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Il bicchiere mezzo pieno: nel 2017 l’Italia ha messo in riga l’EUropa su migranti ed ONG al soldo. Quanto durerà? di Alfredo Esposito

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È innegabile che da quando Marco Minniti ha assunto il ruolo di Ministro dell’Interno l’Italia ha recuperato una dignità internazionale. Da troppo tempo il nostro Paese era punto di approdo di una immigrazione scriteriata – ma certamente indirizzate, … -, agevolata dalle condotte spericolate di alcune Ong che, con la scusa di operare in senso “umanitario”, trafficavano invece con i peggiori scafisti. Diciamola tutta: fino ad oggi troppi in Italia hanno fatto finta di non capire che dietro la retorica “filantropica” si nascondeva un perfido e cinico business costruito sulla pelle dei più deboli. Fortissime sono infatti le pressioni di tenebrose forze internazionali affinché non vengano disturbati i disegni delle associazioni che organizzano i barconi dei disperati, alimentando una spirale di incertezza in Europa che serve per accelerare la definitiva scomparsa della civiltà occidentale. Non era forse questo l’obiettivo del famoso conte Kalergi, personaggio sconosciuto ai più che ancora oggi influenza con le sue idee le decisioni dell’élite continentale?

Non a caso, pochi giorni fa, il giornale francese “Le Monde”, voce semi-ufficiale di alcuni ben noti centri di potere, ha sferrato un attacco insensato proprio all’indirizzo di Minniti, dipinto in maniera diffamatoria come “un oscuro burocrate comunista in combutta con la criminalità libica”. Mi permetto di dire che i francesi dovrebbero avere il pudore di fare silenzio dopo il caos ingenerato in Libia con il sostegno dell’allora presidente della Repubblica italiano Giorgio Napolitano nel 2011; vado oltre, molto probabilmente vogliono continuare a tenerci con la testa sott’acqua, subalterni rispetto agli interessi dell’asse franco-tedesco che senza sosta persevera nel danneggiare platealmente i nostri interessi nazionali.

In questo confuso periodo storico, dove una Ue morente mostra il suo volto più vero e feroce, è importante riuscire a fare squadra con i Paesi che non intendono finire schiavi della Germania di Angela Merkel, a partire dalla Gran Bretagna che ha saggiamente dato il benservito ai violenti burocrati di Bruxelles. Anche gli Stati Uniti di Trump potrebbero avere interesse ad aiutare il nostro Paese a recuperare margini di autonomia rispetto alla Germania, considerato che l’attuale inquilino della Casa Bianca ha sempre denunciato con chiarezza la natura infingarda di una finta Unione Europea che in realtà avvantaggia solo le bramosie tedesche (e in parte francesi). Nel 2018 gli italiani torneranno al voto, e probabilmente sarà necessario costruire una grande coalizione che metta insieme le migliori esperienze presenti sul territorio nazionale.

Visti i fatti, Marco Minniti prossimo premier potrebbe ragionevolmente rappresentare il miglior punto di mediazione possibile, perché – pur essendo, a maggior ragione, un uomo proveniente dalle fila della sinistra – rassicura anche molti ambienti di destra classica che temono il prosieguo di una invasione incontrollata. Come mai i francesi, che chiedono all’Italia di sopportare da sola e in silenzio il peso dell’accoglienza, chiudono però le frontiere per impedire ai profughi di entrare? I “cugini” la smettano di eccellere in ipocrisia, e comincino a capire che l’Italia di oggi ha riscoperto il gusto della dignità e della autonomia. Fortunatamente la pubblica opinione italiana sembra difendere la posizione del Ministro dell’Interno, certamente nei contenuti.
Tanti saranno i tentativi di frenare o condizionare l’operato di un governo di scopo che anteponga l’interesse generale all’ambizione personale. Ma questi tentativi ignobili, di fronte alla consapevolezza compatta di un popolo intero finalmente coeso e libero, sono destinati certamente a naufragare.
I “soliti noti” se ne facciano una ragione.

Alfredo Esposito


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