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Energia

Il Niger vuole diventare un maggiore esportatore di petrolio

Il Niger riesce finalmente a ricominciare l’export di petrolio tramite l’oleodotto che transita in Benin. Se questo flusso coninuerà permetterà al paese di trasformarsi in un produttore di petrolio

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Il Niger ha ripreso le esportazioni di petrolio dopo aver raggiunto un accordo con il vicino Benin in seguito a una recente disputa sui confini. Il Niger aveva interrotto le spedizioni di greggio a giugno dopo che la nazione dell’Africa occidentale aveva chiuso un oleodotto gestito dalla China National Petroleum Corp. che collegava il giacimento di Agadem al terminale di Sèmè Kpodji in Benin.

“Abbiamo raggiunto un accordo. Il caricamento del greggio è iniziato questa mattina”, ha dichiarato lunedì il ministro dell’Energia del Benin Samou Adambi, mentre l’ufficio del primo ministro Ali Lamine Zeine ha confermato la ripresa delle spedizioni. Il Niger si affida all’oleodotto Niger-Benin Export Pipeline, lungo 1.950 km e costruito dalla CNPC nell’ambito di un progetto da 4,6 miliardi di dollari per l’industria petrolifera del Paese, per ripagare un prestito di 400 milioni di dollari in cambio di petrolio da parte della società cinese.

Oleodotto Niger Benin da Standard and Poors

Il Niger intende utilizzare le entrate generate dalle spedizioni di petrolio per rimborsare il prestito usato per costruire l’infrastruttura.

L’importante oleodotto Niger-Benin da 110.000 b/g quintuplicherà la produzione di greggio del Niger e renderà il Paese un importante esportatore. Prima della costruzione dell’oleodotto, il Niger, senza sbocco sul mare, produceva solo 20.000 b/g di greggio dal suo bacino di Agadem Rift, che utilizzava principalmente a livello nazionale a causa della mancanza di una via di esportazione. Savannah Energy Plc (OTCPK:SVNNF), l’unica società occidentale che opera in Niger, ha in programma l’avvio di un progetto petrolifero da 1.500 b/d prima di passare a 5.000 b/d.

La CNPC era sul punto di riorganizzare il settore petrolifero del Niger quando il presidente Mohamed Bazoum è stato rovesciato dalla sua guardia presidenziale nel 2023, scatenando una serie di sanzioni da parte dell’organismo economico regionale ECOWAS e la condanna dei governi occidentali.

Il governatore militare Abdourahamane Tchiani ha sostituito Bazoum alla guida del Paese. Sotto Bazoum, il Niger era un alleato occidentale di lunga data ed era considerato un baluardo contro la diffusione dell’estremismo in tutto il Sahel, compresi i produttori di petrolio emergenti come la Costa d’Avorio e il Ghana. Al contrario, Tchiani è decisamente anti-occidentale e ha rapidamente tagliato i ponti con la Francia, ex potenza coloniale, a favore della Russia.

Nell’ultimo decennio, la Cina ha abbandonato sempre più il cosiddetto “modello Angola”, che prevedeva la concessione di prestiti ai Paesi africani sostenuti dal petrolio per finanziare la costruzione di strade, dighe idroelettriche, ferrovie, ecc. La Cina si è invece rivolta ai Paesi del Golfo e alla Russia, che dispongono di infrastrutture di produzione più affidabili, preferendo quindi non impegnarsi direttamente nel finanziare le infrastrutture.


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