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I Parlamenti USA approvano un bilancio provvisorio, ma lasciano Trump insoddisfatto

Approvato dalle camere USA una legge di bilancio compromesso che arriverà a Marzo. Trump non è un vincitore

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Venerdì i legislatori americani si sono riuniti e, dopo un procedimento rapido, hanno approvato un accordo di bilancio ristretto, mantenendo lo stato federale finanziato sino a marzo 2025 ed evitando lo shutdown natalizio.

Il pacchetto – elaborato dal presidente della Camera Mike Johnson – finanzia il governo ai livelli attuali fino al 14 marzo, proroga di un anno la legge agricola e stanzia miliardi di dollari per i soccorsi in caso di calamità e per l’assistenza agli agricoltori.

La legge è stata approvata dopo una settimana caotica che ha visto la presentazione di quattro diverse proposte di spesa, l’influenza del Presidente eletto Trump e del suo stretto alleato Elon Musk e gli interrogativi sul futuro dello Speaker Mike Johnson (R-La) nel suo incarico.

Per curiosità, la nuova legge di bilancio occupa solo 118 pagine, contro le oltre 1500 di quella, bella grassa, di partenza.

Chi sono i vincitori e i perdenti di questa curiosa battaglia di bilancio?

I VINCITORI

Elon Musk

Questa settimana Musk ha mostrato quale sia la vera influenza che lui e X hanno sulla politica americana. L’uomo d’affari miliardario e stretto alleato di Trump si è schierato contro il piano di spesa iniziale di Johnson, il “Porkulus”, da 1500 pagine – che era bipartisan e bicamerale – spingendo una marea di repubblicani a seguirne l’esempio. La proposta non è mai arrivata in aula per il voto a causa della diffusa opposizione.

La sua posizione è quasi più potente di quella di mike Johnson, il presidente della Camera dei Rappresentati, che è stato obbligato a predisporre prima un piano B, saltato, e quindi un piano C, che è passato, ma che è una frazione di quello iniziale. Molti sosterrebbero perfino Musk come presidente della Camera, a questo punto, più o meno seriamente.

Musk è pronto a diventare un nome – e un volto – familiare a Capitol Hill nei prossimi anni, dopo che Trump lo ha messo a capo, insieme a Vivek Ramaswamy, del Dipartimento per l’efficienza del governo (DOGE), che si occupa di tagliare le spese federali e di ridurre le dimensioni del governo. I repubblicani hanno poi lanciato gruppi simili a Capitol Hill.

Dipendenti federali

I lavoratori federali possono tirare un sospiro di sollievo con l’approvazione del recente stopgap, che allontana per qualche mese la minaccia di sospensioni di massa dal lavoro.

Sono circa sei anni che il Congresso non subisce uno shutdown. Durante l’ultimo, nel 2018 e nel 2019, migliaia di lavoratori federali sono stati licenziati o hanno subito interruzioni di stipendio.

Poiché all’epoca il Congresso aveva già approvato alcune proposte di legge per il finanziamento dell’intero anno, il Congresso era entrato in uno shutdown governativo solo parziale. Il blocco parziale, avvenuto durante l’amministrazione Trump, è stato il più lungo della storia moderna.

Agricoltori

La legge includeva 10 miliardi di dollari di assistenza economica per gli agricoltori, dopo che alcuni repubblicani avevano minacciato di votare contro lo stopgap senza gli aiuti aggiuntivi.

Il disegno di legge includeva anche una proroga di un anno della legge agricola del 2018, dato che il Congresso non è riuscito ad approvare una proroga più lunga. Alcuni repubblicani si sono anche arrabbiati per il linguaggio che, a loro dire, avrebbe permesso di eliminare dal prodotto finale le vendite di etanolo E15 per tutto l’anno.

Aiuti per i disastri naturali (finalmente, e sostanziosi)

Il disegno di legge include circa 100 miliardi di dollari in aiuti per le calamità, dopo che la leadership di entrambe le camere ha dovuto far fronte alle crescenti pressioni per ottenere aiuti in seguito agli uragani Helene e Milton.

Una buona parte di questi dollari, circa 30 miliardi, sarà destinata al fondo per i disastri dell’Agenzia federale per la gestione delle emergenze, dato che i funzionari avevano avvertito della diminuzione dei fondi durante la stagione degli uragani.

