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I cavi sottomarini per Internet? Ora sono l’incubo dei sottomarini nemici

Una tecnologia rivoluzionaria sta trasformando la rete globale di cavi in fibra ottica in un gigantesco sistema di rilevamento sottomarino, capace di cambiare per sempre le regole della guerra navale e della sorveglianza strategica degli oceani.

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Pensate alla fittissima rete di cavi in fibra ottica che giace silente sui fondali oceanici. Un’infrastruttura colossale, lunga oltre 1,2 milioni di chilometri, che credevamo servisse solo a farci vedere l’ultima serie su Netflix o a partecipare a una riunione su Teams. Ebbene, quell’infrastruttura sta per diventare uno degli strumenti di sorveglianza militare più potenti mai concepiti. Le marine di Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea stanno rapidamente convertendo questa rete di comunicazione globale nel più grande sistema sonar passivo del mondo, un “grande orecchio” oceanico per dare la caccia ai sottomarini.

La tecnologia che rende possibile questa magia, un tempo confinata nei laboratori di ricerca, si chiama Distributed Acoustic Sensing (DAS) e si sta affacciando prepotentemente nel mondo reale delle applicazioni per la difesa. Alla base di questa possibilità vi è uno studio scientifico pubblicato da Nature.

Come funziona tecnicamente, il sistema DAS

Come trasformare un cavo in un microfono lungo migliaia di chilometri

Il principio del DAS è tanto ingegnoso quanto efficace. In parole semplici, la tecnologia utilizza i normali cavi in fibra ottica come se fossero una catena sterminata di sensori acustici. Ecco come funziona:

  1. Un impulso laser viene inviato attraverso il cavo in fibra ottica.
  2. Durante il suo percorso, una minuscola parte del segnale luminoso viene riflessa indietro (un fenomeno noto come backscattering).
  3. Quando un’onda sonora – come quella prodotta dalle eliche di un sottomarino o di una nave – colpisce il cavo, provoca delle micro-vibrazioni.
  4. Queste vibrazioni alterano in modo infinitesimale il segnale di ritorno del laser.
  5. Algoritmi avanzati, supportati dall’intelligenza artificiale, analizzano queste variazioni, riuscendo a rilevare, localizzare e persino classificare la fonte del suono.

Il risultato è che l’intera rete di cavi di telecomunicazione esistente si trasforma in un sistema di monitoraggio continuo, distribuito e in tempo reale. Un vantaggio strategico enorme, ottenuto a una frazione del costo necessario per installare reti di idrofoni tradizionali. Oltre all’uso militare, questa tecnologia può rilevare tentativi di sabotaggio dei cavi, terremoti e persino attività sottomarine illegali, offrendo benefici sia strategici che commerciali.

 

La corsa all’ascolto degli abissi: chi è in gioco

 

La partita per il dominio di questa nuova frontiera è già iniziata e vede i paesi occidentali in prima linea. Non è una sorpresa, considerando l’importanza strategica del controllo delle rotte marittime e dei punti di passaggio obbligati (chokepoint).

AttoreIniziative e Aree di Sperimentazione
Stati UnitiPassati da test sperimentali sulla West Coast all’integrazione dei dati DAS nelle reti operative. Stanno fondendo i dati provenienti dai cavi con quelli degli aerei da pattugliamento marittimo P-8A Poseidon e dei droni sottomarini.
Regno UnitoTra i primi a riconoscere pubblicamente l’uso del DAS per la difesa nazionale e la protezione delle infrastrutture. Test intensivi nell’Atlantico del Nord e nel Mare del Nord, in collaborazione con i principali operatori di telecomunicazioni.
Unione EuropeaPaesi come Paesi Bassi (pionieri nel monitoraggio nel Mare del Nord), Norvegia (sviluppo di sensori a lungo raggio lungo le rotte artiche) e Germania stanno testando attivamente il tracciamento navale basato su DAS.
AUKUS (Australia, UK, USA)L’alleanza sta lavorando per integrare la tecnologia DAS con sistemi di rilevamento sottomarino basati su IA e veicoli sottomarini senza equipaggio (UUV), con l’obiettivo di creare una griglia di sorveglianza condivisa nell’Indo-Pacifico.

