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Il nemico del mio nemico: l’India sbarca nel Mediterraneo con la Grecia. E la Turchia osserva

L’India sfida la Turchia nel Mediterraneo? La prima, storica esercitazione navale con la Grecia ridisegna le alleanze strategiche, applicando un’antica massima militare per rispondere all’asse Ankara-Islamabad.

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Sembra quasi l’applicazione pratica di un antico adagio, uno di quelli che trascendono le epoche e le culture. “Il nemico del mio nemico è mio amico“, un concetto che, non a caso, trova una delle sue prime formalizzazioni nell’Arthasastra, un trattato di strategia militare indiano del IV secolo a.C. scritto da Kautilya. Oggi, nel 2025, questa massima sembra essere la stella polare che guida la politica estera di Nuova Delhi, portandola per la prima volta a condurre un’esercitazione navale bilaterale complessa nel cuore del Mediterraneo.

Il 18 settembre si è conclusa la prima edizione dell’esercitazione marittima tra la Marina Indiana e quella Ellenica nel Mediterraneo. Un evento che non è solo una stretta di mano tra due marine amiche, ma una vera e propria dichiarazione geopolitica che ridisegna le alleanze da Mumbai fino al Mar Egeo.

Dalle coste indiane al Mar Mediterraneo: un’alleanza che si consolida

L’operazione appena conclusa segna un salto di qualità notevole nella cooperazione tra i due Paesi. Già lo scorso 10 luglio, le marine indiana e greca avevano condotto un’esercitazione congiunta di tipo PASSEX (Passing Exercise) nel Mar Arabico, al largo di Mumbai. Si trattava di un primo passo, utile a oliare i meccanismi di comunicazione e a costruire fiducia reciproca. Ma quello a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi è qualcosa di ben più strutturato.

Equipaggi greci e indiani mescolate: Ministero della Difesa indiano

L’esercitazione si è svolta in due fasi:

  • Fase in porto (13-17 settembre): Presso la base navale di Salamina, gli equipaggi si sono scambiati visite a bordo delle rispettive unità per familiarizzare con le procedure operative. La protagonista indiana è stata la fregata missilistica stealth INS Trikand, mentre per la Grecia era presente la fregata HS Themistokles. Non sono mancati momenti di diplomazia e scambio culturale, con la presenza a bordo dell’ambasciatore indiano in Grecia, Rudrendra Tandon, e di alti ufficiali ellenici. L’equipaggio indiano ha anche avuto modo di visitare l’Acropoli, unendo l’utile strategico al dilettevole culturale.
  • Fase in mare (17-18 settembre): Qui si è entrati nel vivo delle operazioni. Le due marine hanno simulato scenari complessi, mettendo alla prova le loro capacità e, soprattutto, la loro interoperabilità.

Le manovre eseguite congiuntamente includevano:

  • Operazioni notturne di abbordaggio (VBSS – Visit, Board, Search, and Seizure).
  • Procedure di rifornimento in mare.
  • Esercitazioni congiunte di guerra antisommergibile (Anti-Submarine Warfare).
  • Tiri d’artiglieria coordinati.
  • Operazioni con elicotteri tra i ponti delle due navi.

Il successo di queste complesse manovre dimostra che la collaborazione non è solo di facciata, ma ha una solida base operativa, come se le marine si preparassero ad agire veramente in modo congiunto. Tra l’altro, senza dare troppo nell’occhio, l’India si addestra con un paese NATO.

Il grande gioco: l’asse Ankara-Islamabad e la risposta di Nuova Delhi

Perché la Marina Indiana si spinge fino al Mediterraneo per un’esercitazione così complessa? La risposta non va cercata nelle dichiarazioni ufficiali, che parlano genericamente di “sicurezza marittima e libertà di navigazione”, ma nella scacchiera geopolitica.

Il contesto è fondamentale. La Turchia, storico avversario della Grecia nel Mediterraneo orientale, ha negli ultimi anni stretto legami sempre più solidi con il Pakistan, l’arcinemico dell’India. Durante il breve ma intenso conflitto indo-pakistano dello scorso maggio, Ankara ha fornito varie forme di assistenza a Islamabad. Una mossa che a Nuova Delhi non è passata inosservata.

La reazione indiana, in perfetto stile Arthasastra, è stata quella di cercare un’alleanza con l’avversario tradizionale della Turchia: la Grecia. Se Ankara aiuta il mio nemico, io aiuto il nemico di Ankara. La logica è spietata quanto efficace.

Questa esercitazione rappresenta quindi:

  1. Una proiezione di potenza: L’India dimostra di poter operare con efficacia ben al di fuori del suo teatro tradizionale, l’Oceano Indiano, spingendosi in un’area strategicamente vitale come il Mediterraneo.
  2. Un messaggio politico: Il messaggio ad Ankara e Islamabad è chiaro. Ogni azione ha una reazione, e l’alleanza turco-pakistana sta generando una contro-alleanza greco-indiana.
  3. Una diversificazione strategica per Atene: Per la Grecia, avere un partner del calibro dell’India, una potenza nucleare ed economica in ascesa, rappresenta un importante asset per bilanciare la pressione turca, andando oltre le tradizionali alleanze in ambito NATO.

Al termine dell’esercitazione, la fregata INS Trikand ha proseguito la sua navigazione nel Mediterraneo. Un segnale che questa presenza non è destinata a essere un evento isolato. Il “Mare Nostrum” si scopre un po’ più affollato e, geopoliticamente, molto più interessante.

Incontro fra i comandanti delle squadre indiana, a sinistra e greca, a destra

Domande & Risposte

  1. Perché un’alleanza tra India e Grecia, due nazioni così distanti geograficamente, è strategicamente importante? L’importanza di questa alleanza risiede nella geopolitica moderna, dove le distanze contano meno delle convergenze strategiche. Per l’India, collaborare con la Grecia significa proiettare la propria influenza nel Mediterraneo e rispondere all’alleanza tra Turchia e Pakistan. Per la Grecia, l’India rappresenta un potente partner extra-NATO che può fornire un contrappeso strategico alla Turchia. Entrambe le nazioni condividono interessi nella sicurezza delle rotte marittime e nella stabilità internazionale, creando un asse che, pur essendo geograficamente distante, è politicamente molto coeso contro avversari comuni.
  2. Qual è il significato della presenza della Marina Indiana nel Mediterraneo? Tradizionalmente, la Marina Indiana ha concentrato le sue operazioni nell’Oceano Indiano. La sua presenza attiva nel Mediterraneo per un’esercitazione bilaterale così complessa è una novità assoluta e un segnale di maturità strategica. Dimostra la volontà di Nuova Delhi di diventare un attore globale (“global player”), capace di tutelare i propri interessi anche lontano dalle proprie coste. È un messaggio a tutte le potenze globali: l’India non è più solo una potenza regionale, ma un interlocutore con cui fare i conti sulla scena mondiale, anche in teatri operativi complessi come il Mediterraneo.
  3. Questo tipo di esercitazioni potrebbe aumentare la tensione nell’area del Mediterraneo Orientale? Sì, potenzialmente potrebbe aumentare la tensione, ma è più corretto vederla come una risposta a tensioni già esistenti. L’attivismo della Turchia nella regione e la sua alleanza con il Pakistan hanno già alterato gli equilibri. L’esercitazione greco-indiana non crea una nuova crisi, ma introduce un nuovo elemento nel calcolo strategico di tutti gli attori coinvolti, in primis Ankara. È una mossa del “grande gioco” internazionale: più che un’escalation diretta, è un riposizionamento di forze che costringe la Turchia a tenere conto di un nuovo asse strategico che si affaccia alle sue coste.
E tu cosa ne pensi?

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