Difesa
Il Giappone si arma: missili a lungo raggio su navi e sottomarini per una nuova difesa
Tokyo cambia passo: via alla produzione di missili da crociera a lungo raggio per navi e sottomarini. Una mossa strategica per dotarsi di capacità di contrattacco di fronte alle crescenti minacce regionali.
Il Giappone, per decenni simbolo di un pacifismo costituzionale quasi dogmatico, sembra aver definitivamente voltato pagina. Tokyo sta accelerando sul potenziamento delle sue capacità missilistiche a lungo raggio, con la firma di nuovi contratti per dotare sia la sua flotta di superficie che quella sottomarina di una nuova “capacità di difesa a distanza” (standoff capability). In pratica, la capacità di colpire duro, e da molto lontano.Tokyo cambia passo: via alla produzione di missili da crociera a lungo raggio per navi e sottomarini. Una mossa strategica per dotarsi di capacità di contrattacco di fronte alle crescenti minacce regionali.
Il Ministero della Difesa giapponese ha annunciato di aver assegnato a Mitsubishi Heavy Industries (MHI) i contratti per la produzione in serie di due sistemi d’arma cruciali: una versione aggiornata del missile antinave Type 12, lanciabile da unità di superficie, e un nuovo missile da crociera lanciabile dai tubi lanciasiluri dei sottomarini.
L’obiettivo, dichiarato senza troppi giri di parole nel recente “Libro Bianco della Difesa”, è quello di “intercettare ed eliminare le forze d’invasione contro il Giappone in una fase iniziale e a lunga distanza”. Una dottrina che suona molto più come una capacità di contrattacco che di pura e semplice difesa passiva, un cambiamento epocale reso necessario dalle crescenti tensioni con vicini “complessi” come la Cina e la Corea del Nord.
La sera Svolta: i missili dai sottomarini
Se il potenziamento dei missili sulle navi è significativo, la vera rivoluzione strategica risiede nella capacità di lancio sottomarina. I dettagli su questo nuovo missile sono ancora limitati, ma le indiscrezioni parlano di un’arma derivata dal Type 12 con una gittata superiore ai 1000 km ( miglia).
Questa capacità conferirà alla Forza Marittima di Autodifesa del Giappone (JMSDF) uno strumento formidabile per diverse ragioni:
- Segretezza: I sottomarini giapponesi, in particolare i recenti classe Taigei con batterie agli ioni di litio, sono estremamente silenziosi e difficili da individuare. Possono posizionarsi senza essere scoperti e lanciare un attacco a sorpresa.
- Sopravvivenza: In caso di un attacco preventivo nemico che neutralizzi basi aeree e navali, la flotta sottomarina rappresenterebbe una capacità di seconda risposta quasi invulnerabile.
- Flessibilità: Il missile sarà in grado di colpire sia bersagli navali (le sempre più numerose navi della marina cinese) sia obiettivi strategici a terra, come basi missilistiche, centri di comando e controllo o infrastrutture critiche in Corea del Nord.
Attualmente, i sottomarini nipponici sono armati con missili antinave Harpoon, la cui portata di circa 130 km appare ormai inadeguata di fronte alle moderne minacce. Il nuovo sistema rappresenta un salto quantico in termini di deterrenza.
L’Evoluzione del Missile Type 12
Il programma si basa sull’evoluzione del missile Type 12, originariamente un sistema antinave lanciato da terra con una portata di circa 200 km. La nuova versione, radicalmente riprogettata, è un’arma completamente diversa.
Questo sviluppo endogeno, affidato a un colosso nazionale come MHI, sottolinea anche la volontà di Tokyo di raggiungere una certa autonomia strategica nel settore della difesa.
La “Soluzione Ponte”: i Tomahawk Americani
Consapevole dei tempi tecnici necessari per lo sviluppo nazionale, il Giappone ha giocato d’anticipo acquistando dagli Stati Uniti ben 400 missili da crociera Tomahawk (200 Block IV e 200 Block V), con consegne previste tra il 2025 e il 2027. Questi missili, con una gittata di quasi 1.800 km, fungeranno da deterrente intermedio e saranno installati sui cacciatorpediniere classe Aegis della JMSDF.
Si tratta di un programma accelerato per colmare il gap capacitivo nel breve termine, in attesa che i sistemi “made in Japan” diventino pienamente operativi.
In conclusione, stiamo assistendo alla nascita di un Giappone militarmente più assertivo. La combinazione di missili Tomahawk americani e di una nuova generazione di armi a lungo raggio di produzione nazionale sta trasformando le forze di autodifesa nipponiche in una potenza in grado non solo di difendersi, ma di proiettare la propria forza ben oltre i propri confini, ridisegnando gli equilibri di potere nell’Indo-Pacifico.
Cacciatorpediniere giapponese Type 55 che porterà i nuovi missili Tomahawk – Forze di autodifesa giapponesi
Domande e Risposte
1) Perché il Giappone sta compiendo questa svolta militare proprio ora?
La decisione del Giappone non è improvvisa, ma è la risposta diretta a un contesto di sicurezza regionale percepito come il “più severo e complesso del dopoguerra”. Le cause principali sono due: la rapida e massiccia modernizzazione militare della Cina, le cui attività navali e aeree nel Mar Cinese Orientale (in particolare attorno alle isole Senkaku) sono sempre più aggressive; e la costante minaccia rappresentata dai programmi missilistici e nucleari della Corea del Nord, che conduce regolarmente test lanciando missili in direzione del Giappone. Questa mossa mira a ristabilire un deterrente credibile.
2) Qual è la vera novità di questi missili rispetto a quelli che il Giappone già possiede?
La novità è duplice: la gittata e la capacità di attacco terrestre. Finora, l’arsenale giapponese era composto principalmente da missili antinave a corto raggio, come l’Harpoon (circa 130 km), in linea con una postura puramente difensiva. I nuovi missili Type 12 potenziati e i futuri missili da sottomarino avranno una portata di oltre 1.000 km e potranno colpire non solo navi nemiche in alto mare, ma anche bersagli strategici sulla terraferma. Questo trasforma la difesa giapponese da reattiva a proattiva, introducendo una capacità di contrattacco.
3) Perché il Giappone sviluppa missili propri se può acquistare i Tomahawk americani?
L’acquisto dei Tomahawk è una soluzione “ponte”, rapida ed efficace, per dotarsi immediatamente di una capacità a lungo raggio. Tuttavia, lo sviluppo di sistemi d’arma nazionali, come il Type 12, è fondamentale per la sovranità strategica del Giappone. Avere una propria tecnologia missilistica riduce la dipendenza da fornitori esteri (anche se alleati come gli USA), permette di personalizzare le armi secondo le proprie esigenze specifiche, stimola l’industria della difesa nazionale e garantisce il pieno controllo sulla produzione, manutenzione e futuri aggiornamenti, un aspetto cruciale in un’ottica di lungo periodo.
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