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Il G7 sta valutando un blocco totale delle esportazioni verso la Russia. Cina, India e speculatori ringraziano
I funzionari del G7, il gruppo delle nazioni più industrializzate del mondo, stanno discutendo l’idea di un divieto assoluto di quasi tutte le esportazioni verso la Russia, in un’altra mossa volta a danneggiare l’economia russa a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, hanno dichiarato giovedì a Bloomberg fonti a conoscenza della questione.
Secondo le fonti di Bloomberg, i funzionari del G7 stanno discutendo l’idea prima di un vertice dei leader in Giappone il mese prossimo, con l’obiettivo di portare l’UE tra i Paesi che vietano quasi tutte le esportazioni verso la Russia.
Tuttavia, l’attuazione di tali sanzioni da parte dell’UE richiederebbe l’approvazione di tutti i 27 Stati membri, il che creerebbe molte differenze tra i Paesi dell’UE e timori di ritorsioni da parte della Russia. Difficilmente Ungheria e Bulgaria appoggeranno la mossa.
In base alle attuali sanzioni contro la Russia, tutte le esportazioni verso la Russia sono consentite, a meno che non siano sanzionate. Secondo Bloomberg, l’adozione di un divieto quasi totale sulle esportazioni stravolgerebbe il meccanismo delle sanzioni: tutte le esportazioni sarebbero vietate a meno che non siano esentate. Cibo, prodotti agricoli e medicinali rimarranno quasi certamente esenti da qualsiasi divieto e sanzione, ha dichiarato una delle fonti.
L’UE e il G7 hanno già vietato alcune esportazioni verso la Russia. L’UE, ad esempio, non può esportare tecnologia all’avanguardia, tecnologia necessaria per la raffinazione del petrolio, attrezzature, tecnologia e servizi per l’industria energetica, auto di lusso, orologi e gioielli, beni e tecnologie per l’industria aeronautica e spaziale. Nonostante i divieti di esportazione esistenti, la Russia è riuscita a importare indirettamente alcuni dei beni vietati attraverso Paesi terzi, facendo ricchi mercanti e speculatori. Inoltre buona parte delle esportazioni occidentali può essere sostituita da beni provenienti da Cina o India.
Alcuni dei divieti più significativi contro la Russia, destinati a danneggiare gran parte delle entrate russe, sono gli embarghi sull’importazione di petrolio greggio e carburanti russi nell’UE. Il blocco, il G7, l’Australia e altri alleati hanno anche vietato, a partire dal 5 dicembre, ai servizi di trasporto marittimo di spedire il greggio russo verso Paesi terzi se il petrolio viene acquistato a un prezzo superiore a 60 dollari al barile. Anche le importazioni via mare di prodotti petroliferi raffinati russi sono vietate nell’UE dall’inizio di febbraio. Anche il flusso di carburanti russi verso i Paesi terzi è regolato da massimali di prezzo, simili a quelli del greggio russo, se il commercio avviene attraverso gli assicuratori occidentali. Il tetto sul diesel russo è di 100 dollari al barile, mentre quello sui prodotti petroliferi a basso costo è fissato a 45 dollari al barile. Comunque la sanzione sui prodotti petroliferi viene facilmente aggirata facendo raffinare il greggio russo in paesi terzi e poi esportando il risultato ovunque.
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