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Il mea culpa che dovrebbe fare il M5S

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Dove hanno sbagliato i 5s? E’ anni che sbagliano i 5s, è anni che glielo diciamo ma visto che UNO UGUALE UNO per loro non esistono pensatori, intellettuali, persone di cultura, ricercatori, da ascoltare più di altri. Anzi, chiunque abbia criticato, in questi anni, pubblicamente, era assimilato d’ufficio ai nemici del movimento.

Non si può spacciare per democrazia diretta una piattaforma informatica di proprietà di un imprenditore in odore di conflitto di interessi perché piazza i suoi uomini ed emana direttive all’interno del suo partito. O meglio si può, ma allora non è più democrazia diretta, è esattamente il suo contrario, un partito come altri. Lui non è stato votato, quindi perché dovrebbe valere più di uno?

Non si può partire da una base e da punti programmatici in divenire, come è partito, con tematiche come la moneta, l’euro, i vaccini, e poi stravolgere tutto man mano che ci si avvicina al potere, dicendo, come mi hanno continuamente detto, Luigi Di Maio compreso sulle monete complementari comunali, “sono cose che potremo fare quando saremo al potere” pur non mettendoli nei programmi – penso alla moneta fiscale –  oppure ai vaccini formulati in modo soft e ambiguo per pescare largo tra l’elettorato e non scontentare troppo Big Pharma, che è una mafia vera e propria, come ci insegnarono gli spettacoli di Grillo.

Non ci si può basare su una comunicazione concentrata nelle mani dei soliti pochi e imbavagliare tutti i blogger e i ricercatori che si erano avvicinati alla base, informandola.

Non si può abbandonare la tematica dell’euro, e quella della moneta che pur era cominciata con il contatto tra Auriti e Grillo, dicendo che tale tema spaventa la signora Maria, e quindi pescare largo tra gli elettori senza fare cultura in merito (o solo in sporadici convegni).

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Non si possono cooptare uomini delle istituzioni dai cv internazionali, facendo finta che personaggi altrettanto validi ma veramente alternativi non esistano o non possano essere nati nell’humus della base, tra i simpatizzanti, perché così significa, come hanno fatto, tradirli e tradire il senso del movimento.

Tanti talenti regalati e passati alla Lega, penso a Marco Zanni, perso perché coerente con le sue idee, ma anche a Bagnai e a Borghi – quest’ultimo con la proposta dei minibot – penso a tutti quelli che ci si sono avvicinati e sono stati solo tenuti a bada, con condiscendenza, penso ai Galloni e la sua proposta di statonote, ai Maggiore, Tamburro, Saba, Amodeo, Fusaro, Claudio Messora compreso, per citarne solo alcuni, e a tutti quelli che, me compresa, hanno contribuito in modo rilevante con contenuti e ricerche di contenuti  MAI istituzionalizzati e formalmente accettati.

Per dire che è mancato un vero dibattito culturale dal basso e che esso è stato crassamente filtrato dall’alto..

Ah già, uno vale uno, e così nuove facce, nuovi ignoti avvalendosi delle nostre ricerche e pappagallando o strumentalizzando contenuti culturali ideati da altri – penso al franco CFA di cui informai sin dal 2014, venuto allo scoperto fuori tempo massimo dopo che la Meloni che leggeva i miei articoli ne parlò per prima – si facevano spazio nel parlamento, al governo, nelle istituzioni mentre noi rimanevano fuori, a suggerire come fantasmi sui social, regalando per passione il nostro lavoro. Si trattava di salvare l’Italia dopo tutto, no? Una missione senza prezzo. Ma altri trovavano un posto di lavoro, intanto.

Per non parlare dei meetup eccellenti fatti fuori con un colpo di spugna di un fantomatico Staff dai poteri concentrati degni di un despota, ma anonimo come i call centre delle multinazionali: penso tra i tanti a quello di Siena che stava vicino alla vedova di David Rossi e che mai avrebbe mollato il suo fiato sul collo su istituzioni e magistratura per arrivare alla verità del suo OMICIDIO e della vicenda vergognosa di MPS. Sparito grazie alle non risposte dello “Staff” che gli fece mancare la certificazione. E come esso tanti altri, senza ragioni, senza giustificazioni, senza il sia pur minimo argomento comunicato.

Quindi per riassumere: comunicazione concentrata nelle mani dell’apice e a dire di tanti non efficiente, conflitto di interessi dell’azienda proprietaria della piattaforma, la quale deve appartenere a tutti i soci (magari con blockchain e intranet), messa a distanza dei personaggi di cultura, strumentalizzazione dei nostri temi per poi tradire la base autentica sostituendola con una base che non ha partecipato alla creazione di contenuti culturali e che non conosce, perché appositamente ignara, alcuni temi, i temi dell’inizio.

Voltafaccia o silenzi clamorosi, come su moneta, euro, vaccini ma che ne è della nazionalizzazione di Autostrade?

