Seguici su

Esteri

Il Consiglio d’Europa accusa di razzismo la polizia italiana

Pubblicato

il

Come già accaduto ad Ottobre dello scorso la commissione Ecri del Consiglio d’Europa, da non confondere con quello europeo formato dai capi di Stato dei paesi aderenti all’Unione, La commissione  con sede a Strasburgo, è una emanazione del Consiglio d’Europa composta da membri indipendenti il cui scopo principale è la pubblicazione di relazioni periodiche sul diffondersi di fenomeni di xenofobia, razzismo e antisemitismo negli Stati membri del Consiglio d’Europa. L’ECRI è composto da 46 membri nominati in base alla loro indipendenza, imparzialità, autorità morale e competenza riconosciuta nel trattare questioni di razzismo e intolleranza. Ogni Stato membro del Consiglio d’Europa nomina una persona come membro dell’ECRI. L’attacco frontale alla polizia italiana, accusato di avere profili di razzismo e xenofobia,, arriva direttamente dal suo presidente, Bertil Cottier che ha invitato il governo italiano a effettuare uno studio approfondito sulla propria polizia per arginare il razzismo e la xenofobia di alcuni suoi componenti.

“La nostra raccomandazione verso il governo italiano è che conduca al più presto uno studio indipendente sul fenomeno della profilazione razziale nelle sue forze di polizia, per poter valutare la situazione”. queste le parole di Cottier, A rincarare la dose poi sono arrivate le parole del vicepresidente Tena Simonovic Einwalter, durante la conferenza stampa  “E’ un fenomeno crescente in molti Paesi europei, agenti di polizia fermano le persone basandosi sulla base del colore della pelle, o sulla loro presunta identità o religione, tutto ciò viola i valori europei”. Il vicepresidente poi ha citato espressamente il nostro paese, insieme alla Francia per spiegare che “Nel nostro report annuale 2024 non citiamo Paesi nello specifico, ma basandoci sui report paese già pubblicati in passato, tra cui quello sull’Italia, possiamo certamente dire che il problema della profilazione razziale nell’operato delle forze dell’ordine è un problema che si riscontra frequentemente in Italia e Francia”,  Immediate la reazione stizzita del governo e del presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha espresso la sua “solidarietà, stima e gratitudine” agli agenti “che tutti i giorni con grandi sacrifici e mettendo a rischio la propria vita, garantiscono la sicurezza e la salvaguardia dei diritti di tutti”. 

Anche la premier Giorgia Meloni, difende le forze dell’ordine e commenta: “Le parole pronunciate dalla commissione contro il razzismo e l’intolleranza del consiglio d’Europa, che accusano le forze di polizia italiane di razzismo, sono semplicemente vergognose”.  “Tutti conoscono i numerosi episodi in cui agenti delle forze dell’ordine vengono aggrediti – aggiunge -, spesso da immigrati irregolari, mentre svolgono il proprio dovere con coraggio, dedizione e rispetto della legge. Purtroppo non è la prima volta che alcuni organismi del Consiglio d’Europa – finanziato anche con i soldi dei cittadini italiani – si abbandonano a giudizi infondati, frutto di un approccio ideologico e di pregiudizi evidenti”. “L’Italia fu, nel 1949, tra i dieci stati fondatori del Consiglio d’Europa- Spiega ancora Meloni -, nato nel dopoguerra per difendere la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto.

Eppure oggi quello spirito originario sembra smarrito, sostituito da dichiarazioni sempre più faziose e lontane dalla realtà. Noi continueremo a difendere chi, ogni giorno, garantisce la sicurezza dei cittadini italiani. Con orgoglio”. Molto duro anche il commento di Nicola Procaccini, copresidente del gruppo Ecr al parlamento europeo “Spiace che “un organismo nato con così buoni propositi sia adesso ridotto a una Ong politicizzata come molte altre. E come altre Ong pagato con soldi pubblici, anche italiani, malgrado non abbia in realtà alcuna istituzionalità”.  Ma non si è fatta attendere nemmeno la replica del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da sempre molto vicino alle forze dell’ordine : “Il Presidente della Repubblica ha invitato a colloquio per domattina il Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica sicurezza, Vittorio Pisani, per riconfermare la stima e la fiducia della Repubblica nelle Forze dell’ordine, la cui azione si ispira allo spirito democratico e ai valori della Costituzione”. si legge in una nota del Quirinale.

L’ attività di monitoraggio è iniziata nel 1998 e viene svolta nell’arco di cinque anni. Passato questo periodo, il monitoraggio ricomincia. Ma i giudizi gravi e in certi casi pretestuosi rivolti alla polizia italiana sono stati rivolti anche alle polizie di altri paesi europei, tra cui appunto Polonia, Austria, Germania, Ungheria, Norvegia, Grecia, Slovacchia, Svizzera, Spagna e Belgio. Insomma il nostro paese sembra in buona compagnia. Ma questo rapporto fa prepotentemente tornare di moda le critiche che molti paesi indirizzano, da tempo, verso organismi extra nazionali, che spesso trascendono da quelli che sono i loro compiti, intervenendo anche direttamente su decisioni prese dai governi nazionali, E’ il caso per esempio della corte dei diritti umani, in merito al rimpatrio dei migranti irregolari. Proprio il nostro congiuntamente alla Danimarca la scorsa settimana ha firmato una lettera, sottoscritta da altri otto paesi europei, in cui si chiede una riforma della stessa Corte.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento