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Euro crisis

I conti di fine anno: Renzi invece di negare l’austerity targata Germania ha innalzato le tasse ad un livello incompatibile con la normale attività economica. Rischio deriva autoritaria

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Io ho difeso Renzi all’inizio del suo mandato, l’ho supportato, sono andato contro corrente sostenendo che, si, bisognava andare contro la Germania ma nei modi e tempi corretti ed il Governo lo avrebbe fatto. Come risultato mi son beccato una montagna di critiche, alla fine mi consolavo pensando di aver ragione a preferire Renzi alla troika.

Ora, a fine 2014 bisogna tirare le somme e fare le dovute considerazioni: premettiamo che per il 2014 il governo Monti aveva previsto attraverso il rigore euroimposto un debito al 115% se ricordo bene, siamo al 140% o giù di lì. Il Governo Renzi invece di rinnegare l’austerity montiana ha incrementato le tasse, oggi un dipendente continua a pagare normalmente più del 50% di tasse considerando la differenza tra tutto quanto l’azienda paga e quanto invece il singolo incassa. Per le imprese lo Stato usa i soliti trucchetti all’italiana per difendere l’accettabilità della tassazione corporate di facciata: se invece si andasse a guardare la reale tassazione normalizzando ad esempio le detrazioni permesse all’estero e quelle permesse in Italia si capirebbe che il Belpaese ha una tassazione decisamente superiore al 50%, fino a ca. il  70% per le PMI secondo la CGIA di Mestre. Dunque, nulla di sostanziale è cambiato con Renzi se si escludono gli 80 euro in busta paga, una vera e propria presa per i fondelli visto che l’incremento delle tasse è stato di gran lunga maggiore anche per gli stessi percettori della mancia renziana. Senza contare l’introduzione negli ultimi tre anni di una tassazione sugli immobili che non ha pari negli altri paesi industrializzati, con il non trascurabile dettaglio che in Italia la patrimoniale la si paga sotto forma di IMU and Co. anche sulla parte di immobile non di proprietà (ossia senza escludere la parte di immobile di proprietà della banca che ha concesso il mutuo, caso davvero unico nel mondo occidentale).

Notasi che fino qui abbiamo citato solo due soggetti politici: Monti e Renzi. Il primo è stato secondo molti esperti – e numeri economici alla mano – il peggiore primo ministro della Repubblica (un riferimento, sebbene in negativo), il secondo ci ha detto una cosa e ha fatto ben altro. Con questa premessa – e con questi trascorsi della Repubblica italiana, leggasi con questi governi e con relativo ed iperbolico aumento delle tasse registrato in soli 4 anni – possiamo desumere cosa succederà il prossimo anno al Belpaese? Possiamo essere ottimisti?

Bene, per essere chiari, con questo livello di tassazione si ha l’effetto collaterale di un moltiplicatore fiscale maggiore di uno, ossia più si aumentano le tasse minori sono i consumi e la crescita. La situazione attuale è tale per cui tassazione sembra incompatibile con lo sviluppo economico, parlavo recentemente con amici e colleghi stranieri in riguardo ad opportunità di investimento in Italia e mi hanno chiesto se ero pazzo a pensare che uno straniero potesse investire in un paese tanto fiscalmente incerto nel diritto come l’Italia. Eh si, l’incertezza del diritto, pochi ne parlano, in realtà è forse l’aspetto che più impaurisce gli investitori, abbiamo tutti davanti agli occhi quante volte si sono sacrificati i diritti dei contribuenti per pagare l’austerity, il fiscal compact, il debito etc. Con tutto ciò, possiamo tranquillamente concludere che l’austerity non serve nè per uscire dalla crisi nè per fare crescita, fate voi se continuare per questa strada possa veramente aiutare l’Italia.

La prima domanda è: perchè la Germania e l’Europa tedesca perseverano nel richiedere rigore? La risposta è semplice, per loro interessi spiccioli, come dimostrato in precedenti interventi, ma questo non è il punto (…), l’Italia è o meglio era il principale competitor manifatturiero della Germania, i tedeschi non hanno mai nascosto la loro insofferenza nell’avere un temibile concorrente industriale all’interno dei confini europei… Il resto desumetelo voi.