 

E gli avversari? Non stanno a guardare

 

Come in ogni buona partita a scacchi geopolitica, anche gli avversari si stanno muovendo. Si ritiene che Cina e Russia stiano esplorando attivamente le capacità del DAS. La Cina, con una delle reti di cavi regionali più dense al mondo, sta probabilmente testando la tecnologia per missioni di sorveglianza. La Russia, preoccupata dal monitoraggio occidentale nell’Artico e nel Mar Baltico, ha già espresso timori che queste reti “ascoltanti” possano minacciare la sua flotta di sottomarini strategici, il cuore della sua deterrenza nucleare.

I recenti incidenti di cavi sottomarini danneggiati o tagliati in circostanze misteriose (qualcuno ha detto Mar Baltico?) sottolineano come queste infrastrutture siano diventate un nuovo fronte di competizione, quasi un campo di battaglia invisibile.

Vantaggi e sfide del DAS

  • Punti di forza:
    • Sfrutta infrastrutture già esistenti.
    • Fornisce una copertura persistente e segreta (è passivo, non emette segnali).
    • È facilmente scalabile su enormi distanze oceaniche.
  • Punti deboli:
    • Genera un volume di dati spaventoso, che richiede un’elaborazione IA molto avanzata per estrarre informazioni utili.
    • Rilevare sottomarini ultra-silenziosi di ultima generazione rimane una sfida tecnica complessa.
    • I cavi stessi possono diventare un bersaglio: un avversario potrebbe tentare di accecare il sistema, ingannarlo o, più semplicemente, tagliarli.

Gli esperti prevedono che entro i prossimi cinque anni potremmo assistere alla nascita dei primi “array di idrofoni virtuali” operativi su scala oceanica. Il sottomarino, l’arma stealth per eccellenza, potrebbe presto trovarsi a nuotare in un oceano diventato improvvisamente “trasparente”. Un cambio di paradigma che sta già riscrivendo le regole della guerra sottomarina e dello spionaggio internazionale.

Domande e Risposte per il Lettore

1) Ma questa tecnologia è sicura? Un hacker potrebbe “ascoltare” il traffico internet attraverso il DAS? No, la tecnologia DAS e la trasmissione dati utilizzano canali completamente separati all’interno dello stesso cavo fisico. Il DAS opera analizzando le proprietà fisiche della luce riflessa all’interno della fibra di vetro per rilevare le vibrazioni, mentre i dati di internet viaggiano come segnali luminosi codificati su diverse lunghezze d’onda. Sono due funzioni distinte che non interferiscono tra loro. Un operatore DAS non può decifrare il traffico dati, così come un gestore di rete non può accedere ai dati acustici militari. La sicurezza risiede nella separazione funzionale all’interno della stessa infrastruttura.

2) Oltre alla caccia ai sottomarini, quali sono le altre applicazioni pratiche di questa tecnologia? Le applicazioni civili sono tanto promettenti quanto quelle militari. Il DAS è eccezionale per il monitoraggio delle infrastrutture: può rilevare guasti o tentativi di sabotaggio sui cavi stessi o sulle condutture sottomarine. In campo scientifico, può essere usato come una rete sismica globale per rilevare terremoti e tsunami con un preavviso maggiore. Può anche monitorare i movimenti delle placche tettoniche e l’attività vulcanica sottomarina. Infine, può essere impiegato per tracciare rotte migratorie di grandi mammiferi marini o per combattere attività illegali come la pesca di frodo in aree protette.

3) L’Italia sta partecipando a questi programmi? L’articolo non menziona esplicitamente l’Italia, ma il nostro Paese, con la sua posizione strategica nel Mediterraneo e la sua vasta linea costiera, è profondamente interessato alla sicurezza sottomarina. La Marina Militare Italiana è tecnologicamente avanzata e collabora strettamente con la NATO e i partner europei. È molto probabile che l’Italia sia coinvolta in iniziative di ricerca e sviluppo collegate al DAS, o che stia valutando la sua adozione nell’ambito dei programmi di difesa europei, come quelli finanziati da Horizon Europe, e delle alleanze NATO per il monitoraggio del cruciale bacino del Mediterraneo.

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