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Il Congo/Brazzaville torna sui mercati, e offre il più alto rendimento in Dollari al mondo

Il Congo torna sui mercati dopo 20 anni e offre un rendimento record del 13,7%. Ma il rating ‘CCC+’ avverte: è un investimento ad altissimo rischio. La fame di yield giustifica l’azzardo?

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L’Africa ha un nuovo, si fa per dire, emittente sui mercati internazionali. La Repubblica del Congo/Brazzaville (da non confondere con la RDC, quella più grande) ha deciso di tornare a chiedere soldi in prestito in valuta estera per la prima volta dal lontano 2007.

E lo ha fatto con il botto.

Il Paese ha piazzato 670 milioni di dollari di obbligazioni settennali, offrendo agli investitori un rendimento che, al momento, non ha eguali a livello globale sul mercato euro/dollaro: ben il 13,7%.

Dopo quasi vent’anni di assenza, il Congo ha sfruttato abilmente l’attuale “fame” di rendimenti che agita i mercati. Gli investitori, a quanto pare, sono disposti a spingersi in aree un tempo considerate intoccabili pur di strappare un guadagno, data la compressione degli spread altrove.

Mappa del congo Brazzaville

L’importo, 670 milioni, è una goccia nel mare rispetto alle aste dei sovrani europei, ma il segnale tecnico è interessante. Vediamo i dettagli dell’emissione:

  • Tipo: Eurobond (obbligazione in valuta estera)
  • Importo: 670 milioni di dollari
  • Durata: 7 anni
  • Cedola (tasso fisso): 9,875%
  • Prezzo di emissione: 86,7 (sotto la pari)
  • Rendimento (Yield): 13,7%
  • Rimborso: Previsto in cinque rate uguali da 134 milioni di dollari tra il 2028 e il 2032.

L’elefante nella stanza: il Rischio

Ovviamente, nessuno regala niente. Un rendimento del 13,7% non arriva senza un “pacchetto regalo” di rischio proporzionale. Come sottolineato da Samir Gadio di Standard Chartered, l’obbligazione è per investitori con “un’elevata tolleranza al rischio”. Un eufemismo.

Il rating del debito della Repubblica del Congo, assegnato sia da Standard & Poor’s che da Fitch, è ‘CCC+’, cioè molto rischioso.

Nel gergo tecnico, si tratta di un investimento “ad alto rendimento”. Nel linguaggio comune, significa che il titolo è considerato altamente speculativo e con un elevato rischio di default. È un investimento, per dirla chiara, non adatto ai deboli di cuore.

Uno dei pochi lati positivi del titolo della Repubblica del Congo è che il paese produce petrolio, non moltissimo, 275 mila barili al giorno, ma in crescita. Se questa produzione dovesse aumentare, in stile Guyana, allora il debito sarebbe più facilmente supportabile.

Una strategia di prolungamento

Con questa emissione, il dipartimento economico del Paese non punta solo a fare cassa, ma cerca di attuare una gestione del debito: l’obiettivo è estendere la scadenza media del debito pubblico e alleggerire la pressione dei rifinanziamenti a breve termine.

Il Congo, in questo, non è solo. La sua mossa si inserisce in un trend che vede diversi paesi africani tornare ad affacciarsi sui mercati internazionali, approfittando di un miglioramento nella percezione del rischio (o, come detto, della disperazione degli investitori). Il Congo ha già fatto default su un titolo in Euro nel 2017, quindi è chiaro che è un titolo ad alto rischio.

Quest’anno anche Angola, Nigeria e Kenya hanno cercato finanziamenti in valuta estera. Persino il Suriname, un paese che era in default fino a due anni fa, è riuscito a raccogliere quasi 1,6 miliardi di dollari la scorsa settimana. E la Nigeria si prepara a un’altra asta in dollari a fine novembre. C’è liquidità sul mercato, e “attende di essere messa a frutto”, come nota Daniel Wood di William Blair IM. Del resto le banche iniziano a scommettere sulle criptovalute, per loro natura altamente volatili, perché non farlo su titoli sovrani?

Finora, la scommessa sugli emergenti sta pagando: un portafoglio diversificato di obbligazioni sovrane emergenti in dollari ha reso da inizio anno il 10,2%. Meno dell’azionario mondiale (+17,5%), certo, ma per il reddito fisso non è affatto male. Del resto la liquidità sul mercato è enorme, anche grazie al deficit commerciale USA, e i titoli sicuri o quasi rendono pochissimo.

Domande e risposte

Perché questa obbligazione del Congo offre un rendimento così alto? Il rendimento è il prezzo del rischio. La Repubblica del Congo ha un rating sovrano di ‘CCC+’, che indica una situazione finanziaria molto precaria e un rischio di default (cioè che non riesca a ripagare il debito) considerato elevato. Per convincere gli investitori a prestare denaro a un emittente così rischioso, è necessario offrire un “premio” molto generoso, che in questo caso è un rendimento del 13,7%.

Cosa significa concretamente per un investitore il rating ‘CCC+’? Significa che le principali agenzie di rating (S&P e Fitch) ritengono che l’emittente sia attualmente vulnerabile e dipenda da condizioni economiche e finanziarie favorevoli per rispettare i suoi impegni finanziari. In parole povere, c’è una possibilità concreta che l’investitore possa non ricevere le cedole promesse o, nel peggiore dei casi, non rivedere indietro l’intero capitale investito alla scadenza.

Perché il Congo emette debito proprio ora se è così rischioso? Il Paese sta cercando di gestire attivamente il proprio profilo di debito. Raccogliendo 670 milioni di dollari oggi con una scadenza a 7 anni (e rimborso rateale dal 2028), può ripagare debiti più vecchi che scadono a breve termine. Questo alleggerisce la pressione immediata sulla cassa dello Stato e “sposta” il problema più avanti nel tempo, sperando che nel frattempo la situazione economica migliori. È una scommessa sul futuro.

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