Difesa

Il motore franco-tedesco salta? L’aereo da guerra del futuro vicino al flop

SCAF, l’aereo da guerra del futuro è in stallo. Il motore franco-tedesco si inceppa sul progetto da 100 miliardi, tra tensioni industriali e il rischio di un addio di Berlino.

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L’asse franco-tedesco, da sempre considerato il motore dell’integrazione europea, scricchiola e sembra vicino allo schiantarsi. Questa volta non per divergenze economiche o politiche, ma per un’intricata questione militare e industriale che rischia di far deragliare uno dei progetti di difesa più ambiziosi del continente: il Sistema di Combattimento Aereo del Futuro (SCAF o FCAS, a seconda che si pronunci in francese o inglese).

Il programma, lanciato nel 2017 e dal valore stimato di ben 100 miliardi di euro, mirava a dare vita a un sistema completo di difesa aerea entro il 2040, inclusi un caccia di nuova generazione, droni d’accompagnamento, armamenti e reti di comunicazione avanzate. Peccato che, tra annunci altisonanti e strette di mano, il progetto sia finito in una vera e propria palude.

Il problema? Una divergenza di vedute, o meglio, una lotta per la leadership tra i due giganti industriali del settore: il francese Dassault e l’europea Airbus, che rappresenta gli interessi tedeschi e spagnoli.

  • Dassault, forte della sua storica esperienza nella costruzione di aerei da combattimento, rivendica la guida del progetto, in particolare per la parte cruciale del caccia di nuova generazione.
  • Airbus, al contrario, spinge per una governance più equilibrata, con una vera e propria condivisione delle responsabilità, quasi a voler evitare una posizione subalterna, forte della propria esperienza con i mezzi civili e come parte del consorzio Eurofighter.

Ipotesi FCAS

La situazione è arrivata a un punto di non ritorno, paralizzando la seconda fase del progetto e impedendo la costruzione del prototipo. Le tensioni sono tali che si sta valutando l’impensabile: l’abbandono del progetto con la Francia da parte della Germania.

Piano B: chi resta e chi se ne va?

A Berlino, l’impazienza cresce. La Germania, con il cancelliere Merz in prima linea, sta sondando il terreno per alternative. L’ipotesi è quella di proseguire il programma con altri partner, magari con la Svezia o addirittura il Regno Unito, lasciando Parigi al palo. “Ci sarà un aereo da combattimento, con o senza la Francia”, hanno avvertito fonti vicine al dossier, una minaccia che sa di ultimatum.

Tuttavia, cambiare cavallo a metà del guado non è così semplice.

  • Riavviare il processo richiederebbe anni e ingenti risorse, rischiando di far naufragare i progressi già fatti, se esistorno.
  • Il Regno Unito è già impegnato in un progetto rivale, il GCAP (Global Combat Air Programme), con l’Italia e il Giappone. Difficile che lasci tutto per unirsi a un progetto travagliato. Le società hanno già costituito Edgewing, la struttura societaria che si occuperà dello sviluppo del caccia. Con il primo dimostratorew supersonico in cantiere per il 2027 e il laboratorio volante Excalibur in opera è possibile che la Germania venga accolta nel programma già iniziato, piuttosto che creare un’iniziativa ad hoc nuova.
  • La Svezia, che si è ritirata dal GCAP nel 2023, potrebbe rappresentare un’opzione più concreta, ma anche in questo caso, le negoziazioni sarebbero lunghe. Inoltre, per quanto Saab sia un’ottima società, comunque le sue dimensioni sono molto inferiori rispetto a Dassault.

In ottobre, le nazioni del SCAF si incontreranno per l’ennesimo tentativo di sbloccare la situazione. L’obiettivo è un accordo entro la fine dell’anno, unica via per avviare la costruzione di un dimostratore. Altrimenti, l’Europa rischia di ritrovarsi con due programmi militari concorrenti, uno scenario inefficiente e dispendioso, che comprometterebbe la sua autonomia strategica e metterebbe in discussione la cooperazione tra i suoi principali attori.

Il FCAS a Le Bourget

Domande e Risposte

1. Perché il progetto SCAF è così importante per l’Europa? Il progetto SCAF non è solo un semplice aereo da guerra, ma un sistema di difesa completo che garantirebbe all’Europa un’autonomia strategica cruciale. L’indipendenza militare e tecnologica da potenze extra-europee, come gli Stati Uniti, è un obiettivo di lungo periodo che l’Unione Europea ha tentato di perseguire. La riuscita del SCAF segnerebbe un passo decisivo in questa direzione, permettendo al blocco di gestire la propria sicurezza e di proiettare la propria influenza.

2. Quali sono i rischi di un fallimento del programma? Il fallimento del SCAF avrebbe conseguenze significative. Oltre alla perdita dei fondi già investiti, si rischia di creare un pericoloso precedente di sfiducia tra le nazioni europee sulla cooperazione in progetti strategici. Inoltre, una rottura tra Francia e Germania potrebbe portare alla nascita di due programmi rivali e paralleli, con una duplicazione di costi e sforzi che ridurrebbe l’efficienza complessiva delle spese militari europee, creando nuove tensioni politiche e industriali.

3. Il Regno Unito potrebbe essere un’alternativa per la Germania? Al momento, un’alleanza con il Regno Unito sembra poco plausibile. Londra è già fortemente impegnata con il programma GCAP insieme a Italia e Giappone, un progetto concorrente e molto avanzato. Un suo ingresso nel SCAF tedesco, anche se solo parziale, genererebbe complessità legali e tecniche, oltre a una nuova frizione diplomatica tra la Germania e i suoi attuali alleati. La Svezia, invece, potrebbe essere un partner più probabile, avendo già avuto contatti con il progetto ma non essendo attualmente vincolata ad altri programmi.

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