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I DRONI: UNA BOLLA SUL PUNTO DI SCOPPIARE

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La bolla dei droni è sul punto di scoppiare, se non è direttamente già scoppiata, come riportato da Bloomberg. Tutto questo avviene con la cancellazione di una miriade di start up e con forti perdite per i venture capitalist che avevano investito cifre molto elevate in un business che sembrava molto promettente.

Dal 2012 al 2019 gli investitori hanno messo ben 2,6 miliardi di dollari nell’industria dei droni, secondo una ricerca del gruppo Tael, il tutto per finanziare 67 grandi progetti. Di questi 183 milioni si sono liquefatti strada facendo con la liquidazione di 23 società che non hanno portato a nulla,ma ora, di fronte ad un mercato che non si è ancora sufficientemente sviluppato, sono molte altre le società che rischiano di saltare.

I casi sono diversi: la Parrot SA , francese ha praticamente terminato le produzioni a luglio; la società di software specifico Airware aveva raccolto 118 milioni dagli investitori per ora licenziare tutti i dipendenti e chiudere i battenti. Come queste molte altre società hanno chiuso i battenti di fronte ad un mercato che non si è sviluppato nelle dimensioni previste.

Il ciclo è stato classico: un’invenzione innovativa e promettente, alcune start up che sembrano interessanti, un eccesso di entusiasmo che spinge un eccesso di investimenti. Il passo successivo è quasi ovvio: il denaro viene spinto in eccesso in progetti che non lo meritavano, oppure non porta ai risultati tecnologici previsti, il mercato non matura con la velocità necessaria, non c’è un ritorno sufficiente dal punto di vista economico e le aziende saltano.

Questo non indica che la tecnologia alla base dei droni sia sbagliata, oppure che non vi sarà un mercato, ma come sempre gli investitori anticipano le necessità del mercato. Abbiamo visto un fenomeno simile con la telefonia, internet, le criptovalute etc. In economia i tempi sono tutto, ed anticipare è pericoloso come essere in ritardo. Ora vedremo tanti soldi bruciati.

 

 


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