Il disegno di legge include anche finanziamenti per la Small Business Administration, dopo che la Casa Bianca aveva dichiarato che anche il suo programma di prestiti per i disastri aveva esaurito i fondi in ottobre.

La Città di Washington

Il testo spianerebbe la strada ai Washington Commanders che potrebbero trasferire il loro stadio da Landover, nel Regno Unito, alla capitale della nazione. Questo perchè lo stadio RFK passa sotto competenza del distretto di Columbia.

Il presidente del Comitato di supervisione della Camera James Comer (R-Ky.), che aveva lavorato per far passare la legislazione alla Camera, ha salutato la mossa dopo che sembrava che la misura non sarebbe uscita prima della fine della sessione del Congresso.

Una versione precedente di questo articolo, scritta prima dell’azione del Senato, vedeva la città di Washington D.C. come perdente per non aver vinto una legge che avrebbe potuto riportare la squadra della NFL in città. Invece la legge federale si viene a occupare di questa cosa minima, ma che è molto importante per i tifosi di football americano della capitale.

Invece, emerge come vincitore a sorpresa.

IN POSIZIONE MEDIA

Leader della minoranza della Camera Hakeem Jeffries 

Jeffries ha detto fin dall’inizio che non voleva che l’aumento del tetto del debito fosse incluso nei negoziati per il finanziamento del governo, nonostante la richiesta di Trump, e dopo giorni di deliberazioni del GOP ha ottenuto il suo desiderio.

Quando Johnson ha presentato un pacchetto che includeva un aumento di due anni del limite di indebitamento, Jeffries ha detto “no” e tutti i membri del suo gruppo, tranne due, hanno seguito il suo esempio.

Però ha visto tagliate migliaia di disposizioni finanziarie succose che voleva parte della legge.  Queste disposizioni ammontavano a centinaia di pagine di testo legislativo ed è improbabile che vengano approvate dalle Camere nei prossimi due anni di controllo unificato del GOP a Washington.

La deputata Rosa DeLauro (Conn.), la più importante democratica della Commissione per gli stanziamenti, ha martellato il pacchetto definitivo sul palco della Camera.

“Questo è il gruppo che ha costruito l’accordo per conto del pubblico americano”, ha detto DeLauro, nominando i legislatori bipartisan e bicamerali che hanno contribuito a negoziare il pacchetto iniziale. “E questi servizi ora sono stati ridotti”.

Chip Roy (Repubblicano, ora avversato da Trump)

Roy ha visto il suo profilo crescere ulteriormente durante lo scontro sullo shutdown, ma a un prezzo.

Il membro del Freedom Caucus è diventato il volto dell’opposizione allo sforzo di Trump di aumentare il limite di indebitamento perché non era collegato a tagli alla spesa.

L’onorevole Chip Roy

Quando Johnson ha presentato una proposta di legge che prevedeva un aumento del tetto del debito di due anni senza tagli alla spesa, Roy ha inveito contro la misura in aula – dopo che la democratica DeLauro gli ha concesso il tempo di parlare in opposizione.

“Sono assolutamente disgustato da un partito che fa campagna elettorale sulla responsabilità fiscale e ha la temerarietà di presentarsi al popolo americano dicendo che pensate che questo sia fiscalmente responsabile”, ha detto Roy. “È assolutamente ridicolo”.

La sua posizione troppo radicale e di sfida diretta perfino a Trump da destra gli è costatata l’inimicizia del presidente che ha apertamente spinto a cercare dei candidati migliori per le prossime primarie nel Texas, invitando a cacciarlo.

PERDENTI:

Il presidente della Camera Mike Johnson 

Johnson ha evitato lo shutdown, permettendo alle agenzie federali di rimanere aperte, ai legislatori di tornare a casa per le vacanze e di chiudere ufficialmente l’attività del 118° Congresso.

Ma così facendo ha fatto arrabbiare i repubblicani di ogni corrente della Camera – in particolare i conservatori più intransigenti – e Trump, mettendo in pericolo le sue possibilità di mantenere il martelletto durante l’elezione del presidente del 3 gennaio.

Trentaquattro legislatori del GOP hanno votato contro la proposta di spesa finale di Johnson e 38 si sono opposti a quella portata in aula prima di essa, una notevole dimostrazione di opposizione a un paio di piani elaborati dal Presidente della Camera. Molti che lo hanno sostenuto in passato potrebbero ora cambiare idea.

