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Economia

Il ciclo vizioso del declino economico europeo

I tagli di bilancio , le politiche di austerità e anti inflazionistiche all’estremo portano alla creazione di un ciclo vizioso che distruggerà i paesi europei

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Oggi ho letto un post, molto interessante, su X, ad opera del sempre ottimo Luciano Barra Caraccio, che ha spiegato con grande precisione quello che si potrebbe chiamare il “Cilo vizioso autoalimentate del declino economico”. Una situazione drammatica, apparentmente senza via d’uscita, che l’economista così descrive:

  1. Se non ti rendi conto in alcun modo che: – se cala l’inflazione (a causa di prolungati tassi alti e di già intrapreso consolidamento fiscale al netto della spesa transitoria, riducendo la crescita nominale del PIL); – e simultaneamente riduci ancora (e ancora) il deficit (indebolendo INEVITABILMENTE la crescita reale); – il debito pubblico/PIL aumenta (poiché il deficit, pur abbassato, diventa più alto della crescita reale + deflatore del PIL); EBBENE, ti ritroverai a violare le regol€ e, quindi, contemporaneamente a dover inasprire il consolidamento fiscale, e quindi a crescere nulla o ad andare in recessione
  2. Via via che si continuerà, nei prossimi anni, con assurdi “sacrifici” imposti dall’UE, – a fronte di spazi di manovra fiscale anticiclica praticamente nulli (o più probabilmente di segno negativo) -, diventerà chiaro (tranne che per media e grandi imprese che credono ancora nella crescita solo export-led) che il problema da affrontare NON è l’ammontare del debito pubblico, ma la crescita (data l’evidenza plateale, e non nascondibile, fornita dal periodo di sospensione delle regole fiscali €uropee). 
  3. Bisogna vedere se l’idea che il bilancio dello Stato sia come quello di un’azienda privata rimarrà ancora radicato e incontestabile per i decidenti pubblici, allineati con l’ortodossia ordoliberale UE-EZ. E questo, anche se significasse perdere le elezioni.
  4. Ed infatti, – per quanti conflitti sezionali (tra subalterni tutti assoggettati all’impoverimento, ma confliggenti tra loro su questioni non di primaria importanza), o “scenari geo-politici”, si vogliano affrontare -, oltre un certo livello di depressione&stagnazione economica, lo scontento da (aggiuntivo) impoverimento, disoccupazione “effettiva” (sottoccupazione non statisticamente rilevata), impossibilità di mettere su famiglia e di provvedere ai bisogni essenziali (salute, istruzione, vecchiaia), sarà diffuso nella schiacciante maggioranza. 
  5. E lo sarà in una misura che sarà prevalente su qualsiasi altro aspetto, pur se abilmente alimentato dalla propaganda mediatica (ordoliberale e sovranazionalista).

Graficamente il ciclo potrebbe essere così rappresentato:

Si tratta di un ciclo che va all’opposto di quello che fanno altri grandi paesi, nominalmente CIna e USA, (la Russia vive una situazione diversa po, quasi obbligata, per lo sforzo bellico)  che stannono stimolando l’economia e, al limite, cercano di non riaccendere l’economia. I vincoli di bilancio europei, alimentati da una sbagliata e distorta visione dell’economia politica “Come se fosse una famiglia”, viene a invece a creare un ciclo depressivo che porta al declino prima economico e industriale, quindi sociale e culturale.

Abbiamo già parlato dell’effeto negativo che avranno i tagli di bilancio sulla crescita, cosa che causerà un vero e proprio ciclo depressivo.

Eppure, grazie a una comunicazione distorta, l’uscita da questa crisi permanente sembra impossibile, con una classe politica che sembra ipnotizzata dalle sirene dell’austerità e neanche desiderosa di autoconservarsi.

 


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