sistema di asilo”.

Una norma innovativa, ma che va contro tutti i desideri della sinistra europea, PD italiano in testa, che vede nel sistema di asilo attuale l’incentivo maggiore all’immigrazione clandestina. Naturalmente non poteva evitare di entrare in campo l’ONU: Filippo Grandi, l’alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha affermato che la nuova legge “potrebbe vedere il trasferimento forzato dei richiedenti asilo e l’abdicazione della responsabilità della Danimarca per il processo di asilo e per la protezione dei rifugiati vulnerabili”.

L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, UNHCR, afferma che gli sforzi per “esternalizzare o esternalizzare” gli obblighi di asilo “sono contrari alla lettera e allo spirito della Convenzione sui rifugiati del 1951, nonché al Patto globale sui rifugiati in cui i paesi hanno concordato di condividere più equamente la responsabilità per i rifugiati”. protezione dei rifugiati”.

Grandi ha aggiunto: “Già oggi quasi il 90% dei rifugiati del mondo vive in paesi in via di sviluppo o meno sviluppati che, nonostante le loro risorse limitate, si fanno avanti e rispettano gli obblighi e le responsabilità legali internazionali.

Peccato che la norma danese parli di “Gestione esterna delle domande”, in paesi ovviamente sicuri, per cui, se venisse garantito l’asilo, si darebbe comunque agli immigrati il diritto di entrare nel paese. Semplicemente Copenaghen, visti gli esempi italiani e svedese, non vuole diventare una specie di discarica d’indesiderati. Quello che è invece l’obiettivo del PD e della Lamorgese. Perché non copiare questa norma tale e quale, presa da un paese nordico avanzato, in Italia? Certo, le cooperative piangerebbero…


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