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I Leader Europei si incontrano oggi per una piacevole giornata a Parigi

Oggi meeting europeo a Parigi, in cui i governanti europei discuteranno della propria irrilevanza nel quadro mondiale, a fronte delle trattative dirette fra Trump e Putin in Arabia Saudita

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L’incontro odierno dei leader europei a Parigi, convocato per discutere la risposta all’avvio dei colloqui tra Stati Uniti e Russia sulla guerra in Ucraina, si svolge in un contesto di palese irrilevanza europea nel panorama internazionale.

I leader dell’Unione Europea non sono stati nemmeno invitati ai negoziati in Arabia Saudita tra i diplomatici di vertice statunitensi e russi, evidenziando come l’Europa sia ormai considerata un attore secondario, se non addirittura trascurabile, nello scacchiere geopolitico mondiale. Potremmo dire che, per l’effetto di questo incontro nel quadro mondiale,  più importante la scleta fra soup à l’oignon, quiche o fois gras, piuttosto che quello che verrà discusso e deciso.

La situazione è drammaticamente chiara: il presidente USA, Donald Trump, ha avviato trattative bilaterali con il presidente russo Vladimir Putin per porre fine al conflitto, bypassando completamente l’UE e i suoi stati membri. Le capitali europee, allarmate e colte di sorpresa, temono un accordo che possa essere raggiunto senza il loro coinvolgimento e con ripercussioni potenzialmente negative sul futuro assetto di sicurezza dell’intero continente.

Le parole del Presidente del Consiglio europeo, António Costa, che rappresenta teoricamente i 27 leader nazionali, sottolineano la necessità di coinvolgere l’Europa nella definizione della futura architettura di sicurezza europea. Costa afferma che la Russia non è solo una minaccia per l’Ucraina, ma una minaccia globale, citando l’aggressività russa verso i Paesi Baltici e la presenza militare in Moldavia e Georgia.

Queste affermazioni, però, appaiono vuote e prive di sostanza, perché non supportate da una reale capacità di influenza. Gli Stati Uniti, al massimo, potranno considerare, bontà loro, le opinioni europee, ma la decisione finale spetterà esclusivamente a loro e alla Russia, al massimo con una giusta influenza ucraina. Gli europei, nella migliore delle ipotesi, saranno chiamati a sgomberare la tavola dai piatti a fine pranzo.

Macron prenderà atto della propria posizione?

La richiesta di informazioni, inviata dagli Stati Uniti ai paesi europei, su armi, fondi e truppe di peacekeeping da fornire all’Ucraina post-conflitto, viene presentata come un’opportunità per fare lobby. In realtà, è un’elemosina, un modo per far sentire l’Europa vagamente partecipe, senza però concederle alcun potere decisionale reale.

Tra l’altro si calcola che, nella migliore delle ipotesi, i paesi NATO europei non potranno inviare che 20-25 mila uomini delle forze di pace, a fronte della necessità di 100-150 mila soldati. Irrilevanti anche sul campo, sempre che la Russia accetti la presenza di Forze di Pace europee e, al contrario, non chieda la presenza di forze extra europee, anche se filoamericane, ad esempio coreane, filippine o giapponesi. Sarebbe uno schiaffo storico.

Il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, ha cinicamente affermato che, se l’Europa vuole un ruolo nei colloqui, deve presentare proposte concrete e aumentare le spese militari, soprattutto per l’Ucraina. Un’affermazione che suona come una beffa, considerando la cronica incapacità europea di parlare con una sola voce e di agire in modo unitario in politica estera e di difesa.

L’incontro di Parigi, quindi, rischia di essere l’ennesima, inutile dimostrazione dell’impotenza europea di fronte alle grandi potenze e alle loro decisioni, l’ennesima “word salad“. Si potrebbe finanziare la difesa europea tassando ogni parola inutile che viene detta in questi meeting.  La guerra in Ucraina non riguarda solo l’Ucraina, ma la sicurezza dell’intero continente europeo, la cui voce, però, appare flebile e destinata a rimanere inascoltata.

Le richieste di ridimensionamento della NATO da parte del Presidente russo, prima dell’invasione del febbraio 2022, dimostrano la posta in gioco, con la presenza militare russa già consolidata in Moldavia e Georgia, ai confini dell’Unione. La realtà è che l’Europa, in 40 anni, ha distrutto la propria base industriale, economica, militare  strategica. Ora non conta nulla, ma la responsabilità è soprattutto, anzi esclusivamente, degli europei.

Oggi potranno però scegliere fra Fois Gras  e Suop à l’Oignon. La sola scelta rilevane che potranno fare.


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