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Il caccia F-35 non riesce a raggiungere i suoi obiettivi di capacità in combattimento

Il GAO, l’ufficio di auditing interna del parlamento USA, mette in evidenza come i caccia F-35 non abbiano raggiunto l’obiettivo minimo di operatività. Alcuni non sono stati in grado di compiere nessuna azione operativa. Una grave accusa al comlesso militare.

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Il rapporto del Government Accountability Office (GAO), l’organo di revisione, valutazione e indagine del Congresso degli Stati Uniti, è particolarmente duro nei confronti della disponibilità della flotta da combattimento statunitense. In particolare quella dell’F-35.

Nel suo rapporto pubblicato il 21 ottobre, il Government Accountability Office (GAO), l’organo di revisione, valutazione e indagine del Congresso degli Stati Uniti, ha criticato la disponibilità degli 11 modelli di aerei tattici (da combattimento) utilizzati dalle forze armate statunitensi (Marina, Corpo dei Marines e Aeronautica). Per diversi anni (2018-2023), queste flotte non hanno generalmente raggiunto gli obiettivi di disponibilità fissati per lo svolgimento di almeno una missione. C’è una percentuale di aerei che è inutile, perché non sarebbe in grado di effettuare neanche un combattimento.

Il GAO attribuisce questa situazione a una serie di fattori, come l’invecchiamento degli aerei e i problemi di manutenzione. Eppure la Marina, il Corpo dei Marines e l’Aeronautica hanno speso complessivamente circa 57,2 miliardi di dollari per operare e mantenere questi aerei nell’anno fiscale 2018-2023. Evidentemente la spesa non è sufficiente, oppure i costi di manutenzione sono eccessivi.

F-35 TR3 in volo MoD

L’F-35 non raggiunge gli obiettivi

Il GAO è particolarmente critico nei confronti dell’F-35, l’aereo da combattimento sviluppato e progettato da Lockheed Martin e gestito da Air Force (F-35A), Marina (F-35C) e Marine Corps (F-35B e C).  Secondo il GAO, nessuna delle flotte di F-35 ha raggiunto gli obiettivi di disponibilità nei sei anni studiati dal GAO (2018-2023). In particolare, l’F-35A e l’F-35B/C non hanno raggiunto nessuno dei loro obiettivi di disponibilità durante gli anni studiati. Facendo un parallelo irriverente, sono come l’italiano Breda 88 nella seconda guerra mondiale: un aereo in teoria ottimo, in pratica non in grado di volare e utile solo come sagoma a terra.

Inoltre, l’F-35A ha superato di gran lunga la dotazione finanziaria prevista per la sua manutenzione nel periodo 2018-2023 (7,46 miliardi di dollari, pari al 107,3% di implementazione). Ciò rappresenta un superamento di oltre 507 milioni di dollari. Non è così per le versioni F-35B e C: 95% per il Corpo dei Marines (2,75 miliardi di dollari) e 99,5% per la Marina (1,87 miliardi di dollari).

Ciononostante, l’F-35 rimane il caccia più venduto al mondo, con partner internazionali come Australia, Canada, Danimarca, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Regno Unito. Inoltre, diversi altri Paesi, come Belgio, Repubblica Ceca, Finlandia, Germania, Israele, Giappone, Polonia, Singapore, Corea del Sud e Svizzera, sono interessati ad acquisire questo controverso programma.

Questo significa o che mezzo mondo ha un problema con lo F-35 e non lo ammette, cos anche possibile, ma parliamo di paesi che avrebbero anche delle alternative, come l’Eurofighter, oppure che il problema dei costi di manutenzione è una pecca specifica americana e, per essere più chiari, specificia proprio del complesso militare industriale USA. Però, a questo punto, i comandi militari dovrebbero avere il coraggio di effettuare le operazioni di manutenzione in modo diverso da come si effettuano ora, anche a costo di far perdere dei lauti appalti.


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