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I Furbetti dell’OCSEino – più riformi più affondi

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alberto-sordi-lavoratori-250x175Le riforme strutturali spinte da UE e FMI e adottate acriticamente dal governo PD e dai partiti di centrosinistra europei sono sintetizzate dall’OCSE nei suoi report annuali “Going for Growth”(Vamos con la crescita!).

Analizzando i report scopriamo che le nazioni più ligie ai diktat riformisti sono quelle che vanno peggio, le nazioni indicate come le meno riformiste sono quelle che vanno meglio.In generale dopo anni di “riforme” le nazioni più riformiste sono quelle che crescono meno e hanno più disoccupazione.

I furbetti dell’OCSEino omettono valutazioni su disoccupazione e crescita a lungo termine, limitandosi a valutare i guadagni della produttività (omettendo l’Italia, guarda caso) e del PIL potenziale. Un motivo deve esserci!

LE RIFORME STRUTTURALI

Le riforme strutturali o riforme tout court sono da qualche anno tra i termini più abusati dai politici europei, specialmente di centrosinistra. Il nostro Renzi ne ha fatto un leitmotiv del suo mandato.

Sulla definizione di riforme strutturali esistono le interpretazioni più variegate, sembra che ognuno abbia la sua. E’ il bello delle parole passe-partout della politica: si invocano sempre le riforme per gli altri. Così come si invoca sempre la deflazione dei salari altrui, la lotta all’evasione fiscale del proprio prossimo, o la fine dei privilegi di qualcun altro.

Per fortuna nel caso delle riforme ci viene in soccorso l’OCSE che da dieci anni pubblica il report Going for Growth, nel quale raccomanda riforme appropriate ad ogni paese OCSE e dà le pagelle sul grado di implementazione delle riforme raccomandate. Non è un caso che le riforme siano associate a qualcosa di positivo come la crescita. Vediamo con gli occhi del cittadino di buonsenso i report OCSE.

Abbiamo analizzato il report del 2012, relativo al periodo 2005-2011. L’idea è di dare alle “riforme” il tempo di sviluppare i loro effetti prima di misurarne i risultati. Quindi abbiamo analizzato il report 2015 per verificare gli effetti sui cittadini delle riforme “pro-crescita” del decennio precedente.

 

I PAESI PIU’ RIFORMISTI

Secondo il report OCSE “Going for Growth” 2013 questa era la classifica dei paesi per “risposta alle raccomandazioni” del Going for Growth precedenti, dal 2005 al 2011. A destra i paesi più ‘virtuosi’ nell’applicazione delle riforme strutturali.

Responsiveness

 

Precisazione: i punteggi sono assegnati dall’OCSE sulla base del’implementazione parziale o completa delle riforme strutturali da loro raccomandate e del peso delle riforme stesse.

 

E’ evidente dal grafico che tra 2005 e 2011 la Germania, Svizzera, Belgio e Lussemburgo sono state le nazioni meno obbedienti alle raccomandazioni di riforma OCSE (facendo abbondantemente il contrario, da cui i punteggi negativi), mentre Finlandia, Portogallo, Austria Grecia e Spagna sono state le nazioni più riformiste, sempre in senso OCSE.

Sento già le risate … ma come i peggiori sono I MIGLIORI? E più riformi PIÙ CALA IL PIL E AUMENTA LA DISOCCUPAZIONE? Aspettate non è finita … I furbetti dell’OCSEino hanno omesso di analizzare il parametro più importante: la crescita a lungo termine. Ci proviamo noi.

 

RIFORME E CRESCITA

Abbiamo elaborato un grafico usando i dati OCSE sui paesi più riformatori tra 2000 e 2011, sempre usando il criterio OCSE di adesione maggiore o minore alle loro raccomandazioni di riforme strutturali:

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 Sorpresa: nel decennio dell’euro i paesi più riformisti secondo OCSE sono Grecia e Italia, subito dopo l’Austria! Il meno riformista è il Lussemburgo (quello che ha avuto crescita record di PIL e produttività …) che ha addirittura fatto il CONTRARIO delle raccomandazioni OCSE!

Abbiamo quindi preparato un grafico che mette a confronto il tasso di realizzazione delle riforme strutturali OCSE 2000-2011 rispetto alla crescita del PIL 2000-2014 (OCSE), sempre relativa alla media del panel di paesi. Dati presi da www.oecd.org:

Che strano, I PAESI PIU RIFORMISTI CRESCONO MENO DEI PAESI PIU REFRATTARI ALLE RIFORME OCSE? … Ma come, non si chiama “Going for Growth”? Italia tra i primi per riforme, tra gli ultimi per crescita …

E a guardare il grafico i paesi più riformisti (a destra) come Italia, Grecia e Austria sono tra quelli che crescono meno. Nel gruppo dei super-riformisti si salvano solo l’Ungheria e la Repubblica Ceca che hanno crescite di tutto rispetto. Non sono paesi in area euro, sarà un caso?
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Guardiamo ora alle diseguaglianze nella distribuzione del reddito 1995-2011. Altro grafico del report 2015 OCSE “Going For Growth”.


 

Income GINI

La Grecia è prima per aumento delle diseguaglianze di reddito (household market income)seguita da Lussemburgo e Spagna. Portogallo buon quinto. Ricordiamo che il market income è il reddito totale delle famiglie prima delle tasse, meno i trasferimenti di fonte pubblica.

Guardando al disposable income (reddito disponibile dopo tasse e trasferimenti governativi) abbiamo aumenti delle diseguaglianze in Spagna, Portogallo, Germania, Austria e altri, e dato sostanzialmente invariato per Grecia. Quindi in Grecia tasse e trasferimenti fiscali hanno – fino al 2011 – mitigato le diseguaglianze di reddito. Siamo ansiosi di conoscere i dati del 2012-2014, quando l’OCSE li pubblicherà (non c’è fretta, siamo solo nel 2015).

PS: Conscia del rischio, l’OCSE nello stesso report 2015 ha aggiunto un grafico per dimostrare la mancanza di relazione tra indice GINI di diseguaglianza del “disposable income” e “riforme strutturali” OCSE, perlomeno fino al 2011. Ho molti dubbi su questo grafico che quantomeno dimostra che le riforme non migliorano affatto la situazione economica dei cittadini.

 

 

 

 


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