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IL CASO LA PRESSE – SOLE 24 ORE METTE IN LUCE UNA SITUAZIONE FINANZIARIA DRAMMATICA E LE INFLUENZE STRANIERE SU CONFINDUSTRIA

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Cari amici

oggi sul Fatto Quotidiano si apre l’anno con un interessante articolo che , spiegando una vicenda apparentemente secondaria, ci fornisce anche molte informazioni utili per capire l’evoluzione dell’informazione e del mondo imprenditoriale italiano.

L’agenzia La Presse è un’importantissima agenzia fotografica che collabora con i principali quotidiani italiani, fornendo contenuti multimediali e fornendo accesso al proprio enorme archivio a pagamento. Esisteva un accordo fra il Sole 24 Ore e l’agenzia per l’utilizzo dei supporti multimediali, ma questo accordo aveva una scadenza al 31 dicembre 2016. La cessazione del contratto avrebbe obbligato Il Sole a cancellare tutte le foto fornite da La Presse dal proprio archivio, ma , nonostante alcune trattative, dal 31 gennaio 2017 Il Sole cessa di pagare La Presse  si accumulano fatture insolute per un valore di circa due milioni e decide quindi di rivolgersi al tribunale di Torino.

Fino a qui avremmo una normale vicenda fra fornitori e clienti, così comune in quest’Italia della “Ripresa invisibile”. La straordinarietà è legata al fatto che La Presse ha chiesto un sequestro preventivo per 2 milioni di euro perchè vi sarebbero fondati motivi per la continuità aziendale del Sole 24 Ore.

Gli avvocati de La Presse portano due argomenti:

a) la cessione del 49 %BusinessSchool24, cioè di tutte le attività didattiche, al fondo Palamon per 40 milioni prevede una clausola di salvaguardia che obbligherà al risarcimento in caso le dichiarazioni e le garanzie del Sole risultassero non corrette. Per cui questa cifra importante è dubbia;

b) la ricapitalizzazione del Sole è stata fatta praticamente a debito, con un prestito ipotecario concesso da BNL Paribas a Confindustria con garanzia immobiliare.

Analizziamo il punto b). Quella che si vanta di essere la principale associazione imprenditoriale italiana che vuole sempre esercitare una pressione politica, ferocemente europeista al limite dell’assurdità, è in questo momento legata mani e piedi ad una banca francese.  Quale può essere l’indipendenza nel momento in cui la situazione traballante del Sole potrebbe portare, ad esempio, alla richiesta di dilazioni di pagamento? Insomma quanto quello che viene detto da Confindustria e quindi dal Sole 24 Ore e da Radio 24, noti per le loro posizioni acriticamente pro euro, è farina del sacco parigino? Tutta la spinta verso la cessione delle Utility, quasi sempre a favore di gruppi francesi, quanto è un favore fatto al creditore?

Chissà se qualcuno ci risponderà….

 


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