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Il mistero del “Boeing dei Rimpatri” in versione super-lusso: la Homeland Security vola su un 737 VIP (con livrea Trumpiana)
Doveva essere un aereo per i rimpatri dei migranti, ma il nuovo Boeing 737 della Homeland Security nasconde un segreto: interni di lusso con suite matrimoniali e una livrea che ricorda quella voluta da Trump. Un paradosso da milioni di dollari nei cieli di Washington.

C’è qualcosa che non torna nei cieli di Washington, e come spesso accade quando si parla di spesa pubblica federale americana, il confine tra necessità operativa e lusso sfrenato diventa improvvisamente labile. La notizia ufficiale è che il Department of Homeland Security (DHS) sta acquistando una flotta di Boeing 737 per potenziare le operazioni di espulsione dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement). In teoria, dovrebbero essere autobus con le ali, configurati per trasportare il maggior numero possibile di irregolari al minor costo possibile.
Tuttavia, la realtà ci ha appena regalato un paradosso degno di nota: uno di questi aerei, appena emerso con tanto di sigillo del Dipartimento in cabina, non è affatto un aereo da trasporto passeggeri ad alta densità. È un lussuoso palazzo volante.
L’aereo del mistero: N471US
Il protagonista di questa storia è un Boeing 737-800 BBJ (Boeing Business Jet), registrato civilmente come N471US. Non si tratta di un aereo qualunque recuperato da una compagnia low-cost fallita, ma di un velivolo che fino a poco tempo fa era in vendita su siti specializzati in aviazione di lusso.
New DHS plane 👀 pic.twitter.com/B64S1THp4B
— ALX 🇺🇸 (@alx) December 14, 2025
Ecco le caratteristiche che rendono difficile credere che questo aereo servirà per i rimpatri di massa:
- Configurazione VVIP: Invece dei classici 180 sedili stretti, questo aereo è configurato per trasportare solo 17 passeggeri.
- Interni da nababbi: Le foto di vendita mostrano due suite private con letti matrimoniali “full-size” e un bagno padronale dotato di doccia.
- Bassa usura: L’aereo ha volato pochissimo (circa 670 ore totali) ed è praticamente nuovo di fabbrica.
Modificare un aereo del genere per trasformarlo in un trasporto truppe o deportati richiederebbe un lavoro immenso, costoso e tecnicamente illogico. Perché comprare una Rolls Royce per trasformarla in un furgone per le consegne, quando si può comprare direttamente il furgone? La risposta più probabile, è che questo aereo rimarrà esattamente com’è: un mezzo di trasporto di lusso per i vertici del Dipartimento, o qualche altro “VIP” che rimane misterioso.
La livrea “Trumpiana” e il gioco delle società
Un dettaglio che non è sfuggito agli osservatori più attenti è la verniciatura esterna. L’aereo sfoggia una livrea rossa, bianca e blu scuro che è incredibilmente simile a quella che il Presidente Donald Trump aveva selezionato personalmente per i nuovi Air Force One (i VC-25B), prima che l’amministrazione Biden cancellasse il progetto per tornare ai colori classici dell’era Kennedy.
Il fatto che questo 737 DHS adotti proprio quello schema scartato potrebbe essere una coincidenza, o forse un segnale politico nemmeno troppo velato.
Ancora più interessante è la “scatola cinese” burocratica dietro l’aereo:
- Il velivolo è registrato a una società chiamata Valkyrie Aviation Holding Group, LLC, con sede ad Arlington, Virginia.
- Contemporaneamente, il DHS ha firmato un contratto da 140 milioni di dollari con un’altra entità, la Daedalus Aviation, per l’acquisto di sei 737.
- Valkyrie ha prenotato una serie di numeri di registrazione consecutivi (da N473US a N479US), suggerendo che N471US è solo la punta dell’iceberg di una flotta “fantasma” gestita tramite contractor privati.
Missioni diplomatiche o vacanze di lusso?
Mentre ci si interroga sugli interni, l’aereo non sta fermo. Appena apparso a Washington, il N471US è decollato per un tour intercontinentale che ha poco a che fare con il confine messicano.
Il tracciamento radar ha mostrato una rotta molto particolare:
- Partenza da Washington (Reagan National Airport).
- Scalo tecnico a Creta (Baia di Souda).
