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Il pastrocchio dell’Istat sull’aumento della mortalità – di Ilaria Bifarini

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Secondo i dati pubblicati dall’Istat alla vigilia delle feste, nei primi otto mesi del 2015 in Italia si è assistito a un aumento dei decessi di ben 45 mila unità, un incremento in termini percentuali dell’11,5% rispetto all’anno precedente. Se venisse confermato un tasso di mortalità così alto anche per i restanti quattro mesi del 2015, in un anno verrebbero a mancare 68 mila persone.

Nonostante i tentativi di far passare in sordina la nefasta notizia nel periodo natalizio, i dati pubblicati hanno suscitato allarmismo e clamore, dando luogo a disparate ipotesi e congetture. Tra le più accreditate e convincenti, da una parte quelle che imputano l’aumento dei decessi alla scure che si è abbattuta sulla sanità, dall’altra il filone che collega il fenomeno all’inquinamento, di cui si è tornati improvvisamente a parlare con grande veemenza.

L’Istat ha risposto con un comunicato stampa dal titolo “Chiarimento su aumento decessi nel 2015”, in cui invita alla cautela nell’analisi della mortalità. Chiarisce che si tratta di dati aggregati, riferiti fino ad agosto 2015, che non permettono un’analisi dettagliata per età e non contemplano le cause di morte, disponibili soltanto due anni dopo l’anno di riferimento, come prevede il Regolamento europeo.

Il comunicato vuole rassicurare e spergiurare analisi azzardate, ma le motivazioni si rivelano piuttosto deboli: “ Anche nel 2012 si è avuto un incremento nel numero di morti, soprattutto nei primi 3 mesi dell’anno. (…)L’andamento mensile dei decessi nel 2015 appare meno eccessivo se confrontato con il 2012, il 2013 e il 2014”.

Analizzando i dati scopriamo che nel 2012 i decessi sono stati 19.481 in più rispetto al 2011, con un aumento percentuale del 3,3%, mentre sia nel 2013 che nel 2014 si è verificata una diminuzione della mortalità, rispettivamente di 12.139 e di 2.380 rispetto all’anno precedente. Non ci resta che aspettare (due anni!) analisi statistiche più accurate.

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Ilaria Bifarini


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