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I malati di mente

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mao con scarpa nike

Tutti i discorsi fatti sulle monete, relativi al loro apprezzamento o deprezzamento in funzione di quanto sia richiesta una certa valuta sul mercato dei cambi (per comperare un prodotto estero o per fare un viaggio fuori Nazione devi sempre procurarti prima la valuta di quel tale Paese), sembra che per la Cina NON abbiano validità alcuna: lo Yuan (o Renminbi) NON è scambiabile sul mercato dei cambi, se non in modo ristretto nella sola Shangai o al mercato nero. Ovvero, se vuoi cambiare gli Yuan in dollari devi affidarti alla mafia locale che a sua insindacabile discrezione ti darà la quotazione del momento. Dal 1997 al 2005 la valuta cinese è stata ancorata al Dollaro USA, dopo tale data, per favorire l’export (mettendo anche la prima barriera alle importazioni) lo Yuan è stato via-via svalutato. Da quanto è stata avviata la globalizzazione il mezzo di pagamento più gradito ai cinesi, e forse l’unico, è stato il Dollaro USA. Non a caso la Cina è il Paese che detiene le maggiori riserve di valuta pregiata espressa in $$$, oltre ad una quota rilevante del debito statale USA. Insomma, sembra che i cinesi abbiano una vera passione per i dollaroni.

È nota a tutti noi la convenienza che ha un Paese con una forte propensione all’export a desiderare una moneta piuttosto debole, come ad es. i casi della Corea del sud e del Giappone sono lì a ricordarcelo e, come abbiamo abbondantemente analizzato in questi lunghi anni di crisi, ben sappiamo che la moneta comune €uro è servita alla Germania per “diluire” il valore del super-Marco (secondo i miei calcoli, oggi, senza dell’€uro, il Marco varrebbe ca. una volta e mezzo il Dollaro).
Da più parti si è chiesto alla Cina far di entrare regolarmente lo Yuan nelle contrattazioni valutarie mondiali ma l’oligarchia del partito comuliberista cinese ha sempre nicchiato, spostando in continuazione in avanti quel momento fatidico.

Poniamo il caso che da domattina per acquistare un qualsivoglia prodotto “made in China” si debbano prima comperare gli Yuan necessari sul mercato dei cambi (così come avviene per tutti gli altri Paesi esportatori): sono certo che a fine giornata la valuta cinese si sarebbe apprezzata già di qualche decimo di punto percentuale. Adesso poniamo che tale evenienza accada per un anno consecutivo: dopo tale lasso di tempo la valuta cinese avrebbe raddoppiato il proprio valore poiché circa la metà di quanto prodotto nel mondo viene fabbricato nell’ex celeste impero. Sapete cosa accadrebbe per logica conseguenza? Come per incanto la Cina ridurrebbe il proprio surplus commerciale (differenza tra export ed import), poiché i prodotti esteri venduti in Cina sarebbero meno cari, ovvero più appetibili dai residenti e la maggiore richiesta di prodotti provenienti dall’estero andrebbe a favorire la produzione da qualche altra parte, riequilibrando gli scompensi. Nello stesso tempo crescerebbero le pretese salariali dei lavoratori cinesi che porterebbero in breve tempo ad una qualità di vita migliore ecc. In poche parole: si andrebbe a formare lo zoccolo duro di quella classe media che trasformerebbe lo sterminato Paese in una economia avanzata, andando velocemente a migliorare l’indice di Gini (migliore distribuzione della ricchezza) e dando, in ultima analisi, anche il cambio nei consumi ad un deflazionato occidente che non è più in grado di essere solo mercato di sbocco.

Allora perché non si mettono in campo le SANZIONI internazionali necessarie per costringere il PCC (Partito Comuliberista Cinese) a liberalizzare gli scambi dello Yuan 8e non solo)?
Nel sistema capitalistico ultra-liberista attuale NON dovrebbe essere permesso a NESSUNO un tale vantaggio.

Pensate davvero che se si mettessero in campo le misure necessarie (quali dazi, contingentazioni delle merci ecc) i cinesi potrebbero resistere? Io dico che accetterebbero tutte le decisioni nel giro di 6/12 mesi.

E allora?
Allora il problema è un altro: la convenienza non è solo dei cinesi, anzi, direi che la massima convenienza a tenere in catene un MILIARDO di schiavi che lavorano anche per 16 ore al giorno è SOPRATTUTTO delle multinazionali che hanno delocalizzato laggiù, traendone i MASSIMI benefici.

La politica mondiale è finita nelle mani di questi esseri immondi che “pilotano” a loro unico beneficio qualsiasi decisione tramite i loro burattini insediati “democraticamente” nei Governi.

L’intero pianeta è alla mercé di un centinai di malati di mente apolidi che venerano il potere e idolatrano il denaro, decidendo di conseguenza chi far vivere e chi far morire.

Roberto Nardella.


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