- Arrivo ad Amman, Giordania.
- Successivo spostamento ad Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti.
Il dettaglio che conferma la natura “istituzionale” e non operativa della missione è la sua “ombra”: l’aereo è stato preceduto e seguito negli stessi aeroporti da un C-37B (Gulfstream G550) della Guardia Costiera USA. Il C-37B è il classico jet usato per trasportare il Segretario della Homeland Security o gli ammiragli della Coast Guard. Il fatto che i due aerei viaggino in coppia suggerisce che il nuovo 737 di lusso sia già pienamente operativo come supporto per delegazioni di altissimo livello, o abbia trasportato qualche interlocutore importante, ma riservato.
Interesting flights to Jordan: a Dept of Homeland Security 737 landing Amman from DC (n471us), shortly after a CoastGuard glf5 (c102) from DC as well pic.twitter.com/yCpgICUjlM
— avi scharf (@avischarf) December 15, 2025
Un paradosso economico e operativo
Siamo di fronte al classico esempio di “doppio binario” della spesa pubblica. Da un lato, il Dipartimento annuncia contratti per aerei destinati alle deportazioni, un tema caldo che giustifica ampie allocazioni di budget per la sicurezza nazionale. Dall’altro, nello stesso calderone di acquisti, spunta un asset di lusso sfrenato che servirà a trasportare meno di venti burocrati o politici nel massimo comfort possibile.
La Homeland Security ha recentemente confermato l’intenzione di sostituire i vecchi Gulfstream della Guardia Costiera con nuovi jet da quasi 200 milioni di dollari. Le critiche non sono mancate, specialmente considerando che questi contratti sono stati firmati durante periodi di incertezza sul bilancio federale (shutdown).
L’acquisto di questo 737 VVIP sembra seguire la stessa logica: si utilizza la necessità operativa (i rimpatri) come cavallo di Troia per rinnovare la flotta VIP con macchine che farebbero invidia a uno sceicco. Resta da vedere se, con la nuova amministrazione Trump che promette di tagliare gli sprechi del “Deep State”, questo salotto volante verrà visto come un asset necessario per la grandezza americana o come l’ennesimo spreco della palude di Washington. Soprattutto chi sta trasportando questo aereo, dato che, normalmente, le varie agenzie hanno già gli aerei VIP necessari. Che missioni segrete sta compiendo?
Nel frattempo, il misterioso 737 continua a volare sopra l’Atlantico, con i suoi letti matrimoniali e la sua doccia, portando in giro qualcuno che, evidentemente, non ha problemi di visto.
Domande e risposte
Perché un aereo per le deportazioni ha letti e docce? Molto probabilmente, questo specifico aereo non verrà mai utilizzato per le deportazioni. Sebbene faccia parte di un piano di acquisizione più ampio giustificato con le operazioni dell’ICE, la configurazione interna “VVIP” con sole 17 poltrone, letti e doccia suggerisce che sarà destinato esclusivamente al trasporto di alti funzionari del governo, del Segretario della Homeland Security o di delegazioni diplomatiche, fungendo di fatto da “Air Force One” in miniatura per il Dipartimento.
Cosa c’entra Donald Trump con la verniciatura dell’aereo? La livrea dell’aereo (rossa, bianca e blu scuro lungo la fusoliera) è quasi identica allo schema di colori che Donald Trump aveva proposto per i nuovi aerei presidenziali (VC-25B) durante il suo primo mandato. Quel design fu scartato da Biden per costi e problemi tecnici. La sua ricomparsa su questo 737 DHS ha sollevato curiosità: potrebbe essere una coincidenza, un omaggio politico, o semplicemente l’utilizzo di un design già pagato o approvato in precedenza da qualche ufficio federale.
Chi paga per questi aerei e chi li gestisce? I fondi provengono dal budget federale del Dipartimento della Homeland Security (DHS). Tuttavia, la gestione appare affidata a società private esterne (contractor) come la “Valkyrie Aviation Holding Group” e la “Daedalus Aviation”. Questo sistema di “Contractor-Owned/Contractor-Operated” è comune nel governo USA: permette di avere aerei a disposizione senza che figurino direttamente nell’inventario militare ufficiale, garantendo flessibilità operativa e, talvolta, una minore trasparenza sui costi reali di gestione e manutenzione.









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