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Il Giappone cambia banconote dopo 30 anni, ed è un bel problema

Il Paese si affida a milioni di distributori automatici che dovrebbero essere aggiornati, in un paese dove i pagamenti elettronici sono diffusi, ma non come in altre realtà

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La prossima settimana, il Giappone introdurrà tre nuove banconote per la prima volta in 20 anni, dedicandole a scienziati, imprenditori e insegnanti.

Il problema è che questo cambiamento, che il altri paesi sarebbe indolore, o quasi, avviene in un paese in cui il contante ha ancora un grande peso e, soprattutto, la distribuzione è altamente automaticizzata. Tutto questo avviene in un paese che conta ben  3,9 milioni di distributori automatici e biglietterie che accettano contanti.

Il Giappone ha una certa carenza di manodopera, soprattutto per attività come la distribuzione. Per far fronte a questo problema, invece che importare subito legioni di immigrati che avrebbero avuto un problema di integrazione nella società tradizionale giapponese, il Sol Levante ha puntato sull’automazione. Le macchine automatiche sono ovunque e, talvolta, perfino raccolte in sorta di centro commerciali automatici in cui si può comprare di tutto, da un hamburger a una zuppa calda a un ombrello

In Giappone le macchine sono veramente ovunque e vendono di tutto:

Le banconote, che presentano un’ampia suite di tecnologie anticontraffazione aggiornate, sono ben fatte . Una banconota raffigura il microbiologo Shibasaburo Kitasato, scopritore del bacillo della peste; un’altra l’educatrice pionieristica Umeko Tsuda, che spinse per l’istruzione femminile. Anche la terza scelta, quella per la banconota da 10 mila Yen, è significativa: Shibusawa Eiichi letteralmente inventò il capitalismo giapponese fondò il mercato finanziario, oltre a 500 aziende.

Nuove banconote giapponesi

Il Giappone sta passando ai pagamenti elettronici, ma con una certa calma, senza quell’euforia di certi apesi nordici.  Nel 2010, secondo il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, i consumatori giapponesi effettuavano solo il 13,2 percento delle transazioni con carte e moneta elettronica. Nel 2013, il tasso era salito leggermente al 15,3 percento. Ma un decennio più tardi, nel 2023, aveva raggiunto il 39,3 percento – in linea con l’obiettivo del Governo del 40 percento entro il 2025. Tanto ma non tutto.

Il percorso da qui in poi è legato ai dati demografici del Giappone e all’economia dell’uso continuo del contante mentre la popolazione diminuisce. L’assenza di contanti, in generale, si addice alle aziende che cercano di risparmiare sui costi in un momento in cui i loro salari sono in aumento.

La storia moderna del Giappone come società ad alto tasso di contanti è stata mantenuta da diversi fattori, tra cui la sicurezza generale della società e il basso tasso di criminalità. Ma anche l’eccesso di manodopera è stato in passato un fattore critico: spostare in modo sicuro e rapido grandi volumi di contanti tra banche e aziende era relativamente economico quando c’erano molte persone disponibili a farlo. Ora non ce ne sono più.

Eserciti espansivi di bancomat hanno aiutato a far girare il sistema del contante con l’apparenza dell’automazione. In realtà, sono solo una facciata per la sostanziale attività umana coinvolta nel garantire che siano riforniti e mantenuti. Le banche, in particolare quelle regionali che stanno facendo di tutto per migrare i clienti online, sono sempre più a corto di personale. Con l’aumento del costo del lavoro, vorrebbero avere meno bancomat.

Quindi il problema attuale, è molto semplice: i costi di transazione alle nuove banconote saranno molto elevati per il paese. L’associazione di categoria prevede che solo la metà delle macchine automatiche che vendono prodotti alimentari si adatterà alle nuove banconotoe.  Probabilmente per le società che ne tengono la manutenzione sarà più conveniente ritirarle dal mercato o integrarle con sistemi di pagamento anche elettronici, per evitare di doverle ritoccare al prossimo cambio di banconote.

Comunque, visti i problemi creati, ci vorranno anni prima che la Bank of apan decida di cambiare nuovamente le banconote. Il Giappone non è un paese che ami i cambiamenti rapidi, tranne che non vengano riconosciuti come necessari da tutti. Forse non hanno tutti i torti.


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