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Attualità

I cripto incubi del Regolatore

Pubblicato

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di Furio Ruggiero

In più occasioni il Prof. Savona ha richiamato l’attenzione sulle insidie distruttive delle criptovalute, mascherate dalle nebbie dei facili guadagni, cerchiamo di fare un po di chiarezza.

Proviamo ad analizzare costruttivamente gli argomenti addotti dal Prof. Savona in modo da poter avere un quadro più equilibrato della reale situazione. Quanto di seguito con riferimento all’articolo in ref [1] e ai rilanci giornalistici a seguito di interventi in vari convegni elencati in [2].

Oscurità o trasparenza radicale?

Il Prof. Savona evoca la “totale oscurità” delle criptovalute. Ma la realtà è più sfumata:

  • Il Travel Rule europeo (Reg. 2023/1113) è già in vigore e obbliga i fornitori a raccogliere e trasmettere i dati di mittente e destinatario per ogni trasferimento di cripto-asset.
  • Secondo Chainalysis, la quota di attività illecite è oggi una frazione minoritaria dei volumi totali (pur significativa).
  • A differenza dei circuiti bancari tradizionali, la blockchain è pubblica e verificabile da chiunque: Europol e FBI hanno realizzato sequestri miliardari proprio grazie all’analisi on-chain.

Paradossalmente, la vera “opacità” si trova spesso proprio nei meccanismi bancari di creazione monetaria e nelle strutture finanziarie complesse che hanno alimentato crisi sistemiche ben note.

Regolazione: un vuoto già colmato

È vero che Bitcoin non ha un “debitore” legale, ma il regolatore non è rimasto fermo:

  • Il MiCA europeo distingue tra e-money token (con diritto di rimborso 1:1 e vigilanza sugli emittenti) e asset-referenced token (con riserve e obblighi patrimoniali).
  • Dal 2024 queste regole sono operative, e l’UE è la prima area al mondo con un quadro unitario (e piuttosto restrittivo).

Parlare di “far west” oggi è dunque fuorviante: siamo già entrati in una fase di normalizzazione regolatoria.

Crisi sistemiche: davvero solo colpa delle cripto?

Si paventano crolli in grado di intaccare pensioni e risparmio. Ma i dati europei raccontano altro:

  • Secondo ESMA, l’esposizione degli operatori UE ai crypto-asset è inferiore all’1%.
  • La vera fonte delle grandi crisi degli ultimi decenni (2008, 2011, 2023) è stata la finanza regolata e istituzionale: mutui subprime cartolarizzati, derivati complessi, banche sistemiche salvate coi soldi pubblici.

Dunque, se il criterio è il rischio sistemico, non è giusto dipingere le criptovalute come la minaccia principale, quando i dissesti peggiori sono avvenuti sotto la vigilanza di SEC, Consob e autorità centrali. Su questo argomento delicato sarebbe forse meglio stendere un velo pietoso.

Usi reali e innovazione

Ridurre le crypto a “speculazione” significa ignorare sviluppi concreti:

  • Tokenizzazione di asset tradizionali: BlackRock ha lanciato un fondo tokenizzato su Ethereum (oltre 1 mld $ di AUM nel 2025); la BEI ha emesso bond digitali su blockchain.
  • Inclusione finanziaria: in paesi a forte inflazione o con sistemi bancari instabili, stablecoin e crypto offrono una forma di protezione ai cittadini.
  • Frazionalizzazione: i giovani investitori possono accedere a quote minime di strumenti finanziari, abbattendo barriere d’ingresso.

Queste applicazioni dimostrano che la tecnologia può servire anche all’economia reale, non solo agli speculatori.

Ambiente: un quadro in evoluzione

Bitcoin resta energivoro, ma:

  • Ethereum ha ridotto i consumi del 99,9% con Proof-of-Stake.
  • Oltre il 50% del mining Bitcoin usa già fonti rinnovabili.

Il problema ambientale esiste, ma la narrativa di un “disastro irreversibile” non tiene conto dei miglioramenti già misurabili.

Una questione generazionale

Molti giovani non vedono le crypto come una minaccia, ma come un’alternativa a un sistema percepito come lento, costoso, monolitico e spesso ingiusto.

  • Le banche chiudono filiali, impongono commissioni elevate e non parlano il linguaggio digitale.
  • I mercati tradizionali sono stati teatro di scandali e salvataggi pubblici.

Le crypto incarnano invece un desiderio di autonomia e trasparenza, forse erroneamente interpretato come “Anarchia”.
Rifiutarle in blocco significa ignorare la domanda sociale che le sostiene.

Concludendo

Gli argomenti del Prof. Savona sono un monito utile contro i rischi di euforia e le fragilità di un settore giovane. Ma appaiono anche come lo sguardo di chi difende un sistema che ha già dimostrato di produrre crisi devastanti nonostante regole e controlli.
Oggi, invece, il mondo delle criptovalute si sta muovendo verso:

  • maggiore regolazione (MiCA, Travel Rule),
  • nuovi casi d’uso regolati (tokenizzazione, pagamenti globali),
  • maggiore sostenibilità ambientale.

Più che gridare allo scandalo, occorrerebbe governare l’innovazione, affinché diventi un complemento virtuoso al sistema finanziario, invece che un capro espiatorio delle sue stesse contraddizioni.

Riferimenti

  1. Savona, P. (no date) “The Crypto Onslaught.” — https://www.academia.edu/143316572/The_Crypto_Onslaught
  2. Corriere della Sera — Economia / Finanza (20 giugno 2025)
    Savona ha lanciato l’allarme sul rischio che le criptovalute possano innescare una crisi paragonabile a quella del 2008. Ha evocato la metafora del “Campo dei miracoli” di Pinocchio e sottolineato la necessità di un euro digitale come “safe asset europeo” per governare la liquidità.
    ANSA (21 giugno 2025)
    Il presidente della Consob ha denunciato le criptovalute come “faglia tellurica nel territorio monetario e finanziario” e ha richiamato il pericolo di “illusione di facili guadagni” — di nuovo alludendo al “Campo dei miracoli”. Ha ribadito l’urgenza di cooperazione tra Stati e l’ipotesi di un euro digitale.
    CreditNews (3 luglio 2025)
    In un articolo che richiama il suo discorso annuale, Savona ha paragonato esplicitamente le criptovalute ai derivati subprime responsabili della crisi del 2008, invocando l’allerta sul rischio sistemico e sulle possibili conseguenze economiche.
    Servicematica (6 agosto 2025)
    le crypto sono definite un “attentato alla democrazia”, perché minano la funzione pubblica della moneta e introducono un potere monetario privato avulso dal mandato democratico. Savona sottolinea “una minaccia profonda e sistemica”.
    Finews.ch (Festival di Trento, maggio 2025)
    Savona ha dichiarato che “le criptovalute non avranno mai il mio sigillo” e ne ha contestato la legittimazione normativa, invitando alla prudenza. Ha evidenziato la vulnerabilità per la cybersecurity (320 attacchi hacker nel 2024) e la difficoltà delle autorità nel censire l’universo cripto.
E tu cosa ne pensi?

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