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I DATI ISTAT VISTI DALLA MASSAIA

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Ogni volta che l’appassionato di musica classica legge il testo di un musicologo misura l’ampiezza della propria ignoranza. Scorge tutto un mondo di regole, di temi che si rincorrono, sente parlare di contrappunto, di schema sonata, di tecnica della fuga, fino a pensare che da questo punto di vista non ha mai capito niente. Poi però ricorda che tanti anni fa un vecchio direttore d’orchestra invidiava gli incompetenti perché percepiscono la musica non “tecnicamente”, ma “globalmente”. Cioè come dovrebbe essere fruita. Perché il compositore ha scritto per loro, non per i colleghi.

Le parole di quel direttore d’orchestra tornano in mente a proposito dell’economia. Indubbiamente dinanzi ad un bilancio, dinanzi ad un grafico, dinanzi al testo di un competente, ci si può sentire smarriti. Ma poi si ricorda che i grandi economisti fanno spesso grandi errori e inoltre si possono discutere le teorie di Keynes o di Schumpeter, non certo quelle della massaia per la quale, ad esempio, “alla lunga nessuno può spendere più soldi di quelli che ha”. E dunque perfino la massaia può leggere i numeri dell’Istat(1) ricavandone qualche utile considerazione.

Il 2011 si è concluso con l’arrivo a Palazzo Chigi di Mario Monti, un uomo super partes e un grande economista che nessuno rimpiange. E tuttavia, rispetto a quel 2012 che l’ha visto al potere, il 2013 è stato ancora peggiore. Nei primi 9 mesi del 2013 il rapporto deficit/pil è stato pari al 3,7%, (ben lo 0,7% in più rispetto al 3%, limite comunitario) con un incremento di 0,3 punti rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Nel terzo trimestre si è fermato al 3%, ma questo 3% è stato ancora superiore di 1,6 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2012. Tutt’altro che un successo rispetto al già disastroso 2012. Per tasse e imposte leggiamo queste parole: “In calo la pressione fiscale nel 3/o trimestre, al 41,2%, ma in 9 mesi risulta in rialzo al 41,4%”. Anche altri dati non sono confortanti. “Nel terzo trimestre 2013 le uscite totali delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate, rispetto allo stesso periodo del 2012, dell’1,2%”. Dunque lo Stato, non che mettersi a dieta, ha più fame di prima. “Le uscite correnti sono cresciute dell’1,0% (+1,1% al netto della spesa per interessi), quelle in conto capitale del 3,9%”. E il rosario continua: abbiamo “una riduzione dell’1,9% dei redditi da lavoro dipendente” mentre “le entrate totali nel terzo trimestre 2013 sono diminuite in termini tendenziali del 2,4%”. Se abbiamo capito bene, cioè se le “entrate totali” sono quelle fisco, e sono diminuite, malgrado la grandinata di tasse, è segno che la curva di Laffer funziona ancora. A questo punto sarebbe facile trattare da imbecilli Mario Monti ed Enrico Letta, con tutti i loro ministri. Ma sarebbe un errore. Che non siano stupidi, e che anzi siano superiori alla media, è provato dai posti che hanno raggiunto e dal successo che hanno avuto nella vita. L’ipotesi da fare è un’altra.

Un grande clinico è uno che ha studiato molto, ha una memoria straordinaria, conosce a menadito la sintomatologia e le terapie consacrate per ogni singolo male. Tuttavia, se il suo paziente continua a peggiorare, può darsi che non si stia sbagliando lui ma la scienza medica. Il medico che un tempo prescriveva un salasso a un malato debilitato non era un “imbecille”, era uno che seguiva i dettami della medicina del suo tempo. La realtà tuttavia era impietosa allora come  oggi: il malato con i salassi peggiorava. E analogamente è lecito chiedersi se per quanto riguarda l’Italia gli illustri clinici Monti, Letta, ed anche i Soloni che siedono a Bruxelles e Berlino, non ci stiano prescrivendo la cura sbagliata. Lo faranno in buona fede, lo faranno secondo i dettami delle tecniche che hanno appreso, ma se il malato continua a peggiorare, siamo sicuri che questi dogmi siano più forti dell’evidenza dei fatti? Siamo sicuri che non bisognerebbe cambiare terapia?

Se non ricordiamo male, il grande progresso rappresentato da Galileo rispetto al Cardinale Bellarmino fu che il primo si fidava dei fatti e del cannocchiale, mentre il secondo seguiva il dogma e la Bibbia. Il tempo ha detto chi aveva ragione.

Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it

9 gennaio 2014

(1)http://www.corriere.it/economia/14_gennaio_09/deficit-pil-sale-3percento-terzo-trimestre-2013-pressione-fiscale-calo-41percento-66fc3522-792d-11e3-a2d4-bf73e88c1718.shtml


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