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I tempi sono maturi per cancellare la legge Severino e tornare all’equilibrio democratico ante provvedimento

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Non mi è mai andato giù il golpe che l’Italia ha subito nel 2011: chiaramente l’epilogo è stata l’appprovazione della legge Severino, che di fatto ha permesso di arrivare ad ottenere quello che molti volevano – soprattutto all’estero -, una sorta di empachment di Berlusconi. Chiaro ed indiscutibile, il Cavaliere ha le sue colpe, prima di tutto di non essere riuscito a cambiare le cose in Italia pur con una maggioranza schiacciante (e di avere rappresentato il proprio consenso popolare attraverso una compagine composta di “valorosi traditori”, che alla prima occasione lo hanno loro stessi affossato), ma da qui a buttarlo giù e godere oggi di una crisi e di una miseria diffusa è follia: gli italiani, alcuni italiani sembravano disponibili a far cadere il Berlusconi a qualisasi costo. Anche a costo della  miseria dei giorni nostri?

Ora, i colpi di stato tipo 2011 non capitano senza supporto esterno e chiaramente il supporto esterno ha avuto i suoi attori nazionali in varie figure apicali della politica, certamente Monti ha avuto un ruolo nel “grande cambiamento” del 2011. Altrettanto il Presidente della Repubblica (chiaramente, in modo formale, non possiamo assolutamente parlare di un loro coinvolgimento in nessun golpe ma solo di essere stati funzionali ad un più che legittimo cambiamento politico, poi esiste la libertà per ognuno di pensare quello che vuole). La legge Severino è stato il blitz finale che ha creato un vero mostro – necessario, vista la resilienza del Cavaliere, non voleva cadere! -, risultato politico e giuridico terribile vaticinato recentemente dallo stesso ex giudice De Magistris che ha ritenuto la legge perfettamente anticostituzionale (il TAR l’ha sospesa…).

Questa è soprattutto una questione di democrazia che coloro che han voluto detto provvedimento troppo spesso dimenticano, lasciate perdere che detta legge è stata usata per far cadere l’icona del centro destra moderato degli ultimi 20 anni. Esempi di carenza democratica nell’ambito giuridico nazionale sono stati stigmatizzati da eminenti rappresentanti della giustizia internazionale. Ricordiamo che lo stesso giudice della Corte Suprema USA, Justice A. Scalia [oriundo italiano, nominato da R. Reagan, un Repubblicano] nel 1994 – con successiva copertura politica e quindi cambiamento dello status quo in Italia –  e nel 2013 – senza copertura, ossia non è cambiato nulla – ha dichiarato che la carcerazione preventiva è contraria ai principi democratici USA. E dico io, contrario ai principi democratici tout court, se un indagato viene messo in galera per farlo parlare beh, fate voi. Questo vulnus democratico gli stessi giuristi ritengono sia un residuo fascista nell’ordinamento democratico nazionale. In USA ad esempio la detenzione avviene solo nei casi più gravi –  escludendo i casi di terrorismo –  dopo il giudizio almeno di primo grado, non prima e soprattutto non come strumento per ottenere prove o confessioni (ed in un periodo di caccia alle streghe e di crisi quale quello attuale vedrete che di eccessi in Italia ce ne saranno molti, eccome!). Pensate che lo stesso Gramsci  se ne lamentava, ancora in tempi non sospetti direi… Bene, la legge Severino rischia di stare nello stesso solco di vulnus democratico, stortura a cui mi aspetto che la Corte Costituzionale porrà rapidamente rimedio.

Ora, inutile girargli attorno, i risultati elettorali di Obama hanno altrettanto chiaramente vaticinato la bocciatura completa e totale della politica estera (ed anche economica della corrente amministrazione democratica americana): anche quello che fino ad oggi è andato in una maniera in Italia da domani rischia di cambiare verso visto che il Senato USA sovrintende le decisioni di politica estera e lo stesso Chuch Hagel al ministero della Difesa è un rispettabilissimo repubblicano.

Probabilmente le condizioni al contorno sono cambiate stanotte: dunque, possiamo finalmente dire che la legge Severino va dichiarata anticostituzionale? Qualcuno è contrario?

Nota di redazione: il cambiamento in USA di questa notte prenderà circa tre mesi per mostrare i suoi effetti. Or dunque, nelle prossime settimane si correranno i rischi maggiori di turbolenza, se esisteva un piano che a questo punto è saltato lo si deve mettere in pratica velocemente prima dell’insediamento della nuova maggioranza parlamentare (…). E il discorso di ieri di Napolitano alle forze armate fa temere qualcosa più di una leggera turbolenza là da venire, turbolenza in ogni caso passeggera…

Mitt Dolcino


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