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Il ballo della sedia: una metafora sulla crisi economica

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Il ballo della sedia è un gioco molto popolare che probabilmente anche molti di voi facevano da piccoli. Il gioco si svolge in questo modo: i bimbi si trovano seduti su delle sedie, una per ciascuno di loro. Appena si da il via alla musica tutti devono alzarsi, mentre un “arbitro” toglie una delle sedie. Quando la musica si spegne i bimbi devono tornare a sedersi. Ma ovviamente, con una sedia in meno, ad ogni turno un bambino non troverà più posto per sedersi e  verrà eliminato dal gioco e ciò fino a che non rimarrà un solo bimbo, il vincitore del gioco.

Il criminale sistema economico che ci impone la finanza oggi è identico in tutto e per tutto a questo gioco. Ogni anno la finanza sottrae moneta dal sistema imponendoci avanzi primari. Ovvero imponendoci di vivere al di sotto delle nostre possibilità spendendo meno di quanto tassiamo. La moneta non cresce nei campi e dunque se ogni anno lo Stato ne toglie dalle nostre tasche più di quanta ne immette, ogni cittadino diverrà sempre più povero. Tale politica viene imposta all’Italia, in forza delle cessioni di sovranità monetaria ed economica imposte dai Trattati UE dal 1992.

Questo grafico illustra molto bene l’incredibile quantità di denaro sottratta dai nostri risparmi con l’avanzo primario in radicale contrasto con lo stesso articolo 47 Cost. che invece obbliga a tutelarli in tutte le forme:

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Ogni anno qualche soggetto economico non riesce a tornare a “sedersi” in quanto la moneta non esiste più in misura sufficiente e dunque fallisce… Perché se ad ogni turno togli sedie (liquidità) alla fine queste non basteranno più per tutti. L’unico vero vincitore in questo gioco è il proprietario delle sedie, ovvero, tornando alla realtà, il proprietario della moneta all’atto di emissione.

Eliminazione dopo eliminazione la democrazia svanirà secondo i capricci del proprietario delle sedie che deciderà il nostro destino. La quantità di moneta in circolazione dovrebbe essere solo quella che consente la piena occupazione della forza lavoro del paese. Oggi invece la disoccupazione decolla e la deflazione certifica matematicamente la scarsità monetaria.

L’Italia come dimostra il grafico muore perché è stata troppo “virtuosa” nei conti pubblici. Il nostro Governo ed i media continuano semplicemente a prenderci in giro imputando la crisi a elementi assolutamente macroeconomicamente irrilevanti quali l’evasione o la corruzione.

La nostra economia muore perché manca la moneta per farla funzionare esattamente come accadrebbe ad un corpo umano che non abbia sufficiente sangue in circolo. Più un economia è florida più serve moneta per scambiare beni o servizi. Senza moneta la crescita diventa impossibile.

Riprendiamoci la nostra dignità ricominciando a pensare e ragionare autonomamente.


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