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I Files Epstein: Tra Clinton in “relax”, omissis e la trasparenza tradita (per ora)

Il DOJ rilascia migliaia di file su Epstein ma manca la scadenza e censura i nomi. Tra foto di Clinton e polemiche bipartisan, la vera trasparenza è ancora lontana.

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Era atteso come il “Big Bang” della trasparenza americana, l’evento che avrebbe dovuto scoperchiare il vaso di Pandora dell’élite globale. Invece, quello che il Dipartimento di Giustizia (DOJ) ha rilasciato venerdì sera – con il classico tempismo di chi vuole seppellire una notizia nel weekend – assomiglia più a un petardo bagnato, o forse a un puzzle a cui mancano i pezzi centrali.

L’amministrazione Trump, fresca di insediamento e forte di una legge firmata appena il mese scorso, l’Epstein Files Transparency Act, si è scontrata con il muro di gomma della burocrazia federale. Il risultato? Migliaia di documenti rilasciati, sì, ma pesantemente censurati, parziali e accompagnati da una scusa tecnica che apre un dibattito etico non indifferente: dove finisce il diritto alla verità e dove inizia la protezione delle vittime?

Il venerdì nero della trasparenza

Il Dipartimento di Giustizia ha mancato la scadenza formale per il rilascio completo dei file. Nonostante la legge firmata dal Presidente Trump fosse chiara e non lasciasse spazio a interpretazioni – come ha sottolineato il rappresentante repubblicano Thomas Massie, notando che “l’inchiostro della firma non era ancora asciutto” – i funzionari del DOJ hanno optato per un approccio graduale.

Il Vice Procuratore Generale Todd Blanche ha dichiarato a Fox News che, invece di aprire i cancelli della diga, verranno rilasciati “diverse centinaia di migliaia” di documenti a scaglioni nelle prossime settimane. La ragione ufficiale? La necessità titanica di rivedere ogni singolo foglio per redigere (cancellare) nomi e informazioni identificative delle vittime e dei testimoni.

Un’idea della massa di dati trovata nella perquisizione degli immobili di Epstein, DoJ

È qui che nasce il cortocircuito istituzionale. Da una parte c’è la volontà politica bipartisan di fare pulizia; dall’altra, la macchina amministrativa che frena, citando la tutela della privacy. Un classico scenario di attrito tra potere esecutivo e apparato statale.

Cosa c’è davvero nei file (e cosa manca)

Il materiale rilasciato è stato suddiviso in quattro set di dati. Se vi aspettavate la lista completa dei clienti con tanto di ricevute fiscali, rimarrete delusi. Tuttavia, il materiale offre spunti grotteschi e inquietanti sulla vita del finanziere caduto in disgrazia.

Ecco una disamina di quanto emerso finora:

  • Set Uno – L’Immobiliare del vizio: Migliaia di foto degli interni ed esterni delle proprietà di Epstein, inclusa la famigerata Little St. James e la residenza di New York. Stanze da letto, lettini per massaggi e un lusso ostentato che ora appare solo come la scenografia di un film dell’orrore.

    Un armadio di casa Epstein con anche una maglietta dell’IDF in bella vista

  • Set Due – L’album delle vacanze VIP: Qui le cose si fanno politicamente scottanti. Spuntano foto personali di Epstein con figure di alto profilo. L’immagine che ha fatto immediatamente il giro del web ritrae l’ex Presidente Bill Clinton, a torso nudo, rilassato in una vasca idromassaggio, e un’altra che lo vede ricevere un massaggio al collo (anche se quest’ultima è meno chiara). Il portavoce di Clinton ha risposto con veemenza, definendo il rilascio un tentativo di “usare capri espiatori” e ribadendo che Clinton ha tagliato i ponti con Epstein non appena emersi i suoi crimini.

    Clinton in vasca DoJ

  • Set Tre – Le vittime (o quel che ne resta): Questa è la sezione più controversa. Contiene foto di potenziali vittime e documenti del Gran Giurì del 2019, ma è tutto pesantemente oscurato. I volti sono coperti, i nomi cancellati.

  • Set Quattro – L’indagine: Prove ed esibizioni relative alle indagini del 2005 e 2006 in Florida. Passaporti di ragazze provenienti da Ucraina, Russia, Italia e Lituania, confermando la “filiera” dell’Est Europa su cui Epstein aveva messo gli occhi dopo il suo primo arresto.

    Esempio delle foto delle prove

Il dilemma etico e il paradosso della legge

Il punto nodale della questione, che va analizzato con freddezza tecnica, riguarda la collisione tra il testo della legge e la realtà operativa. L’Epstein Files Transparency Act ordinava il rilascio di “tutti” i record. Tuttavia, il DOJ si è trovato di fronte a un problema che il legislatore, nella foga della trasparenza, potrebbe aver sottovalutato: le foto delle vittime.

