Crisi
Il Brexit e’ quasi realtà. I poteri ex coloniali europei cercheranno di spostare l’attenzione verso un’Italia destabilizzata?
Sarò stringato, dunque vado al sodo: il Brexit molto probabilmente ci sarà e l’Italia dovrà sopportarne le conseguenze.
Non fraintendetemi, in generale il Brexit è positivo per l’Italia, assolutamente. Le conseguenze da affrontare con la schiena dritta saranno quelle di breve termine, dopo il 23 giugno bisognerà tirare fuori gli attributi.
Sì perché quanto succederà è che si cercherà di scaricare le conseguenze del Brexit sull’Italia. Avete capito bene, ma non sarà tanto la colpa dell’evento Brexit quanto le conseguenze diciamo finanziarie: temo che subito dopo il 23 giugno l’Italia tornerà in turbolenza finanziaria, indotta dall’estero. Di più, temo che Renzi dovrà subire qualcosa di simile a ciò che capitò al governo Berlusconi nel 2011: infatti per Berlino sarà un colpo mortale l’uscita di Londra, dopo un periodo di svalutazione della moneta la Gran Bretagna vedrà un’impennata della sua economia e dunque tutti vorranno fare lo stesso (l’ha detto anche Schauble….). È dunque lato tedesco/europeo sarà necessario velocizzare la sedimentazione del sistema allo stato attuale (…), con qualsiasi strumento anche se fino a ieri appannaggio di altri.
Visto che il paese che avrebbe di gran lunga più vantaggi da un’uscita dalla moneta unica – con parallelo danno all’economia germanica – è l’Italia, mi aspetto che sarà proprio il Belpaese l’obiettivo di cotanto sdegno finanziario post Brexit (leggasi anche, ritorsione). Si noti che sotto molti punti di vista anche gli UK avranno interesse a spostare inizialmente la colpa della inevitabile volatilità finanziaria post Brexit su Roma, tanto per spostare il focus di breve termine inclusa la “colpa” per i danni arrecati al sistema finanziario globale.
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Tutti gli italiani devono fare quadrato. Dimenticatevi di attaccare Renzi, il governo deve essere puntellato senza faziosità alcuna, pensate che gli attacchi di queste ultime settimane siano casuali? No, non lo sono. So che sarebbe un sogno pensare ad un piano con il coinvolgimento di tutti i partiti incentrato su strutturati obiettivi proposti da tutte le fazioni da conseguire nelle more di un piano di stabilizzazione nazionale (…).
Temo per altro che l’attacco arriverà comunque e sarà dall’interno, il più pericoloso, come al solito dalla magistratura. Ecco, i giudici, vanno riportati nell’alveo dell’interesse nazionale (cito le parole dell’ex ambasciatore USA a Roma, Bartholomew, che definiva certe prassi dei giudici addirittura pericolose per la democrazia, vedasi sopra).
Prima di tutto vanno limitati eventuali eccessivi privilegi, assurdo ad esempio che gli stipendi e pensioni della nostra casta siano ai vertici mondiali (anche superiori alla pensione del presidente USA o della corte suprema inglese) in un paese in profonda crisi non solo economica ma anche e soprattutto di valori, anche giudiziari (la magistratura semplicemente NON funziona in Italia, vedasi la percezione della giustizia in Italia ed in Europa).
Parallelamente vanno introdotti i reati di tortura – per limitare la custodia preventiva in carcere [usata di fatto per sciogliere la lingua e far confessare, il 20% (!!!) dei carcerati italiani non ha nemmeno una condanna di primo grado, ndr], atteggiamento dittatoriale assolutamente unico nel panorama occidentale – e la responsabilità civile dei giudici ma solo in caso di dolo o colpa grave, ad esempio per punire i reati che tanto danno han fatto al paese, stile Diego Curto’ ex Presidente vicario della sezione fallimentare del tribunale di Milano (un ex collega del moralizzatore Davigo per intenderci) che assieme alla moglie Antonia Di Pietro fece indebitamente fallire senza pagare per i danni causati il primo gruppo privato italiano, Montedison, grazie ad una tangente la cui origine (estera?) mai fu chiarita…
Unitamente a quanto sopra dovrà essere limitata la pubblicazione delle intercettazioni limitatamente ai reati contestati e SOLO a partire dal dibattimento di primo grado (come per altro è prassi negli altri paesi industrializzati).
Solo successivamente si potrà giustamente accorciare la lunghezza dei processi limitando la trafila dei vari gradi di giudizio riducendoli a due (oggi sono tre).
Solo con tali correttivi l’Italia può pensare di superare l’oscura nottata che ci aspetta dopo il 23 giugno e per far questo è necessario l’accordo di tutti i partiti. Il che significa essere meno capponi di Renzo e più attenti agli interessi nazionali dimenticando quelli di parte.
Un sogno.
Per essere precisi, dobbiamo essere preparati per evitare atteggiamenti eversivi da parte di pezzi dello stato, l’unico modo per suicidarci davvero come nazione. Il fine deve essere preservare l’Italia come stato unitario oggi che i poteri ex coloniali europei sono interessati a gettarci nel caos ed anche mettere in discussione l’integrità nazionale italiana con il fine di depredare le nostre residue ricchezze nelle more della peggior crisi economica dalla nascita del capitalismo.
Jetlag per Mitt Dolcino
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