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Difesa

Il giorno in cui i droni hanno imparato a fare “Squadra”: il Ghost Bat spara il primo missile antiaereo a lungo raggio. È la fine dei Top Gun?

Boeing e RAAF completano con successo il primo lancio di un missile AIM-120 da un drone autonomo MQ-28. Ecco come E-7A, Super Hornet e Ghost Bat hanno collaborato per abbattere un bersaglio, aprendo l’era dei gregari robotici armati.

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Boeing e la Royal Australian Air Force (RAAF) hanno appena riscritto i manuali di ingaggio aereo. Non siamo più nel campo della teoria: un drone autonomo ha abbattuto un bersaglio integrandosi perfettamente con caccia pilotati e aerei radar. Benvenuti nell’era della “Massa Operativa”.

Se pensavate che il futuro del combattimento aereo fosse ancora una questione di piloti con sciarpa bianca e riflessi sovrumani, potreste dovervi ricredere molto presto. Il 9 dicembre 2025 segna una data spartiacque per l’aviazione militare, una di quelle date che verranno citate nei libri di storia militare accanto al primo volo dei fratelli Wright o all’introduzione del motore a reazione. Boeing Defence Australia ha annunciato il primo test a fuoco reale di un missile AIM-120 AMRAAM lanciato da un MQ-28A Ghost Bat.

Non si è trattato di un semplice esercizio di tiro al piattello costoso. La vera notizia non è che un drone ha sparato, , ma come lo ha fatto. Il test, condotto nel vasto poligono di Woomera nel Sud Australia, ha dimostrato la maturità del concetto di CCA (Collaborative Combat Aircraft). Il “Pipistrello Fantasma” non ha agito da solo, ma come braccio armato di una mente collettiva composta da un aereo radar E-7A Wedgetail e un caccia F/A-18F Super Hornet.

La Triade del futuro: Cervello, Occhi e Braccio

Per capire la portata di questo evento, bisogna uscire dalla logica del singolo aereo. Durante l’esercitazione “Trial Kareela 25-4”, la RAAF ha messo in scena una coreografia letale basata sulla condivisione totale dei dati. Ecco come si sono divisi i compiti, in una manovra che rende obsoleta la classica idea di “dogfight”:

  • E-7A Wedgetail (Il Regista): Ha fornito la sorveglianza dall’alto, gestendo lo spazio aereo e mantenendo la “custodia” del drone per garantire la sicurezza. È stato l’arbitro che ha dato il via libera finale.
  • F/A-18F Super Hornet (Il Cacciatore): Ha volato in formazione con il drone, utilizzando i suoi sensori avanzati per identificare e tracciare il bersaglio. Ha agito come gli occhi della formazione.
  • MQ-28A Ghost Bat (L’Esecutore): Ha ricevuto i dati di puntamento dal Super Hornet, si è posizionato autonomamente per l’ingaggio e, ricevuta l’autorizzazione dall’E-7A, ha sganciato il missile AIM-120 distruggendo il bersaglio.

Questo è il cuore della dottrina moderna: la piattaforma più preziosa (l’aereo con equipaggio umano) resta defilata o gestisce la situazione, mentre il “Loyal Wingman” (il gregario fedele robotico) si assume il rischio di avvicinarsi e colpire.

Dettagli tecnici di un successo annunciato

Il missile utilizzato non è un’arma esotica, , ma un AIM-120 AMRAAM, il “mulo” da lavoro delle forze aeree occidentali per i combattimenti oltre il raggio visivo. Le immagini diffuse dalla difesa australiana mostrano il missile agganciato a un pilone ventrale esterno del drone. Il meccanismo di sgancio ha spinto l’ordigno verso il basso tramite due bracci retrattili, permettendo al motore a razzo di accendersi a distanza di sicurezza dalla fusoliera del drone.


Lancio dell’AIM 120 da parte del drone MQ 28. Aeronautica Australiana

Il bersaglio era un drone a getto Phoenix operato da Qinetiq. Sebbene il video ufficiale, con un po’ di pudore militare, non mostri l’impatto finale (a differenza dei test turchi recenti con il Kizilelma), la dichiarazione di Amy List, amministratore delegato di Boeing Defence Australia, non lascia spazio a dubbi: “Questa è la prima volta che un aereo autonomo completa un ingaggio aria-aria con un missile AIM-120, stabilendo l’MQ-28 come un CCA maturo e capace di combattere”.

