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Il pericolo neocolonialista del debito (Cina ed altri)

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Cari amici,

come funziona il sistema neocolonialista sul debito. Prendiamo l’iniziativa “Belt and Road” cinese, Il grande piano di investimenti che dovrebbe spingere l’espansione economica cinese verso est e , d’altro canto, anche la crescita dei paesi lungo il percorso.

Si tratta di percorsi marittimi e terrestri che prevedono la costruzione di grandi infrastrutture ferroviarie, stradali, logistiche, porti, etc. Si tratta di investimenti cofinanziati da Pechino e dal paese che li ospita, e qui cominciano i problemi.

Prima di tutto paesi tradizionalmente in buoni rapporti con nazioni di passaggio di Belt and Road si sono visti tagliati fuori, con cambiamento degli equilibri interni. Questo non ha fatto piacere ad esempio a India e Stati Uniti. Poi sono nati  grossi problemi anche per i paesi di transito che sono stati chiamati a cofinanziare grandissimi progetti il cui ritorno locale poi rischia di essere minimo, ma che nel frattempo ha causato un’esplosione del debito nazionale. Ad esempio lo Sri Lanka ha dovuto cedere le proprie quote di controllo del porto di Hambantota ad una società di stato cinese per compensare i debiti per la costruzione del porto stesso. Paesi come Tanzania, Thailandia e Sri Lanka hanno tagliato fortemente i progetti legati alla Belt and Road per non trovarsi a ripagare dei debiti per infrastrutture che, alla fine, danno solo dei vantaggi a Pechino e che sono realizzati da aziende cinesi, con partecipazioni minime dei contractor locali.

Del resto i progetti sono enormi per le autorità statali locali: la ferrovia che dovrebbe collegare il Laos alla Cina costerà 6,7 miliardi di dollari, poco meno della metà del PIL del paese indocinese, ma che verrà realizzata da aziende cinesi con il relativo debito detenuto da Pechino. Il debito pubblico di Gibuti è passato dal 50% al 85% del PIL pr i progetti svolti con Pechino che ne possiede il debito. Una forma di “Land Grabbing” neppure troppo nascosta.

Ora fate il parallelo con i progetti che devono esser “Cofinanziati” dall’Italia nell’Unione Europea coi soldi pagati dalla stessa Italia ed avrete un’immagine di neocolonialismo in salsa europea. Cambia la localizzazione non la finalità.

 

 


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