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IL FONDO SUICIDA DELLA VON DER LEYEN, ovvero come cercarsi delle grane a livello mondiale

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Se il buongiorno si vede dal mattino stiamo freschi. Sotto la guida della neo Presidente Von Der Leyen i funzionari dell’Unione stanno studiando un fondo da 100 miliardi di euro con la finalità di lanciare le aziende europee “Ad alto potenziale”. Il fondo , chiamato “Europe Future Fund“, dovrebbe, secondo un documento interno, finanziare lo sviluppo di società in grado di competere con i colossi high tech, come Google, Apple, Facebook, Amazon e le cinesi Baidu, Alibaba e Tecent specificamente citati in un documento. “L’Europa non ha questo tipo di società e questo presenta un rischio allo sviluppo”.

Questo documento, figlio di un piano simile messo a punto dalla Germania per lo sviluppo dei “Campioni nazionali” e dell’alta tecnologia, mostra quanto questa prossima commissione e Bruxelles in generale siano lontani dall’economia reale. Prima di tutto notiamo che il simile piano High Tech tedesco è stato fortemente contestato dagli stessi industriali, dai piccoli ai grandi, che invece desidererebbero degli interventi di ricostruzione delle infrastrutture che sono al servizio non di pochi giganti, ma di tutta l’economia. Lo stesso problema si ripropone  in tutta Europa, Italia in testa, dove bisogna ricostruire, talvolta da zero, un numero importante di infrastrutture di servizio ormai obsolete. Invece si sceglie di investire sui “Giganti tecnologici” che non ci sono, i cui dipendenti magari impiegheranno ore per recarsi al lavoro per linee ferroviarie vecchie e scassate.

Un piano del genere poi sembra ignorare le basi dell’economia aziendale. Le società citate dal documento europeo sono nate o per innovazioni tecnologiche che sono andate incontro a bisogni dei consumatori, oppure perchè sono state in grado di sfruttare specificità culturali di specifici mercati. Amazon, Google, Facebook sono società ormai ultradecennali, se non oltre, con un cammini di sviluppo definito nel tempo. Baidu, Tecent ed Alibaba invece hanno ripreso idee per adattarle a specificità culturali tipiche del popolo cinese, oltre alle particolarità della lingua. Per far nascere o sviluppare aziende high tech simili bisogna non basta buttare dei soldi, che andranno persi, ma bisogna puntare o su dei fattori di successo su scala globale, oppure su particolarità culturali europee. Il promo punto è un elemento più facile da dirsi che da farsi, il secondo esalterebbe proprio quelle specificità linguistiche e culturali che l’Europa sembrerebbe destinata a superare in nume del globalismo più spinti.

Altri problemi si affiancano a quelli di carattere strategico. Gli USA stanno per imporre miliardi in dazi punitivi per gli aiuti concessi dalla Commissione al consorzio Airbus, con danni non solo ai paesi partecipanti, ma anche a quelli, come l’Italia, che non ne fanno parte. Come pensiamo reagirebbero ad una massiccia campagna di aiuti come quella configurata dall’EFF e specificamente mirata contro di loro?

Lo sviluppo dell’alta tecnologia non avviene perchè un Commissario si sveglia una mattina e decide di creare un nuovo Facebook, ma per la creazione di un terreno fertile accompagnato da investimenti pubblici infrastrutturali o specifici di alta tecnologia. La guida autonoma ad esempio nasce anche con le gare DARPA per i mezzi senza pilota aperti a tutto il mondo. Molte altre soluzioni nascono negli anni della corsa spaziale, come ricaduta tecnologica della soluzione di problemi complessi, il tutto finanziato da fondi pubblici. Non serve a nessuno creare un doppione di Facebook o di Amazon, ma può servire investire nel futuro, senza la pretesa di creare dei “Colossi”; ma lasciando che il mercato scelga le soluzioni migliori. In quest’ottica appare ancora più incredibile che una Commissione a parole liberale poi si voglia addentrare in un piano che ricorda molto quelli sovietici. La ricerca è necessaria e deve essere accesa da fondi pubblici, ma non con la finalità di creare dei mostri economici.


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