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Il Bund e l’Italia di Antonio Rizzo.

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Dalla settimana passata i mercati finanziari sono ufficialmente entrati in una fase di pre-panico.

Due, su tutti, sono segnali che sono interpretati dagli operatori come “preoccupanti”, il primo è la completa inversione della curva dei tassi dei titoli di stato USA dove i treasury con scadenza trimestrale rendono di più dei decennali.  Il secondo segnale è che nessun titolo di stato tedesco con scadenze inferiori o uguali a dieci anni ha un rendimento positivo.

Gli operatori sono convinti che ci sarà un rallentamento globale dell’economia e che le banche centrali saranno costrette a mantenere i tassi a livelli prossimi allo zero o negativi per moltissimo tempo. Il rendimento negativo del bund ha comunque sempre qualcosa di più inquietante e sinistro, perché incorpora la scommessa che una crisi economica prolungata potrebbe compromettere la capacità di pagamento del debito dei paesi cosiddetti “periferici” ed in special modo dell’Italia.

Una simulazione condotta sulla base del modello econometrico di Eurostat ci dice che una contrazione del PIL italiano dello 0,5% nel 2019 porterebbe il deficit nominale al 3,5% costringendo il tesoro ad emettere circa 25 miliardi in più di debito solo per quest’anno.  Ma non è solo questa la fonte di preoccupazione, anche con un dato di Pil meno severo le assurde regole europee ci costringono già oggi ad una manovra restrittiva per il 2020. Ciò vorrebbe dire sottrarre risorse da un’economia già in affanno e provocare una recessione ancora più grave diminuendo le capacità di ripagamento del debito del nostro paese.

In sostanza gli operatori sanno che senza una banca centrale che monetizzi il deficit aggiuntivo provocato dal rallentamento economico mondialee consenta politiche anticicliche si ritroveranno con in mano il cerino dei BTP italiani.

Coerentemente con questa analisi il 15 marzo Bankitalia ci ha informato che nel 2018 il debito in mano agli investitori stranieri è sceso di 47 miliardi, questo trend di “alleggerimento” degli investimenti italiani non sembra essersi arrestato nelle ultime settimane.

I massicci acquisti di titoli di Stato tedeschi non lasciano presagire nulla di buono per i BTP, potremmo trovarci presto in una tempesta finanziaria di cui per ora riusciamo solo ad intravvedere i bagliori all’orizzonte.

Se dovesse succedere sia chiaro che non è come sostiene Cottarelli che è a causa dell’eccessivo debito italiano” o del governo cattivo che sperpera i soldi.  E’ fin troppo evidente che le cause sono da ricercare nella struttura del sistema monetario Europeo.  Una banca centrale che non può monetizzare il debito è sinonimo di una esplosione del sistema che prima o poi si materializzerà ed il Bund con rendimento negativo è lì a ricordarcelo con tutta la sua evidente assurdità.

Antonio Rizzo


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