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Il Pentagono scopre il “Bricolage Bellico”: I carri armati di legno e la logistica del risparmio
L’Esercito USA schiera “carri armati di legno” alle Hawaii: una mossa tattica per risparmiare milioni e simulare la guerra moderna dei droni. Ecco perché il compensato batte l’acciaio in addestramento.

L’esercito americano conferma l’uso di sagome in compensato montate su pickup per simulare minacce corazzate. Una scelta che unisce l’addestramento tattico alle dure leggi del bilancio.
In un mondo dominato da caccia di sesta generazione, missili ipersonici e intelligenza artificiale, la notizia che arriva dalle Hawaii ha un sapore quasi anacronistico, ma terribilmente pragmatico. L’Esercito degli Stati Uniti ha confermato ufficialmente di aver dispiegato, durante le recenti grandi manovre nel Pacifico, una flotta di “carri armati di legno”. Non si tratta di armi segrete, ma di sofisticati (si fa per dire) lavori di falegnameria montati su comuni veicoli commerciali.
L’episodio è avvenuto il 6 novembre scorso durante la rotazione 26-01 del Joint Pacific Multinational Readiness Center (JPMRC) presso la Schofield Barracks. Quello che a prima vista potrebbe sembrare un ritorno alle scenografie teatrali, nasconde in realtà una logica economica e operativa ferrea, perfettamente in linea con la necessità di ottimizzare le risorse in tempo di pace per essere letali in tempo di guerra.
La Genesi del “Carro Armato IKEA”
Tecnicamente definiti come Opposing Force Tank Simulation Set, questi mezzi sono essenzialmente delle strutture in compensato e legno da costruzione, assemblate per replicare la sagoma e il profilo visivo di un mezzo corazzato pesante. Il tutto viene poi montato sul telaio di un normale pickup commerciale.
Nonostante l’apparenza rudimentale, l’obiettivo è serio: fornire ai soldati un segnale visivo (visual cue) realistico. In un contesto di guerra meccanizzata, il primo passo per sopravvivere è riconoscere la minaccia. Se si muove come un carro e ha la sagoma di un carro, il soldato deve reagire come se fosse un carro, anche se sotto il cofano c’è il motore di un furgone civile.
Durante le esercitazioni alle Hawaii, queste unità “fai-da-te” sono state integrate in una forza di opposizione (OpFor) molto più ampia, che comprendeva:
Veicoli reali e blindati operativi.
Droni e sensori avanzati.
Piattaforme improvvisate.
Il mix ha costretto le truppe americane a rivedere le proprie tattiche di ricognizione e le procedure di ingaggio, dovendo discriminare tra minacce reali e simulacri in uno scenario volutamente caotico.
L’Economia della Guerra Simulata
Qui entra in gioco l’analisi più cara a chi osserva le dinamiche della spesa pubblica e della logistica militare. Muovere un M1 Abrams o un Bradley non è solo un’operazione militare, è un incubo logistico ed economico.
I funzionari dell’esercito sono stati chiari: l’uso di repliche leggere riduce drasticamente l’usura dei veicoli operativi. I carri armati reali richiedono una manutenzione ossessiva (“significant maintenance”, nel gergo asettico del Pentagono) e attrezzature di trasporto pesante solo per essere portati sul campo di battaglia simulato.
Ecco un rapido confronto per comprendere l’impatto sui costi e sulla logistica:
| Caratteristica | Carro Armato Reale (es. M1 Abrams) | Simulacro in Compensato (su Pickup) |
| Costo Operativo | Migliaia di dollari per ora di utilizzo (carburante + usura) | Costo del carburante commerciale e manutenzione minima |
| Logistica | Richiede trasporti eccezionali, treni o aerei cargo | Si guida su strada come un’auto civile |
| Manutenzione | Team di meccanici specializzati e parti di ricambio costose | Martello, chiodi e un meccanico generico |
| Impatto sul Terreno | Distrugge strade e infrastrutture civili | Impatto nullo, compatibile con traffico normale |
Il risparmio generato permette ai pianificatori militari di “acquistare” più nemici. Con i soldi risparmiati non muovendo una compagnia di veri carri, si può schierare un intero battaglione di finti carri, rendendo lo scenario di addestramento più complesso, vasto e imprevedibile. È un moltiplicatore di forze a costo quasi zero.