Molte delle immagini sequestrate ritraggono ragazze minorenni o giovani donne in situazioni compromettenti o, peggio, umilianti (come le foto di parti del corpo con citazioni del libro “Lolita” scritte sopra). Pubblicare questo materiale tout court avrebbe significato vittimizzare nuovamente queste donne, esponendole al pubblico ludibrio globale.

Tuttavia, l’eccesso di zelo nei “redact” (le censure nere sui documenti) ha sollevato il sospetto che, dietro lo scudo della protezione delle vittime, si stia proteggendo anche qualcun altro. I critici, sia da destra che da sinistra (un’alleanza rara tra Thomas Massie e il democratico Ro Khanna), sostengono che il DOJ stia violando “lo spirito e la lettera della legge”. Non è chiaro, infatti, se la legge prevedesse eccezioni così ampie.

Il risultato è un documento che sembra un groviera: pieno di buchi neri che rendono impossibile, per ora, collegare tutti i puntini. Sarebbe stato meglio prevedere una commissione ristretta bipartisan che esaminasse cosa mantenere riservato e cosa no.

Le reazioni politiche: un fronte unito contro il DOJ

È interessante notare come questo rilascio abbia scontentato praticamente tutti, creando un asse trasversale anti-DOJ.

Attore PoliticoPosizioneDichiarazione Chiave
Rep. Thomas Massie (R)Furioso“Il rilascio fallisce grossolanamente nel rispettare la legge.”
Rep. Ro Khanna (D)Critico“Rilascio incompleto con troppe redazioni. Esploreremo opzioni contro i funzionari.”
Rep. Robert Garcia (D)Accusatorio“Dobbiamo porre fine a questo insabbiamento della Casa Bianca.”
Bill Clinton (Staff)Difensivo“Non si tratta di Bill Clinton. Maga vuole capri espiatori.”

Persino il New York Times, in un articolo che molti hanno letto con un sopracciglio alzato, ha dovuto ammettere che non c’è alcuna prova che Donald Trump abbia partecipato al traffico sessuale di Epstein, nonostante i tentativi di alcuni media di tirarlo in ballo per la sua passata conoscenza sociale con il finanziere. Ci sono foto in abineti sociali, come ci sono con centinaia di altri ricchi e potenti.

Conclusioni: incompetenza o strategia?

Siamo di fronte a un bivio interpretativo. Da un lato, c’è l’ipotesi della semplice incompetenza burocratica: una mole di dati immensa, gestita da un sistema legale terrorizzato dalle cause civili per violazione della privacy, che ha portato al crash dei server e a un rilascio confuso. Dall’altro, c’è la lettura più maliziosa, cara a chi osserva le dinamiche del potere profondo: il rilascio parziale e ritardato è una tattica di logoramento. Alla fine questa vicenda sta diventando una mina per chiunque.

Mentre il pubblico si perde nell’analisi di foto sgranate di verande caraibiche, i nomi che contano davvero rimangono coperti dall’inchiostro nero digitale. Il DOJ promette altri documenti nelle prossime settimane, ma la fiducia nella “trasparenza totale” è ai minimi storici. Come spesso accade in economia e in politica, l’annuncio vale più della sostanza, e la verità è una merce che viene distribuita col contagocce, e solo quando non fa più male a nessuno che conti davvero.

Epstein e Ghislane nel Sud della Francia


Domande e risposte

Perché ci sono così tante parti censurate nei documenti rilasciati?

Il Dipartimento di Giustizia sostiene che le massicce censure siano necessarie per proteggere l’identità e la privacy delle vittime, molte delle quali erano minorenni all’epoca dei fatti o testimoni vulnerabili. Tuttavia, i critici politici affermano che questa tutela sia stata applicata in modo eccessivo, violando l’obbligo di trasparenza totale previsto dalla nuova legge, e sospettano che possa servire a coprire figure di spicco coinvolte nello scandalo.

Bill Clinton è coinvolto nei crimini di Epstein secondo questi file?

I file contengono foto personali che ritraggono l’ex presidente Bill Clinton in situazioni di relax con Epstein, inclusa una foto in una vasca idromassaggio. Tuttavia, il portavoce di Clinton ha negato fermamente qualsiasi coinvolgimento o conoscenza dei crimini di Epstein, affermando che Clinton ha interrotto i rapporti con il finanziere non appena le accuse sono emerse. Al momento, i documenti mostrano un’associazione sociale, ma non forniscono prove dirette di partecipazione ad atti illegali.

Cosa succederà ora che la scadenza per il rilascio è passata?

Nonostante la scadenza mancata, il Dipartimento di Giustizia ha promesso di rilasciare ulteriori tranche di documenti nelle prossime settimane, dopo aver completato le revisioni per la privacy. Tuttavia, membri del Congresso come Thomas Massie e Ro Khanna stanno valutando azioni legali o procedimenti per oltraggio contro i funzionari del DOJ, ritenendo che il ritardo e le censure costituiscano una violazione diretta dell’Epstein Files Transparency Act firmato dal Presidente.

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