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Il governo Sud Coreano investe in un reattore a fusione sperimentale. A tutta velocità verso la produzione energetica
Il governo sudcoreano ha avviato la fase di progettazione di un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale, compiendo un passo significativo verso lo sfruttamento della fusione nucleare per la produzione di elettricità.
L’impianto, destinato a scopi dimostrativi, dovrebbe raggiungere un livello di produzione adatto al funzionamento commerciale.
Il Ministero della Scienza e delle TIC ha dichiarato mercoledì che una task force per la preparazione del progetto, composta da esperti dell’industria e del mondo accademico, sarà responsabile della progettazione dell’impianto da 500 megawatt.
Il completamento della progettazione concettuale preliminare è previsto per il 2026 come prima fase, seguita dalla definizione degli standard di progettazione nella seconda fase entro il 2030. La progettazione ingegneristica e il processo di autorizzazione dovrebbero concludersi entro il 2035.
La fusione nucleare, che imita il principio della produzione di energia del sole, comporta la fusione di nuclei atomici leggeri in nuclei più pesanti, generando un notevole calore che può essere utilizzato come fonte di energia. A differenza della fissione nucleare, questo processo elimina le preoccupazioni relative alle emissioni radioattive. Con il suo potenziale di rivoluzionare le fonti energetiche, la fusione nucleare è ampiamente considerata come una svolta epocale.
L’Istituto coreano per l’energia da fusione (KFE) è impegnato nella ricerca sulla fusione nucleare sin dall’installazione del Korea Superconducting Tokamak Advanced Research (KSTAR) presso il Daedeok Research Complex di Daejeon, nell’agosto 2007. I loro sforzi si sono concentrati sul raggiungimento e sul mantenimento di temperature del plasma superiori a 100 milioni di gradi Celsius, un prerequisito fondamentale per il successo della fusione nucleare.
I recenti progressi hanno visto le temperature del plasma superare i 100 milioni di gradi Celsius e rimanere stabili per una durata di 30 secondi. L’obiettivo finale è quello di estendere progressivamente questa durata, puntando a un traguardo di oltre 300 secondi entro il 2026.
Al di là delle capacità del KSTAR, la prossima struttura dimostrativa comprenderà anche lo sviluppo di dispositivi come generatori di vapore e turbine, che consentiranno di generare elettricità insieme al dispositivo di fusione.
Il Ministero della Scienza e delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione prevede la partecipazione di circa 20 aziende, comprese quelle coinvolte nella costruzione del KSTAR, al team di preparazione del progetto.
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