Esteri
Il Kenya manderà propri militari e poliziotti ad Haiti, un paese sceso nel caos violento
Il Kenya, su stimolo e approvaione degli USA, invierà forze di polizia ad Haiti nel tentativo di permettere al presidente Henry, appoggiato dalla comunità internazionale, di prendere il coontrollo del paese
I leader di Kenya e Haiti hanno siglato un patto per una missione ONU guidata dal Kenya nella poverissima nazione caraibica. Nairobi intende inviare 1.000 uomini armati, sotto la definizione di agenti di polizia, a Port-au-Prince, dato che le autorità locali hanno quasi perso il controllo della capitale di Haiti. L’amministrazione di Joe Biden sta lavorando da diversi anni per creare una forza delle Nazioni Unite che occupi Haiti per ristabilire l’ordine, ma sinora non c’è riuscito anche perché non ci sono interessi economici rilevanti nella poverissima nazione caraibica.
A ottobre, su sollecitazione di Washington, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato una risoluzione che autorizza il Kenya a guidare una forza di polizia dell’ONU ad Haiti per restituire il potere al Primo Ministro Ariel Henry, che ha affrontato mesi di violenti disordini sulla scia dell’assassinio del Presidente Jovenal Moise nel 2021 e che, tecnicamente, non sarebbe il presidente eletto, ma un facente funzione.
Il popolo di Haiti non ha eletto il governo di Port-au-Prince. Non molto tempo dopo l’omicidio di Moise, l’allora primo ministro Claud Joseph si dimise per volere delle pressioni occidentali, permettendo a Henry di assumere il potere al suo posto.
Da allora, sotto la guida di Henry, le bande armate hanno preso il controllo della maggior parte della città, occupando a volte infrastrutture critiche, tra cui il porto, la principale via d’accesso al paese, anche per gli aiuti internazionali. Il governo non ha una legittimazione nel paese, non ha risorse e non ha possibilità di ottenere il controllo dell’ordine pubblico o fare qualcosa di utile del la nazione.
Dopo l’approvazione della forza da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il leader dell’opposizione Ekuru Aukot ha contestato a Nairobi la decisione del presidente William Ruto di inviare kenioti ad Haiti. A gennaio, l’Alta Corte keniota ha dato ragione ad Aukot, bloccando il dispiegamento.
Il presidente ha poi dichiarato di poter aggirare la sentenza stringendo un patto direttamente con Port-au-Prince. Questo accordo “reciproco” è stato firmato venerdì. Ruto ha dichiarato che lui e Henry hanno “discusso i prossimi passi da compiere per accelerare il dispiegamento”, anche se i leader non hanno fornito una tempistica per l’operazione.
Il piano sostenuto dagli Stati Uniti di inviare kenioti ad Haiti ha incontrato l’opposizione di Port-au-Prince oltre che di Nairobi. Gli haitiani hanno protestato contro la richiesta di Henry di inviare le Nazioni Unite, in quanto le forze di pace dell’ONU ad Haiti hanno un passato di abusi sessuali e hanno causato un’epidemia di colera che ha ucciso migliaia di persone.
“Il popolo haitiano ha conservato l’amaro sapore di una forza straniera al comando della nostra situazione: furti, stupri, colera, dipendenza alimentare, deregolamentazione del sistema economico, senza contare il fatto che non ricordiamo di aver visto i leader delle bande di allora essere arrestati o resi incapaci di fare del male”, ha dichiarato un think tank haitiano, il Groupe de Travail sur la Securite (Gruppo di Lavoro sulla Sicurezza), in merito alla richiesta iniziale di Henry.
Nel frattempo non è neanche possibile vedere un paese cadere nel caos e nell’anarchia violenta più totale, anche peerché questo può, da un lato, destabilizare anche altri paesi nell’area, a partire dalla confinante Repubblica Dominicana, e potrebbe anche generare flussi di migranti incontrollati versi gli USA.
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