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Il Global Compact for Migration provoca la crisi nel governo belga. (di Viola Ferrante)

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Si è concretizzata la crisi governativa in Belgio per l’intenzione del premier belga di voler firmare il Global Compact proposto dall’ONU e che già almeno 11 paesi hanno annunciato di non voler firmare, tra cui USA, Australia, Israele e in Europa Austria, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Croazia, Slovacchia, Bulgaria e l’Italia che ha rimesso al voto del parlamento la decisione finale.

La crisi del governo belga dovuta al patto delle Nazioni Unite sulla migrazione era peggiorata già sabato sera. I nazionalisti fiamminghi dell’N-VA avevano minacciato l’abbandono se il Primo Ministro Charle Michel avesse insistito nella sua intenzione di voler approvare il testo.

Inutili tutti gli incontri sul tema dei quattro partiti che formavano il governo per tentare di ricucire la coalizione svoltesi nelle settimane passate. Il partito N-VA fiammingo è l’unico contrario al patto e oggi (9.12. 2018) Bart De Wever ha quindi dato seguito alle minacce e decretato l’uscita dal governo. Il Premier Michel ha annunciato che le funzioni dei tre ministri fiamminghi saranno svolte da due segretari di Stato e che rimane sua intenzione continuare con la sua esperienza di governo anche se con un governo di minoranza.

Una delle richieste dei gilet gialli che sono scesi in piazza anche in Belgio (tentando anche di entrare nei locali del Parlamento europeo) era proprio di non firmare il Global Compact. Ora questa evoluzione del quadro governativo non migliora certo il clima politico nel paese, su cui ormai incombe anche l’eventualità di elezioni anticipate.

Viola Ferrante

http://www.rfi.fr/europe/20181209-pacte-onu-migrations-marrakech-implosion-gouvernement-belgique


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