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Il Messico “regala” a Cuba carburante per 3 miliardi di dollari. Un aiuto fraterno o un buco nero per le casse dello Stato?
Un’indagine rivela che il Messico ha inviato carburante per 3 miliardi di dollari a Cuba in pochi mesi, aggravando i conti della compagnia statale Pemex. Ma un esperto solleva dubbi: dove finisce davvero tutto quel petrolio?

Un fiume di petrolio, tanto generoso quanto controverso, scorre dal Messico verso Cuba. Un’inchiesta dell’organizzazione “Mexicanos Contra la Corrupción y la Impunidad” (MCCI) ha svelato un’operazione di sostegno energetico senza precedenti: tra maggio e agosto 2025, il governo messicano avrebbe spedito all’isola caraibica carburante sovvenzionato per un valore superiore ai 3 miliardi di dollari.
Questa cifra, equivalente a circa 60 miliardi di pesos, non è solo esorbitante, ma segna un’accelerazione drastica rispetto al passato, risultando tre volte superiore al totale degli aiuti inviati negli ultimi due anni dell’amministrazione precedente. L’operazione è stata gestita da Gasolinas Bienestar, una filiale creata ad hoc della compagnia petrolifera statale Pemex, che sembra essere diventata il braccio operativo di una politica estera tanto munifica quanto opaca nei suoi rendiconti.
I dettagli emersi dall’indagine sono significativi e meritano un’analisi puntuale:
- Frequenza delle spedizioni: Almeno 58 carichi di carburante (benzina, diesel e greggio) sono partiti dai porti messicani in soli quattro mesi.
- Origine: La maggior parte delle navi è salpata da Coatzacoalcos (Veracruz), con tre partenze da Tampico (Tamaulipas).
- Navi controverse: Tra le imbarcazioni utilizzate spicca la Sandino, una nave che dal 2019 figura nella lista delle sanzioni dell’OFAC (l’organo di controllo del Tesoro USA) per aver trasportato petrolio venezuelano a Cuba. Un dettaglio che aggiunge un livello di complessità geopolitica all’intera vicenda.
- Destinatario: L’importatore cubano è quasi sempre Coreydan S.A., un’azienda statale dell’Avana che condivide la sede con CUPET, la compagnia petrolifera nazionale cubana.
Per dare un ordine di grandezza alla cifra in gioco, i 3 miliardi di dollari spesi in quattro mesi eguagliano l’intero budget federale previsto per il 2026 del Ministero della Sicurezza e Protezione del Cittadino messicano, e superano di gran lunga i fondi combinati della Procura Generale e quelli per le infrastrutture scolastiche.
Il rovescio della medaglia di questa “solidarietà” internazionale è il pesante impatto sulle finanze di Pemex. MCCI aveva già avvertito che queste spedizioni stavano peggiorando la salute finanziaria della compagnia. Non a caso, nel suo primo anno di attività, Gasolinas Bienestar ha registrato perdite e debiti per 5,8 miliardi di pesos, un rosso che riflette quasi perfettamente il costo del carburante fornito gratuitamente a Cuba.
Tuttavia, non tutti sono convinti della veridicità di questi numeri. L’esperto di energia Jorge Piñón, intervistato dal Miami Herald, ha espresso scetticismo, mettendo in dubbio che Cuba disponga della capacità di stoccaggio necessaria per un volume così imponente di idrocarburi. Se i dati fossero confermati, sorgerebbe una domanda cruciale, specialmente considerando la perenne crisi energetica cubana: “Dov’è finito tutto quel petrolio? Che Cuba lo stia riesportando?”. Una domanda che apre a scenari complessi e getta un’ombra sull’intera operazione, e che potrebbe portare a reazioni molto forti da parte degli USA.
Domande e Risposte per il lettore
1: Perché il Messico sta inviando una quantità così massiccia di carburante a Cuba?
Sebbene l’articolo non entri nei dettagli delle motivazioni politiche, queste operazioni si inquadrano in una storica relazione di vicinanza e solidarietà ideologica tra il governo messicano e quello cubano. L’invio di carburante a prezzi sovvenzionati o gratuiti rappresenta una forma di aiuto diretto per sostenere l’economia cubana, cronicamente afflitta da una grave crisi energetica. Tuttavia, la scala di questi aiuti solleva interrogativi sulla sostenibilità economica e sulle reali priorità del governo messicano, data la situazione finanziaria precaria della sua stessa compagnia petrolifera statale, Pemex.
Quali sono le conseguenze dirette di questa operazione per i cittadini messicani?
La conseguenza più immediata è il pesante onere finanziario a carico di Pemex, un’azienda di proprietà dello Stato. Le perdite registrate dalla filiale Gasolinas Bienestar, pari a miliardi di pesos, rappresentano di fatto un costo per le casse pubbliche. Questi fondi, distratti per sostenere un altro paese, potrebbero essere impiegati per migliorare le infrastrutture nazionali, finanziare servizi essenziali come la sicurezza o l’istruzione, o per ridurre il debito della stessa Pemex, migliorandone l’efficienza e la competitività a beneficio dell’economia messicana nel suo complesso.
L’ipotesi che Cuba possa rivendere il petrolio ricevuto è plausibile?
L’ipotesi, sollevata dall’esperto Jorge Piñón, è tecnicamente plausibile e aprirebbe scenari complessi. Cuba potrebbe riesportare il greggio o i prodotti raffinati sul mercato internazionale per ottenere valuta pregiata, di cui ha un disperato bisogno. Se ciò fosse vero, l’aiuto messicano non servirebbe solo a coprire il fabbisogno energetico interno dell’isola, ma si trasformerebbe in una sorta di sussidio indiretto per le finanze del governo cubano. Questa possibilità mette in discussione la trasparenza e lo scopo reale dell’operazione, trasformandola da semplice aiuto umanitario a una potenziale manovra geoeconomica

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