Di seguito riassumiamo le caratteristiche chiave emerse dal test:

CaratteristicaDettaglio Operativo
PiattaformaMQ-28A Ghost Bat (Boeing)
ArmamentoAIM-120 AMRAAM (Aria-Aria a medio raggio)
Modalità di lancioOff-board (dati forniti da terzi)
ControlloMisto: Autonomia di volo + Supervisione umana da E-7A
TempisticheSviluppo integrazione completato in meno di 8 mesi

Perché questo cambia tutto: la “Massa Operativa”

Qui entriamo nel campo che ci è più caro su Scenarieconomici: l’efficienza e la strategia industriale. Le forze aeree occidentali soffrono di un problema cronico: i caccia di quinta e sesta generazione (come l’F-35 o il futuro NGAD) costano cifre astronomiche. Non se ne possono comprare a migliaia. Questo riduce la “massa”, ovvero il numero di aerei schierabili in un conflitto ad alta intensità.

Il Ghost Bat risponde a questa esigenza con brutale efficacia economica. È progettato per costare una frazione di un caccia pilotato, essere “spendibile” (o meglio, “attritable”, sacrificabile se necessario) e portare potenza di fuoco aggiuntiva. Colin Miller della divisione Phantom Works di Boeing ha sottolineato la “velocità di capacità”, evidenziando come l’architettura aperta abbia permesso di integrare il sistema d’arma in meno di otto mesi.

Stiamo parlando di una capacità industriale che permette di stampare gregari robotici che non richiedono anni di addestramento, non soffrono la forza G e, soprattutto, permettono ai piloti umani di restare più lontani dal pericolo immediato. È la democratizzazione della superiorità aerea, o almeno il tentativo di mantenerla a costi sostenibili.

Uno sguardo al futuro (e agli USA)

Nonostante l’accento australiano dell’operazione, l’ombra degli Stati Uniti è lunga. Il comunicato stampa menziona esplicitamente l’US Air Force come partner nello sforzo collaborativo. Non è un segreto che un MQ-28 sia stato avvistato alla Naval Air Station di Point Mugu in California, suggerendo un forte interesse anche da parte della US Navy.

Mentre l’USAF sta testando prototipi di Anduril e General Atomics per il suo programma CCA, il successo del Ghost Bat mette pressione ai concorrenti. La versione “Block 2” del drone, attualmente in produzione, incorporerà tutte le lezioni apprese in questi test e costituirà la base per la capacità operativa iniziale (IOC) della RAAF.

Siamo di fronte a un cambio di paradigma. Il pilota non è più solo un “manico” che tira la cloche, , ma un gestore di asset, un comandante di squadriglia che controlla robot armati con un tocco sul touchscreen. La tecnologia corre veloce, forse più veloce della burocrazia che dovrebbe gestirla. Resta da vedere come evolveranno le regole d’ingaggio in un cielo sempre più affollato di macchine che “pensano”, mirano e, ora sappiamo per certo, sparano.

MQ 28- Aeronautica Australiana


Domande e risposte

È sicuro affidare a un drone la decisione di sparare un missile?

Nel test descritto, il drone non ha deciso autonomamente di sparare. Sebbene il volo e il posizionamento fossero autonomi, il sistema segue la dottrina “human-in-the-loop” o “on-the-loop”. L’operatore a bordo dell’aereo radar E-7A ha mantenuto la “custodia” dell’arma e ha fornito l’autorizzazione finale all’ingaggio. La tecnologia serve a posizionare l’arma, ma la responsabilità morale e legale del fuoco rimane, per ora, saldamente in mani umane.

Qual è il vantaggio tattico di usare un drone per lanciare missili guidati da altri?

Il vantaggio principale è la sopravvivenza e l’estensione del raggio d’azione. Un caccia pilotato (come l’F-35 o l’F-18) può rimanere indietro, a motori spenti o in modalità stealth, usando i suoi sensori passivi, mentre invia il drone avanti come “esca” o piattaforma di lancio. Questo permette di colpire il nemico senza esporre il prezioso equipaggio umano e l’aereo costoso al fuoco di risposta immediato, aumentando la “massa” di fuoco disponibile senza rischi proporzionali.

Perché gli Stati Uniti sono interessati a un progetto australiano?

Il Pentagono ha bisogno disperato di aumentare il numero di velivoli da combattimento (la cosiddetta “capacità di massa”) per fronteggiare potenziali avversari come la Cina, ma non può permettersi migliaia di F-35 aggiuntivi. Il progetto Ghost Bat della Boeing Australia è molto avanzato, essendo già alla fase di fuoco reale, mentre altri programmi USA sono ancora in fase di prototipazione. Acquisire o collaborare sul Ghost Bat permette agli USA di accelerare i tempi e condividere i costi di sviluppo.

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