Attualità
I MINIBOT. QUALE IMPATTO SULL’ECONOMIA? (Fabio Dragoni LA VERITA’ del 20 maggio 2018)
Se lo Stato saldasse i propri debiti verso contribuenti ed imprese pagandoli in titoli del stato di piccolo taglio per circa 70 miliardi di euro cosa accadrebbe alla nostra economia? La domanda è più che legittima ora che Lega e 5 stelle si accingono a prendere le redini del Paese avendo inserito i minibot nel loro contratto di governo. I minibot possono essere utilizzati per il pagamento di imposte e contributi e questo li renderà immediatamente utilizzabili anche nella spesa di tutti i giorni. Non abbiamo a disposizione modelli econometrici per simularne l’impatto; ma il buon senso –da una parte- ed i rudimenti dell’economia –dall’altra- possono già lasciarci intuire quelle che possono essere le verosimili ricadute. Iniziamo dal mettere in fila quattro numeri. Secondo l’ISTAT l’Italia nel 2017 ha registrato un PIL di circa 1.700 miliardi derivante dalla somma dei consumi delle famiglie (1.039), delle spese della Pubblica Amministrazione per l’acquisto di beni e servizi (329), degli investimenti delle imprese (296), e dell’export di queste ultime al netto delle importazioni (53). In totale per la precisione 1.717 miliardi. L’immissione di circa 70 miliardi di mini bot nel circuito economico determinerebbe quindi un immediato incremento dei consumi per un importo pari a quasi il 7%. Uno shock positivo e dirompente che sarebbe tuttavia mitigato da altri fattori. Non appena i consumi riprendono a marciare lo stesso accade infatti per le importazioni. E queste ultime sono una componente contabile negativa del PIL. Dal 2000 ad oggi sono state mediamente pari al 43% dei consumi per intendersi. Dovremmo quindi registrare un aumento delle importazioni di circa 30 miliardi e l’impatto sul PIL non sarebbe un +70miliardi bensì un più modesto ma comunque ragguardevole +40 miliardi. In termini percentuali la sola immissione di mini bot per circa 70 miliardi potrebbe quindi determinare una crescita del 2,3% del PIL. E’ un effetto una tantum e non ripetibile negli anni successivi dal momento che i mini bot sono strumenti per il pagamento dell’attuale stock di debito accumulato dalla pubblica amministrazione nei confronti dei propri cittadini. Detta stima non tiene però nemmeno conto del cosiddetto moltiplicatore. Grazie a Keynes abbiamo infatti imparato che un aumento (diminuzione) di una componente del PIL (ad esempio i consumi ma lo stesso dicasi per la spesa pubblica o gli investimenti) genera un aumento (diminuzione) più che proporzionale del reddito. Tradotto in parole semplici: un aumento dei consumi genera altri consumi e viceversa. E’ il cosiddetto moltiplicatore. Su quanto questo moltiplicatore sia grande o piccolo e su cosa sia più utile mettere le mani per ottenerlo (spesa pubblica, consumi o investimenti privati) gli economisti non smetteranno mai di litigare. Ma a noi questo poco importa, se non per capire che la nostra stima di crescita sul PIL potrebbe essere addirittura sottostimata. Cosa accadrebbe invece al debito pubblico? Aumenterebbe in un colpo di circa 70 miliardi con l’immissione di nuovi titoli di stato. Stiamo parlando del debito rappresentato da titoli che è l’unica cosa che conta per Eurostat. Noi sappiamo invece che il debito pubblico effettivo non aumenterebbe perché a fronte dei maggiori titoli in circolazione vi sarebbero minori debiti dello Stato verso i contribuenti. Ma per il momento stiamo al gioco di Eurostat. E’ però altresì vero che a fronte di questi 70 miliardi di consumi in più, lo Stato riscuoterebbe immediatamente maggiore IVA. E’ ragionevole stimare che almeno 7 sarebbero i miliardi ad entrare nelle casse dello stato. Quindi le casse dello Stato subirebbero un aggravio non di 70 miliardi ma di 63. Poiché a dicembre 2017 il debito rappresentato da titoli era pari a 2.263 miliardi ne conseguirebbe un aumento del debito pubblico del 2,79%. Arriverebbe cioè al 132,4% rispetto al PIL.
Tiriamo le conclusioni:
- l’introduzione dei mini bot determinerebbe una crescita una tantum di almeno il 2,3% da aggiungersi al trend attuale
- il debito pubblico passerebbe dal 132% circa al 132,4% del PIL
- l’Italia non pagherebbe un euro in più di oneri finanziari perché i minibot non sono fruttiferi di interessi
Non so voi; ma considerando che Monti per trascinarci in 13 consecutivi trimestri di devastante recessione ha fatto esplodere il rapporto debito/PIL dal 119% al 126% e pur senza avere uno straccio di modello econometrico disponibile io un pensierino ai mini bot ce lo farei.
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