Quello su cui dobbiamo focalizzarci è però cosa succederà il prossimo anno all’Italia. Secondo chi scrive le opzioni sono tre:

  • default de facto e/o troika,

  • PIL a -1% in continuità di tassazione, con progressivo degrado economico e soprattutto sociale

  • o sfida italiana all’Euro/ITEXIT

Per chiarezza, l’Italia NON può contemporaneamente restare nella moneta unica, essere democratica e far crescere il PIL.

Bisognerà capire se Renzi vorrà passare alla storia come propedeutico alla dittatura, come salvatore della Nazione (promuovendo una coalizione nazionale antieuro) o semplicemente come uno dei tanti primi ministri di cui si sarà rapidamente persa memoria, caduti a causa dei ricorrenti scandali giudiziari, memento quanto accaduto al Cavaliere nel 2011.

Avallare l’austerità nei conti di matrice europea non è un’opzione. Quello che più temo è una deriva autoritaria finalizzata al pagamenti del debito, non ce ne rendiamo conto ma siamo molto prossimi a tale triste traguardo: ad esempio, abbiamo visto come per l’odioso corruttore di Mafia Capitale, M. Carminati, sia stato richiesta l’applicazione del 41bis, per intenderci il carcere duro ossia lo stesso articolo applicato ai pluriomicida Riina, Provenzano etc. ed a tutti i grandi mafiosi. Permettetemi, al di fuori dell’obiettiva antipatia per il personaggio è difficile assimilare reati di sangue con la corruzione all’amatriciana – così ci hanno dipinto il Carminati sulla stampa, un grandissimo corruttore romano, se c’è qualcosa d’altro ce lo dicano -, va a logica in uno stato di diritto. E se si dice che, si, con la corruzione molta gente ha patito e dunque ci vuole un trattamento penitenziario adeguato –  ricordando che l’Italia è la patria del Beccaria, in teoria -, ebbene lo si può comprendere. Ma allora quanta gente ha anche patito per un decreto come quello sugli esodati in cui si sono drammaticamente sbagliate le stime oltre che i modi, negando diritti onestamente acquisiti dai cittadini? Quanti esodati si sono suicidati? Lungi dal difendere i criminali di Roma Capitale, odiosi, ma questo è un segnale allarmante, significa che i reati contro il patrimonio commessi dai privati cittadini possono essere assimilati ai peggiori reati di sangue. Il passo è breve per alzare la soglia di punibilità per tutti i reati sul patrimonio, a scalare, e qui dovremmo domandarci se non ci sia una precisa strategia al riguardo e dove possa portare. Alla fine, appunto, sembriamo davvero ad un passo dalla deriva autoritaria, Pinochet fece qualcosa di molto simile in Chile in un contesto per altro abbastanza compatibile con quello dell’Italia dei nostri giorni. Cito da Wikipedia, il sito che va per la maggiore per informarsi (non per contestualizzare):

LA SITUAZIONE DEL CILE PRIMA DEL COLPO DI STATO: “Quando Allende salì al potere nel 1970, la società cilena era già afflitta da difficoltà economiche. Problemi come la lenta crescita, l’inflazione, la cattiva distribuzione delle entrate, e la concentrazione dei poteri economici rimanevano ostinati e intrattabili. La maggioranza della popolazione cilena era posta sul gradino più basso della scala socio-economica ed era ormai stanca dei problemi perenni che affliggevano la nazione.

Esagero? Beh, forse avete ragione voi, forse esagero. Ma mentre elucubrate ditemi per favore come interpretate quanto riportato da Italiaoggi di ieri, dal prossimo anno – via legge di Stabilità 2015 – ogni comunicazione in merito ad adempimenti fiscali, compliance o simili inviata ai contribuenti da parte dell’Agenzia delle Entrate verrà inviata in copia anche alla Guardia di Finanza.

I am puzzled.

Secondo me in questo modo ci si fa male da soli (e la Germania ringrazia), che dite?

Buone Feste a tutti.

Mitt Dolcino


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