Argomenti invece del tutto carenti dai programmi sono il ripristino dell’IRI, il retromarcia sul contributivo, la nazionalizzazione di Bankitalia. Ne è mancato persino il dibattito. Quale tipo di economia? Una economia mista qual fu nel dopoguerra e permise il miracolo all’italiana, sia pur con tanto di accorgimenti migliorativi?

Non se ne è neanche parlato, a parte il mantra della digitalizzazione, anch’essa senza la sia pur minima messa in discussione delle modalità in cui sta avvenendo a vantaggio dei soliti noti over the top! Ricordo ad esempio il caso della “share economy” dove i 5S hanno spinto per trasformare le online travel agencies in sostituti di imposta.  Vale a dire i big del net, Expedia, Tripadvisor, Booking costole di Microsoft e Airbnb startup di Amazon, evasori totali, a sostituire l’agenzia delle entrate per la raccolta delle tasse, progetto per fortuna parzialmente abortito (a parte la raccolta della tassa di soggiorno da parte di Airbnb). Basta ripetere con me: DIGITALE è BELLO, e nessuna critica è concessa. Donde anche il tabu sulla moneta che sarà sempre più digitale. Niente. Silenzio stampa.

Il reddito di cittadinanza si è rivelato il flop che sapevamo perché non è possibile che riesca bene senza mettere sul tavolo strumenti monetari aggiuntivi, in questo frangente, penso alla moneta fiscale, che era stata considerata ma poi eliminata senza spiegazioni, senza pubblicità, solo perché un anonimo funzionario della Corte dei Conti disse che aumentava il debito. Fatto del tutto errato, basti consultare gli scritti del suo ideatore, Marco Cattaneo e del suo gruppo (Bossone, Costa, Sylos Labini, Zezza, Fantacci, Amato) che hanno fatto un lavoro certosino di disanima delle regole contabili dell’UE e come inserire tale strumento senza alcun aumento del debito pubblico, ottenendo l’aumento della domanda interna e degli investimenti produttivi.

Ma penso anche al progetto azzardato di moneta crypto di euro scritturali derivante dal progetto criticato e fallito di equacoin di Saba. Un gruppo di programmatori e di cittadini del mondo hanno ripreso il progetto, esasperati di fronte all’assenza della politica e alla loro pusillanimità, e hanno deciso di istituirsi e accordarsi un reddito universale, creando moneta crypto, distribuendola e pensando di mettere le istituzioni davanti al fatto compiuto. Come spenderla poi si vedrà, o meglio si stanno organizzando. Cosa aspetta la politica ad esaminare questi progetti? Tutti progetti che se non altro dovrebbero accendere i riflettori su una realtà di cittadini che si stanno svegliando e tentano di organizzarsi, dal basso, in rete, aspettando che la politica si accorga che la moneta è la chiave di volta di qualsiasi società che si rispetti, e del potere.

L’ambiguità è stata sin dall’inizio dentro il 5S: non puoi chiamare “di cittadinanza” un reddito che in realtà è un sussidio di disoccupazione con tutto il suo corollario di condizioni.

Per descrivere l’autolesionismo, secondo me voluto, di cui hanno fatto prova, fui costretta, da monetarista e iscritta 5S, alle penultime politiche,  a votare Borghi della Lega, cosa che feci con autentica gioia, perché l’alternativa erano Padoan e un anonimo infiltrato d’ultimo minuto nel meetup di Siena. Situazione che denunciammo a Di Maio, ma tutti fecero spallucce prima di non certificare più il meetup, come detto sopra, senza alcuna ragione formale.

Adesso rimangono temi importanti da portare avanti, e soprattutto i punti programmatici del contratto di governo: punti come la separazione tra banche di affari e banche commerciali, una banca pubblica per gli investimenti e i minibot – vuoi moneta fiscale – sono assolutamente da attuare.

Avrei tutti gli argomenti da presentare a Bruxelles per blindare la moneta fiscale, ammettendo che qua dentro qualcuno capisca già solo il fatto di come e del perché bisogna blindarla, visto che ci troviamo nel mantra “o dentro o fuori l’euro” e che si confonde il tema monetario con il tema dell’euro, non esattamente la stessa cosa.

E adesso, se Salvini volesse spingere sulla tav consiglio al 5s di tenere duro, perché se cedono sarebbe l’ennesimo tradimento, meglio allora ritirarsi e “perdere” a schiena dritta che non continuare a morire dentro. Meglio allora tornare alle urne con il rischio di scomparire politicamente per rinascere meglio, con un vero movimento di democrazia diretta, magari imparando dal referendum di iniziativa cittadina di Etienne Chouard, magari attorno a un progetto di comunità e di moneta. Dal basso.

Nforcheri 28/5/2019

Riferimenti
Forcheri: La Tav non s’ha da fare

Megachip: Moneta fiscale, la via giusta per l’economia italiana

Forcheri: CFA: l’Italia come l’Africa

Convegno M5S su Banche e Moneta, Parlamento, novembre 2016

Le locazioni brevi: share economy, convegno al parlamento

 

 

 


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