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Il mistero dell’oro australiano, ovvero quanto conta, o non conta, l’oro nel sistema bancario moderno

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Una curiosa vicenda ci fa capire cosa sia in realtà l’oro per una banca centrale moderna, soprattutto per una banca centrale che fa ancora la banca centrale, non che paga stipendi senza avere una specifica finalità.

L’Australia ha 80 tonnellate d’oro depositate presso la Bank Of England, con un contratto chiamato “Bailment”, corrispondente al nostro deposito. Questo oro viene ogni tanto ispezionato,  e lo è stato nel 2018 e nel 2013, di comune accordo fra le parti, in modo parziale. Peccato che non sia stato mai reso pubblico un rapporto sui risultati dell’ispezione, neanche a distanza di tempo, e neanche dopo una specifica richiesta di rendere pubblici i dati ufficiale, sulla base delle norme di trasparenza pubblica che in USA sono definite FOIA. Entrambe le banche centrali, la Bank of England e la Reserve Bank of Australia, hanno posto il veto alla  diffusione dei dati.

Ora un’ispezione all’oro non è una cosa complicata, quindi perchè le banche hanno posto il veto? Alla fine di solito si prende un campione di lingotti, si controllano i numeri di serie incisi dalla fonderia, si pesano, di fanno dei saggi, quindi si controllano i numeri di i lingotti le quantità ed è fatto. Alla fine basta un file excell, quindi perchè tutto questo segreto?

Negli ultimi 20 anni la RBA ha dovuto ammettere che praticamente tutto il suo oro è stato dato in prestito al London Gold Lending Market per quasi tutto il tempo, per cui non è mai stato possibile precedentemente misurarlo, e pesarlo in modo adeguato rispetto agli standard industriali. Insomma non c’è nessun documento pubblico ufficiale che attesti che

Fino al 1996 l’Australia aveva 247 tonnellate d’oro, ma in quell’anno ne furono vendute 167 riducendo le riserve a 80. La RBA non è una finta banca centrale, una di quelle strane banche europee che paga lauti stipendi a pletore di dipendenti per non fare nulla dato che la politica monetaria europea fa poco e quel poco che fa lo svolge a Francoforte. la RBA è una Banca centrale con le maiuscole, che svolge politica monetaria, regola il dollaro australiano, attualmente un po’ debole per una serie di vicissitudini con la Cina, regola il mercato del credito locale etc. Non ha neanche problemi a procurarsi l’oro, perchè l’Australia è il secondo paese produttore al mondo, e ne estrae  più di tre volte tanto ogni anno.

Il PIl australiano è neanche 2/3 di quello italiano, nonostante questo l’Australia ha un  trentesimo dell’oro italiano, e , quando ne aveva moto, era il 10% di quello italiano.  Perchè la forza , o la debolezza, di una moneta lo fa l’apparato industriale e produttivo di un paese,  insieme alla qualità degli uomini alla guida dei suoi apparati economici finanziari, mica l’oro depositato nelle casseforti. L’oro australiano magari non esiste neppure più, dato in prestito, in modo, diciamo così, definitivo, a qualche ricca banca cinese, ma questo non cambierà di una virgola l’economia australiana, nè cambierà la solidità, o meno del dollaro australiano. Allo stesso modo anche se nella “Sacrestia dell’oro” di fossero 5 mila tonnellate d’oro cambierebbe qualcosa, fino a quando una classe dirigente inadeguata lascerà, per paura e cecità, farsela portare via da vicini aridi e rapaci. Perchè sono gli uomini e le loro qualità a fare la ricchezza di un paese, non un po’ di roba gialla.

 


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