Ricordiamo che la forza corazzata tedesca si addestrò negli anni venti e trenta usando dei carri armati di legno, dato che le era vietata una forza corazzata:
Lezioni dal Fronte Ucraino: Droni e Inganno
Non c’è solo il bilancio dietro questa scelta. C’è la dura realtà della guerra moderna, quella che si combatte ogni giorno nelle trincee del Donbass. L’uso di esche (decoys) è tornato prepotentemente di moda nel conflitto tra Russia e Ucraina.
Le truppe americane in Europa, in particolare presso l’area di addestramento di Grafenwoehr in Germania, hanno già adottato pratiche simili lavorando a stretto contatto con i soldati ucraini. Lì, i genieri americani hanno costruito semplici carri armati di compensato (una “scatola” di legname con una torretta finta e un manico di scopa come cannone) per scopi molto specifici:
Addestramento Droni: I soldati ucraini usano questi modelli per esercitarsi a individuare veicoli corazzati russi tramite le telecamere a bassa risoluzione dei droni FPV (First Person View). Riconoscere una sagoma pixellata dall’alto è una competenza critica.
Inganno Operativo: Sul campo reale, gli ucraini (e anche i russi) costruiscono repliche di carri, obici, lanciatori HIMARS e sistemi di difesa aerea. Lo scopo? Attirare il fuoco nemico. Ogni missile costoso o drone suicida che colpisce un mucchio di legna è un missile che non colpisce un sistema d’arma reale e prezioso. I funzionari ucraini hanno confermato che i droni russi hanno spesso abboccato all’amo.
Un ritorno al passato con un occhio al futuro
ito americano ci tiene a precisare che non si sono inventati nulla. L’uso di bersagli di legno ha più di un secolo di storia. Dalle sagome di cartone della Prima Guerra Mondiale ai famosi “Ghost Army” della Seconda Guerra Mondiale, che usavano carri gonfiabili per ingannare la ricognizione aerea nazista prima del D-Day, l’inganno è parte integrante della strategia.
Tuttavia, l’applicazione moderna alle Hawaii ci dice qualcosa sullo stato dell’arte della difesa. Anche la superpotenza numero uno al mondo deve fare i conti con la sostenibilità delle proprie esercitazioni. Non si tratta di povertà di mezzi, ma di allocazione razionale delle risorse. Se l’obiettivo è testare la capacità decisionale di un comandante di plotone sotto stress, un pickup camuffato da T-90 funziona tanto quanto un vero carro armato, ma lascia il budget intatto per le cose che contano davvero: munizioni reali e manutenzione dei sistemi da combattimento veri.
In conclusione, mentre i teorici discutono di guerra cibernetica, sul campo si torna a seghetto e compensato. Un approccio pragmatico, conservatore nel senso migliore del termine, che ci ricorda come in economia, così come in guerra, l’efficienza è spesso la migliore delle armi.
Domande e Risposte
Perché usare il legno invece di veicoli militari dismessi?
L’uso di veicoli dismessi comporterebbe comunque costi logistici elevati. Bisognerebbe trasportare mezzi pesanti, spesso non marcianti, sui luoghi dell’esercitazione con carrelloni speciali. Il legno montato su pickup commerciali, invece, offre una mobilità autonoma ed economica. Inoltre, il compensato è facile da riparare o sostituire se danneggiato, e permette di modificare rapidamente la sagoma per simulare diversi tipi di veicoli nemici (carri, blindati, artiglieria) senza dover gestire un parco mezzi obsoleto e ingombrante.
Questi finti carri armati possono ingannare i moderni sensori termici?
Non completamente. Un semplice telaio in legno su un pickup non replica la firma termica (il calore del motore e dei gas di scarico) di un vero carro armato da 60 tonnellate. Tuttavia, per l’addestramento visivo e per la ricognizione tramite droni ottici standard, sono estremamente efficaci. In scenari di guerra reale, le esche vengono spesso dotate di generatori di calore o piastre metalliche riscaldate proprio per ingannare anche i sensori a infrarossi e i missili a ricerca termica.
È una pratica che indica una mancanza di fondi dell’Esercito USA?
No, è una questione di efficienza, non di povertà. L’Esercito USA dispone di ampi budget, ma l’usura dei mezzi corazzati reali (come gli Abrams) è un problema critico. Ogni chilometro percorso da un carro vero richiede ore di manutenzione. Usare simulacri per le fasi di manovra e ricognizione permette di preservare la “flotta” reale per le esercitazioni a fuoco vivo o per il dispiegamento operativo, massimizzando la prontezza al combattimento e riducendo gli sprechi.








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