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I russi consegnano i primi S 400 alla Turchia. Come risponderanno gli USA?

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Ormai è fatta. I primi componenti del sistema missilistico russo S400 sono stati consegnati alla Turchia, teorico paese NATO, ed entreranno presto in azione. I primi lanciatori sono arrivati per via aerea, ma si prevede che i trasporti dei componenti, fra cui 120 missili , avverranno via mare:

Naturalmente questa mossa è una spaccatura fortissima per la NATO: un sistema S400 è costruito per seguire  ed abbattere aerei NATO, per cui siamo al paradosso di un paese di un’alleanza che si arma per difendersi dai suoi alleati. Per questo e per motivi economici l’amministrazione Trump ha da sempre avvertito la Turchia che la scelta non sarebbe stata senza conseguenze, e la prima, già annunciata, sarà l’esclusione di Ankara dal programma F35. La risposta però più temibile può essere economica. Vediamo la Lira Turca:

L’economia turca sta uscendo da una bolla di investimenti esteri, soprattutto immobiliare, che ha avuto effetti devastanti. Il governo Erdogan è stato messo in grave difficoltà dal combinarsi di svalutazione, inflazione e quindi dal necessario innalzamento dei tassi di interesse che ha accentuato la recessione, tanto da convincere Erdogan a licenziare il governatore della Banca Centrale. In questa situazione qualsiasi sanzione di carattere finanziario, anche non estrema può accentuare la crisi economica turca in modo drammatico. Naturalmente esistono poi le opzioni di carattere diplomatico, come il congelamento dello status di paese NATO, ma questo potrebbe avere delle ricadute controproducenti, mentre qualche limitazione nei trasferimenti finanziari o qualche indagine mirata  delle autorità finanziarie potrebbero essere più efficaci. Senza contare poi la possibilità di aiutare militarmente i due avversari europei nell’area, Gracia e Cipro, con coi la Turchia sta avendo un duro confronto ai limiti del militare sul controllo del gas naturale .

Insomma Erdogan non può pensare di farla sempre franca.

 


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