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Il «CAPRO ESPIATORIO»: Palamara radiato per salvare una magistratura da azzerare

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Alla fine è accaduto: Luca Palamara è stato radiato dalla Magistratura.  Il CSM lo ha cancellato in modo definitivo, e così ha completato la propria assoluzione. In un’intervista a La Verità l’ormai ex giudice ha mostrato l’ineludibilità della decisione, descrivendo il presidente della sezione disciplinare distratto, che legge il telefonino mentre, in teoria, dovrebbe ascoltare le parti per studiare la sentenza. Luca Palamara quindi è stato radiato perchè, così, l’ordine giudiziario può assolversi, illudersi di aver “Fatto Giustizia”, e che tutto sia a posto.

Ritenete veramente che sia così?  Che Luca Palamara sia stato un mostro corruttivo l’unico in un mondo perfetto? Che solo lui abbia avuto contatti con i politici, abbia giostrato per le nomine, abbia avuto dei comportamenti di dubbi eticità per mettere gli amici nei posti chiave di Firenze, Perugia o Roma, ed allontanare gli avversari in remote località di provincia. Ritenete che solo le componenti Unicost e Magistratura Indipendente siano state coinvolte in questi intrallazzi, mentre la componente di sinistra, Magistratura Democratica, sia pura e virginale come un giglio? Se credete tutto questo allora dovete gioire per la radiazione sul campo di Luca Palamara, perchè ora l’ordine giudiziario è perfetto, equilibrato e puro interprete del bene e della Legge. Però se vivete oggi, in Italia, in questa Unione europea che ciancia di “Stato di diritto”, salvo non avere nessun rispetto, neppure minimo, per le opposizioni, allora dovreste essere indignati, non perchè sia stato espulso un innocente, ma perchè lui sarà il caprone espiatorio il cui vello coprirà tutti le porcherie degli altri. Le accuse a Matteo Salvini non sono solo opera di Palamara, anche se lui ha avuto un suo ruolo nella vicenda. Le sentenze distorte sui migranti non sono figlie di una giusta interpretazione della legge, ma di una violenta politicizzazione di un ordine giudiziario.

Normalmente, in un sistema sano di pesi e contrappesi, la Magistratura dovrebbe fungere da controllore per gli altri poteri, ma se questo ordine è guidato dal pregiudizio politico, cosa resta a fare  la guardia alla Repubblica? Una Magistratura che si autoassolve, che impedisce una propria riforma, è una minaccia per l sopravvivenza dello stato di diritto e dello stato democratico molto più grave di un potere legislativo distorto e non più rappresentativo della volontà popolare.  Quando queste due storture si combinano, come nell’Italia attuale, che resta della democrazia?


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