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IL COMUNISTA PARTITO

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Pierluigi Bersani si è accorto di un fenomeno in atto e – crediamo senza bisogno di attingere a sondaggi riservati – ha lanciato l’allarme: “Guardate che i comunisti di una volta oggi votano Lega”. Il che è, in parte, vero e dimostra che Bersani è una persona onesta e intelligente. Ma dimostra anche che Bersani – e tutta la vecchia classe dirigente del PD – ha dei riflessi molto, molto lenti. Non è che il travaso di elettori da un partito a un altro si consuma nel breve volgere di una stagione. Ci vogliono anni prima che il processo si compia. E se tu, ex segretario del Partito Democratico, già Partito Democratico della Sinistra, Già Partito Comunista Italiano, te ne accorgi solo ora della transumanza, a stalle chiuse, e una volta uscito da quello stesso partito, allora non sei proprio stato uno Speedy Gonzales dell’intuizione politica.

Ma il tema di questo post non è tanto Bersani, quanto piuttosto il curioso fenomeno da costui denunciato: i votanti di un partito della sinistra storica, il PCI, starebbero oggi con un movimento che, secondo la vulgata di moda, è un partito di destra lepenista, populista, e pure razzista già che ci siamo. Sediamoci insieme, Pierluigi, sediamoci insieme e ragioniamo. Cosa può essere successo? Mi pare che, sul tappeto, le ipotesi siano solo due: o sono impazziti i tuoi vecchi elettori oppure è impazzito il partito che li rappresentava, cioè il tuo vecchio, caro partito comunista. Ma c’è un’altra questione sconvolgente da affrontare. Non è che gli elettori comunisti sono andati a parare in un’altra casa della sinistra, sono finiti dritti dritti tra le braccia di quella che i tuoi compagni, adesso, chiamano la minacciosa nuova destra. Allora, riponiamoci la domanda, in modo più brutale: si sono rincoglioniti milioni e milioni di sofisticati compagni ‘rossi’, tramutatisi all’improvviso in rozze camicie ‘verdi’, oppure si sono rincoglioniti i vertici di quel partito che tu chiamavi comunista e poi, più americanamente parlando, Partito Democratico?

Rifletti, Pierluigi, mettila sul piano delle semplici probabilità. Usa il rasoio di Ockham: qual è la risposta più ovvia? Ce l’hai sulla punta della lingua e ti voglio anche aiutare. Per arrivarci, butta a mare tutte le minchiate della politica contemporanea (su fascismo, populismo, storytelling, parità di genere, diritti civili eccetera eccetera) e concentrati sui solidi, ma validi, arnesi del tuo bagaglio marxista di gioventù: interessi materiali, lotta di classe, dati economici, diritti sociali. Ora, vai a controllare i dati statistici degli ultimi vent’anni sulla redistribuzione della ricchezza, sulla difesa dei salari, sulla tutela dei lavoratori, sulla giustizia sociale. Ecco, ti accorgerai che il tuo partito ha assecondato tutte le svolte cruciali, e tutte le decisioni politiche, destinate a far diventare le classi basse più misere, le classi medie più povere, e le classi ricche ricchissime. Infine, fai un sondaggio ai più alti livelli: chiedi a tre o quattro grandi investitori internazionali (miliardari duri e puri) chi voterebbero, se potessero farlo, in Italia. Ti risponderanno tutti: PD. E allora canta con me, e con Gaber: “Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?”. Vedi che, canticchiando canticchiando, ti illuminerai d’immenso.

Francesco Carraro
www.francescocarraro.com


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