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I soldi fanno la felicità? O la felicità fai i soldi?

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Intervista a Pietro Di Lorenzo, Fondatore di network di siti finanziari

Che rapporto abbiamo con il denaro?

Per molto tempo è pesato un certo retaggio culturale, per cui il denaro era inteso come lo sterco del demonio. Di una persona molto ricca, in genere si dice: “chissà quello come ha fatto i soldi”. In realtà, sarebbe più giusto associare una maggior quantità di denaro a una maggiore libertà finanziaria. Avere più soldi, significa avere più tempo a disposizione per fare ciò che si desidera.

Lei dice che il denaro può darci più tempo. Viene in mente il titolo del suo ultimo libro, Il tempo è denaro.

Sì, ma c’è un sottotitolo che non va dimenticato: “Se sai come investirlo”. Il motivo di questa aggiunta è che anche ai mercati finanziari spesso si associano concetti negativi, come fossero qualcosa di losco e puntuali arrivano i riferimenti ai crack Cirio, Parmalat o Lehmann Brothers. In realtà, oggi la gestione del denaro è diventata un’esigenza imprescindibile, esattamente come lo è quella della propria alimentazione o della propria forma fisica.

Cosa possiamo fare, allora?

Il primo passo è prendere consapevolezza di quanto sia importante il risparmio. Il secondo passaggio è rendersi conto che, esattamente come della forma fisica, è importante occuparsene e quindi fare un allenamento. Il terzo punto è capire che non esiste un solo allenamento buono per tutti. Nel mio libro ho proposto cinque strategie tarate sul tempo che ognuno ha a disposizione.

Ecco, il rischio. Oggi non è più facile risparmiare come lo era un tempo, quando i famosi buoni postali garantivano un rendimento ultrasicuro e piuttosto cospicuo.

Fino a qualche anno fa, Btp e Bot sembravano i luoghi più sicuri, delle vere e proprie cassette di sicurezza che consentivano al risparmiatore di dormire sonni tranquilli. Oggi, dopo la crisi dello spread del 2011 o anche solo dopo le oscillazioni dello scorso maggio, che sostanzialmente che fotografa il rischio che i soldi che hai prestato al tuo paese non tornino indietro, sono cambiate le regole del gioco! E per questo bisogna apprendere un approccio diverso ai mercati!

Inoltre, molti anni fa, da un punto di vista occupazionale c’era una minore precarietà: chi aveva un lavoro, poteva ragionevolmente credere di tenerselo per tutta la vita e questo garantiva una certa sicurezza economica. Oggi non è più così. Quindi, mentre prima la gestione del risparmio era un di più, adesso è diventata quasi un’esigenza. Questi cambiamenti ci obbligano a pianificare in maniera più intelligente, più sana, il nostro futuro finanziario e ad avere col denaro un rapporto più franco. Prima, chi si occupava e preoccupava del proprio investimento, era visto come un avido, una persona venale, quando in realtà chi si occupa del proprio denaro è una persona previdente, che riesce a pianificare ed ha i piedi per terra.

Qual è il principale errore da non commettere?

Quello di farsi guidare dall’avidità piuttosto che dalla razionalità. Il segreto è utilizzare il famoso approccio del buon padre di famiglia. A me chiedono spesso quali sono i titoli migliori su cui investire, quelli che rendono di più e quali sono le migliori azioni da comprare. Non è questo il modo sano di investire. Investire vuol dire non fare il passo più lungo della gamba e avere sempre in mente che in finanza il trade off è inevitabile, per cui se hai un rendimento atteso molto elevato, devi essere pronto a correre un rischio altrettanto elevato.


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