Attualità
Il metodo Starace e l’epurazione del dissenso L’AD di Enel alla platea: “Bisogna distruggere fisicamente i centri di potere che si vuole cambiare”. Di Ilaria B.
Se ci sia una parentela, diretta o indiretta, tra l’amministratore delegato di Enel e l’ex gerarca fascista non abbiamo fonti certe per riportarlo. Di certo i metodi di repressione utilizzati dai due Starace richiamano una certa familiarità. Achille Starace, segretario del PNF dal 1931 al 1939, fu il responsabile della fascistizzazione delle masse e dei costumi in Italia, dall’introduzione del Voi al posto del Tu, alla sostituzione della stretta di mano col saluto fascista. Tra le sue frasi celebri ricordiamo il “datevi a l’ippica” piuttosto che leggere libri.
Settant’anni dopo arriva da un altro Starace, Francesco, amministratore delegato di Enel, uno dei più efferati proclami di metodi dittatoriali che neanche Orwell nel Grande Fratello si sarebbe mai immaginato. Davanti a una schiera di laureandi della Luiss, desiderosi di sapere quale fosse l’elisir per raggiungere il successo, il guru ha rivelato con semplicità e schiettezza: “Per cambiare un’organizzazione ci vuole un gruppo sufficiente di persone convinte di questo cambiamento, non è necessario sia la maggioranza, basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo, ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando ad essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno dell’organizzazione dei gangli che si vuole distruggere. Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e la cosa va fatta nella maniera più plateale e manifesta possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta in fretta, con decisione e senza nessuna requie, e dopo pochi mesi l’organizzazione capisce perché alla gente non piace soffrire. Quando capiscono che la strada è un’altra, tutto sommato si convincono miracolosamente e vanno tutti lì. È facile”.
Ascoltare per credere:
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