Economia
Il Brasile entra in OPEC+, ma niente tagli alla produzione di Petrolio
Il Brasile decide di entrale nel cartello petrolifero OPEC+, ma non accetterà tagli alla produzione, solo consultazioni sui prezzi
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Il Brasile è entrato a far parte dell’OPEC+ due anni dopo l’invito del gruppo, ma la sua adesione non sarà vincolante per quanto riguarda i tagli alla produzione, ha dichiarato il ministro dell’Energia del Paese.
All’annuncio della decisione del governo brasiliano di aderire al gruppo, il ministro delle Miniere e dell’Energia Alexandre Silveira ha descritto l’OPEC come “un forum per discutere le strategie tra i Paesi produttori di petrolio. Non dobbiamo vergognarci di essere produttori di petrolio”.
Il Brasile ha bisogno di crescere, svilupparsi e creare reddito e posti di lavoro”, ha riportato l’AP, quindi il taglio della produzione del petrolio è abbastanza fuori luogo, considerando che il Paese intende sfruttare anche i giacimenti nell’area amazzonica.
Il Brasile è già uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo, ma ha l’ambizione di scalare le classifiche fino al quarto posto dal settimo, con un obiettivo di produzione di 5,4 milioni di barili al giorno per il 2030.
Il Brasile è stato anche un punto focale per le previsioni di produzione non-OPEC, regolarmente nominato insieme a Stati Uniti, Canada e Guyana come punto caldo per la crescita della produzione non-cartello. Ora le cose cambieranno, anche se il nuovo membro dell’OPEC+ non ha l’obbligo di rispettare i tagli alla produzione dell’OPEC+.
La produzione dell’OPEC, nel frattempo, è in calo. Il gruppo ha registrato cali sia a dicembre che a gennaio, con una riduzione di 50.000 bpd rispetto alla media giornaliera di dicembre di 26,53 milioni di barili, secondo un sondaggio Reuters. L’offerta dell’Iran e della Nigeria è scesa di 60.000 bpd ciascuna, il calo maggiore tra i produttori OPEC, secondo il sondaggio.
Il gruppo di produttori di petrolio avrebbe dovuto iniziare ad allentare i tagli alla produzione a partire da aprile, ma secondo alcune indiscrezioni la riduzione dei tetti di produzione potrebbe essere ancora una volta ritardata, in linea con la priorità data dall’OPEC alle effettive condizioni di mercato piuttosto che a un’agenda fissata nella pietra.
Con i prezzi del petrolio che vacillano a causa dei negoziati tra Stati Uniti e Russia che potrebbero portare alla revoca delle sanzioni statunitensi, l’OPEC probabilmente non avrà fretta di attenersi ai suoi piani di aumento della produzione, visto che questi piani sono molto flessibili per servire gli scopi del gruppo.
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