“Sono ora indeciso su come dovrebbe essere la leadership della Camera nel 119° Congresso”, ha scritto su X dopo il voto Andy Harris (R-Md), presidente del conservatore House Freedom Caucus che si è opposto a entrambe le misure.

Trump, nel frattempo, non ha ancora commentato l’accordo di spesa finale di Johnson, che però esclude la principale richiesta del presidente eletto – un aumento del limite del debito – un fatto che potrebbe attirare le ire del presidente eletto. I repubblicani hanno invece raggiunto un accordo per aumentare il limite di indebitamento di 1.500 miliardi di dollari in cambio di 2.500 miliardi di dollari di tagli netti alla spesa, attraverso un pacchetto di riconciliazione nel prossimo Congresso.

Johnson, da parte sua, ha espresso fiducia nelle sue possibilità di rimanere in carica, affermando venerdì ai giornalisti di essere convinto di essere rieletto al primo scrutinio del prossimo anno.

Il Presidente Biden

Il Presidente Biden sta terminando il suo mandato con un altro shutdown scongiurato, anche dopo che Trump ha suggerito che sarebbe stato d’accordo con una sospensione dei finanziamenti sotto il controllo del Presidente.

Joe Biden

Joe Biden

Inoltre, ha visto soddisfatta gran parte della sua richiesta di aiuti per i disastri. In precedenza, a novembre, il Presidente aveva chiesto circa 100 miliardi di dollari in aiuti per i disastri, richiesta poi aggiornata a circa 115 miliardi di dollari. Il disegno di legge finale approvato venerdì si è avvicinato alla richiesta iniziale, nonostante gli appelli dei conservatori più intransigenti a respingere la richiesta senza compensazioni.

Tuttavia, nonostante queste vittorie, Biden ha dovuto affrontare un’enorme critica per essere rimasto lontano  dalla discussione, una specie di presidente dimezzato, assente, distratto e incapace.

I giornalisti hanno chiesto all’addetta stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre perché Biden non avesse rilasciato dichiarazioni pubbliche sullo shutdown, e lei ha risposto che stava seguendo la “strategia” utilizzata in passato.

“Questa è una strategia che abbiamo adottato molte volte in passato, non è la prima volta”, ha detto Jean-Pierre. “E questo è per i repubblicani al Congresso, alla Camera in particolare, da risolvere, hanno creato questo pasticcio. C’era un accordo bipartisan”.

È possibile che l’assenza di Biden sia stata calcolata, e che i Democratici e la Casa Bianca abbiano pensato che la legge non sarebbe stata aiutata da critiche pubbliche e in diretta a Trump o ai Repubblicani del Congresso da parte di Biden.

Tuttavia, il presidente è sembrato anche cedere il palco al suo successore, accentuando la sensazione di assenza dell’attuale presidente. Un nuovo articolo del Wall Street Journal, che critica gli assistenti della Casa Bianca per aver protetto quello che, secondo l’articolo, era un Biden in declino, ha aggiunto ulteriori problemi al presidente.

Biden è stato oggetto di maggiori critiche da parte dei Democratici che hanno perso la maggioranza alla Casa Bianca e al Senato nelle elezioni di quest’anno e non sono riusciti a conquistare la Camera. Questa settimana è sembrato fare poco per rassicurarli.

Il presidente eletto Trump

Trump ha un enorme potere sui Repubblicani della Camera, come dimostra la rapidità con cui hanno accolto le sue richieste quando ha chiesto un aumento del tetto del debito come parte del pacchetto di questa settimana.

Ma poi 38 repubblicani alla Camera hanno ignorato i suoi appelli, votando una legge che includeva una sospensione di due anni del tetto del debito.

La legge finale approvata dalla Camera non prevedeva alcun aumento del tetto del debito, sfidando la richiesta chiave del presidente eletto.

Johnson, da parte sua, ha dichiarato ai giornalisti dopo il voto che “è stato in costante contatto con il presidente Trump durante tutto questo processo”, parlando con il presidente eletto poco prima del voto.

“Sapeva esattamente cosa stavamo facendo e perché, e questo è un buon risultato per il Paese”, ha aggiunto Johnson. “Penso che anche lui sia certamente felice di questo risultato”.

Questa battaglia, che nel miglior caso può essere considerata una vittoria di Pirro, è un assaggio dei problemi che dovrà affrontare già con el nomine governative. Sarà molto interessante vedere come supererà i problemi parlamentari.


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